Centrocampisti di qualità, tutti meritano di giocare

 
 

Le dichiarazioni dell’allenatore gialloblù Paolo Zanetti, rilasciate nell’antivigilia di Fiorentina-Hellas Verona, match valido per la 12a giornata di Serie A Enilive 2024/25, in programma domenica 10 novembre, alle ore 15, allo stadio ‘Franchi’ di Firenze.

Il Verona, in questo momento, è la squadra che ha fatto più gol e vinto più partite della parte destra della classifica, come commenta questi numeri? “Questi numeri ci ricordano che siamo una squadra con dei valori. Parliamo di numeri importanti, che ci ricordano che tutti insieme possiamo ottenere dei risultati, sono numeri da squadra. Dieci diversi giocatori sono già andati in rete: questo è sicuramente frutto di un lavoro di squadra. Ad oggi dobbiamo continuare a lavorare sulla fase difensiva, sistemando soprattutto quei numeri: da questo punto di vista abbiamo fatto passi avanti. Vogliamo dare continuità di prestazione, di unità di pensiero, che avevamo smarrito. Purtroppo nelle partite precedenti abbiamo prestato il fianco all’avversario mostrando i nostri limiti. Contro la Roma, invece, abbiamo segnato tre gol e dimostrato di saper essere anche altro. Manteniamo questa linea”.

Belahyane, al suo ritorno, sarà nuovamente impiegato in mezzo al campo? “Ad oggi Belahyane torna, giocandosi il posto con gli altri, come è giusto che sia. È ovvio che, per far giocare tutti i nostri centrocampisti, bisognerà fare dei cambiamenti tattici, ma per farlo serve tempo. Primo o poi è probabile che giocheremo con un centrocampo a tre, perché parliamo di tre giocatori che meritano di giocare. Abbiamo provato a tenerli tutti insieme in campo, avanzando la posizione di Serdar ma non ha funzionato. Non vogliamo però che la loro coesistenza metta in difficoltà altri giocatori, in un 4-3-3 magari: serve tempo. C’è e ci sarà spazio per tutti, ma dobbiamo capire la chiave tattica innanzitutto. Dopo questa partita ci sarà la sosta e torneranno vari giocatori dalle Nazionali, stanchi, e quindi anche qualcun altro troverà spazio. A volte il posto si ottiene per merito e demerito, altre volte per la condizione propria e della squadra”.

Come fa a trovare equilibrio tra fase offensiva e difensiva? “L’equilibrio si trova con la fase di squadra, dove ogni componente lavora per difendere la porta. Gli attaccanti, gli esterni, e tutti in generale, devono dare una mano. Bisogna essere più corti tra i reparti, dimostrando un atteggiamento umile. Non dobbiamo lasciare che i nostri difensori si trovino a dover affrontare situazioni di uno contro uno in campo aperto. Per arrivare al nostro obiettivo dobbiamo essere equilibrati in tutti i numeri. Per fare ciò dobbiamo avere più spirito rispetto ai nostri avversari, perché solo giocando così possiamo mettere in difficoltà le altre squadre. Voglio vedere continuità di prestazioni, più che di risultati, perché i risultati dipendono anche dal grado di forza degli avversari”.

Pensa di dare continuità alla formazione vista contro la Roma? “Ho ancora alcuni dubbi. In questo momento ho una ‘squadra tipo’ in mente che per motivi di infortuni, squalifiche o soste nazionali ho potuto osservare raramente in campo. In poche occasioni finora ho avuto questa squadra a disposizione. Penso comunque che la continuità debba essere del sistema di gioco, adattata in base ai giocatori e al tipo di partita. Gli uomini, invece, devono conquistarsi il posto: chi parte fuori deve conquistarsi il posto mentre chi gioca titolare deve lavorare per mantenerlo”.

La Fiorentina è un avversario che in questo momento ha tanta autostima: che partita si aspetta? “La Fiorentina è una squadra forte, costruita benissimo, che avendo una rosa molto completa ha potuto schierare in Conference League diversi giocatori non titolari in campionato. È una squadra che ha trovato una sua identità dopo un avvio complicato e ha capito come vincere. Per noi sarà una partita di grande sacrificio, in cui mostrare grande spirito di squadra che dovremo unire alle nostre qualità. Non possiamo permetterci alcun calo, né a livello psicologico possiamo credere che la reazione contro la Roma sia bastata. Dobbiamo mantenere alto il nostro livello di prestazione. La Serie A ha un calendario difficile e bisogna imparare a giocare ogni partita al massimo. Noi, comunque, ripartiamo dai nostri tre punti della scorsa partita. Dobbiamo crederci fino in fondo. Abbiamo fatto una grande settimana di lavoro, anche grazie al rinnovato entusiasmo e i ragazzi sono convinti. Voglio vedere una squadra che crede in sé stessa”.

