La scelta del 19 luglio non è casuale. È il giorno in cui ricorre l’anniversario della strage di via d’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i membri della scorta Emanuela Loi, prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio, il capo-scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. Questa pagina drammatica della storia si colloca appena cinquantasei giorni dopo la strage di Capaci, dove furono uccisi Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. In occasione di questo anniversario, l’assessorato alla Sicurezza del Comune di Verona propone alla cittadinanza lo spettacolo “C’era una volta un giudice, anzi no, due!”, che rende omaggio alla memoria dei due magistrati, ripercorrendo le tappe fondamentali delle vite dei due servitori dello Stato, accomunate da valori, sogni, ideali e – purtroppo – da un tragico destino. L’evento rappresenta un momento di riflessione e commemorazione con un cast d’eccezione che vede protagonisti gli attori Simone Toffanin, Andrea de Manincor e Sabrina Modenini. La regia è curata dallo stesso Simone Toffanin, gli elementi scenografici sono affidati a Marino Bortolotti, mentre i costumi sono opera della sartoria di Romilda Zaccaria. Lo spettacolo, ad ingresso libero, si svolgerà venerdì 19 luglio alle 21.15 nella suggestiva cornice del Bastione delle Maddalene.
Un viaggio nella vita di due “eroi normali”: Il pubblico sarà guidato in un viaggio che muove i passi dall’adolescenza e dalla formazione di Falcone e Borsellino, passando per il periodo storico del pool antimafia e del maxi processo, fino ad arrivare al tragico epilogo delle due stragi. Lo spettacolo mette sapientemente in luce le innovazioni giuridiche e investigative introdotte dai magistrati, i progressi nella lotta contro la mafia, ma anche le difficoltà incontrate lungo il percorso, tra diffidenze, critiche e tentativi di screditamento. La rappresentazione combina ricordi, pensieri e considerazioni personali, creando un racconto potente e evocativo di questo importante capitolo della storia civile contemporanea. Un appuntamento da non perdere per ricordare il sacrificio dei due giudici e riflettere sull’impegno di due figure chiave nella lotta alla mafia.Lo spettacolo è stato presentato questa mattina dall’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi insieme agli attori Sabrina Modenini e Andrea de Manincor.“Questo evento si inserisce in un calendario di tre momenti che l’Amministrazione ha voluto fortemente ricordare: il 9 maggio, anniversario dell’uccisione di Peppino Impastato, il 23 maggio, giorno della scomparsa di Giovanni Falcone, e il 19 luglio, anniversario della strage di via d’Amelio in cui perse la vita Paolo Borsellino. – commenta l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi – Siamo orgogliosi di presentare questa piéce teatraleche ci induce a riflettere su una storia che ci appartiene e che costituisce la memoria della nostra comunità. Come Assessorato alla Sicurezza abbiamo scelto di valorizzare questi eventi anche per dare continuità alla richiesta sottoscritta dai 98 comuni per portare sul territorio un presidio della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica ed istituire una sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia, portando alla luce una necessità fortemente sentita sul territorio”.
“Uno spettacolo a tre voci, con un allestimento semplice e una macchina per scrivere che rappresenta i cinquantasei giorni che separano i due attentati. – aggiunge Andrea De Manincor – Il pubblico sarà guidato attraverso una narrazione civile che invita a fare memoria e a non dimenticare, perché la memoria condivisa è il bene comune delle nostre comunità. Le vicende personali e gli intrecci di questi “eroi- normali’ sono raccontate attraverso un processo di sottrazione che volutamente toglie il valore epico degli eventi”.
“Un percorso giuridico-civile dalla struttura lucida e quasi analitica. – conclude Sabrina Modenini – Il racconto diretto aiuta a comprendere i meccanismi della giustizia italiana ed evidenzia le difficoltà che i due giudici hanno incontrato nel loro operato. In questa narrazione si inserisce la figura di Antigone che richiama il valore supremo della giustizia che ha animato la vita e le scelte di Falcone e Borsellino fino al sacrificio più estremo”.