La Lega Nord tergiversa e gioca a nascondino.
Nella centrifuga dei valzer pre-elettorali, gli esponenti del Carroccio locali (Paternoster escluso) prendono tempo e valutano il da farsi.
Intanto la sparata di Salvini (NO a correre con Forza Italia) lascia il segno e non contribuisce a rasserenare gli animi.
A Verona, dopo la scissione con Tosi, i leghisti puntano a “rimettere la Chiesa al centro del Villaggio” e sfogliano la margherita dei possibili compagni di viaggio. Un enigma da sciogliere a stretto giro di posta per non perdere tempo prezioso e mettere in moto la macchina elettorale.
Sembrano passati anni luce da quel 9 luglio di sette mesi fa, al castello di Montorio, quando l’entourage padano sembrava convergere con accordi privilegiati su esponenti di area centrodestra.
Idee estive in fase di decantazione, che almeno in apparenza sembrano preistoria.
Riflessioni. Valutazioni che mettono a dura prova la proverbiale unità storica dell’asse destrorsa locale, forse a questo punto ad una svolta epocale.
D’altronde, per Matteo Salvini, Verona non è una città come le altre. Conquistare le rive dell’Adige rappresenta una libidine. Uno schiaffo a Tosi. Una stilettata al cuore del rivale. Nel suo regno.
“Molti amministratori sono rimasti scottati dal voltafaccia del Sindaco – commentava solo qualche mese fa il leader del Carroccio – e le prossime elezioni saranno l’occasione per coinvolgerli. Da parte mia non c’è alcuna preclusione e sono aperto a chiunque sia espressione del territorio scaligero”.
Da qui il sospetto che il Salvini-pensiero sia lucido e spietato, volto a scongiurare l’onda d’urto del Movimento 5 Stelle abbandonando le vecchie amicizie per sposare progetti civici.
L’Associazione Battiti resta probabilissima partner per la corsa a Palazzo Barbieri, ma siamo sicuri che rispecchi l’accordo che il vertice del Carroccio ha in mente? Il futuro della Lega presto verrà svelato. Work in progress..
M.Cor.