Cosa chiede a Tengstedt oltre al fare gol: più copertura in fase difensiva?“Casper è un ragazzo che vuole partecipare molto alla manovra, ma così si trova lontano dalla porta. Io voglio un giocatore più vicino alla porta. Ovviamente questo non vuol dire che in fase di non possesso non debba aiutare: lo spirito deve essere sempre lo stesso. Tengstedt, fino ad ora, ha sempre giocato per il gol, per sfruttare gli spazi. Solo a Lecce è stato troppo lontano dalla porta. Io gli chiedo solamente che faccia l’attaccante, a prescindere dal modulo o dai compagni con cui gioca. Voglio che faccia gol, perché è nelle sue corde e deve mettersi nelle situazioni migliori per averne l’opportunità”.

La squadra potrebbe avere un calo di attenzione dopo il risultato ottenuto contro la Roma? “Dobbiamo dimostrare di aver capito che non possiamo permettercelo. La prestazione di domenica deve essere importante al di là del risultato. Per arrivare in fondo dobbiamo essere costanti proprio nella prestazioni, che possono arrivare solo se siamo al massimo, a livello fisico e mentale. Questa settimana abbiamo lavorato tanto su questo. I ragazzi mentalmente e fisicamente stanno bene: vogliamo fare una grande partita, compatibilmente con la forza dell’avversario. Si riparte dalla consapevolezza di ciò che è stato fatto bene, ma anche di ciò che è stato fatto meno bene. Gli strumenti li abbiamo, domenica sarà un esame per tutti noi”.

C’è un giocatore che entra dalla panchina e spacca le partite? “Ci sono tanti giocatori così. Livramento ha questo nelle corde, così come Kastanos e Harroui. Mosquera anche a modo suo, anche se ultimamente non ha segnato, ma ci ha dato sempre una grossa mano. Ci sono altri giocatori che devono e possono entrare in questa ottica. Le partite del resto sono composte da varie fasi e l’allenatore deve poter usare queste armi nei secondi tempi, quando gli spazi si aprono. Io voglio che entrino in campo con una mentalità di questo tipo. Livramento è un centravanti, adattato come esterno. Contro la Roma con le sue ripartenze ha dimostrato le sue caratteristiche, ma anche il suo animo e atteggiamento. Alidou potrebbe entrare in questa ottica. Spesso chi subentra, in una situazione di difficoltà, deve essere forte mentalmente, deve avere la giusta forza per ribaltare e spostare gli equilibri. La squadra non deve abbassare il livello dello spirito mai, e chi subentra deve essere bravo in questo”.

La coppia di centrali difensivi, Magnani e Coppola, sarà confermata?“Penso sia giusto dare continuità, soprattutto visto che affronteremo un avversario come Kean che ha grande fisicità, e noi abbiamo bisogno di struttura. Ho fatto questa scelta anche contro la Roma per via di Dovbyk, perché Coppola è un giocatore che può dare fisicità”.

Con il rientro di Tchatchoua può cambiare il ruolo degli esterni?Faraoni potrebbe essere utile in questo senso? Come sta Sarr? “Tchatchoua contro il Lecce, nella sua ultima partita giocata, ha fatto il terzino a sinistra per motivi tattici. È un giocatore importante e si gioca il posto con Daniliuc. Jackson può fare bene le due fasi e rientrerà in squadra. Davide contro la Roma è entrato bene, ha fatto qualcosa di diverso rispetto alle sue caratteristiche, che sono più di spinta, ha difeso bene. Come tutti cerca di guadagnarsi il posto, dimostrando comunque la sua leadership nello spogliatoio. Sarr, invece, non era ancora nelle migliori condizioni e ho preferito non rischiarlo. Ritengo Amin un’arma importante; sarà della partita, si è allenato bene”.

Come arriva Paolo Zanetti a questa partita? “Sto bene, sono arrivato ‘distrutto’ dopo la partita contro la Roma come tutti i giocatori, perché io sempre in campo con loro. Il dispendio per me è solo mentale, per ogni calciatore è sia fisico che psicologico. Noi abbiamo dimostrato qualcosa in un momento difficile. Gli uomini vengono fuori nei momenti come quelli: quando venirne fuori è difficile, bisogna crederci di più”

A che punto è l’integrazione di Sarr e Alidou all’interno del gruppo squadra?“Sarr è più avanti rispetto ad Alidou in questo processo: quando ha giocato ha fatto vedere cosa sa fare e quali sono le sue qualità. È un giocatore di velocità, con buon tiro, che attacca la porta. Poi ha avuto un leggero infortunio e si è dovuto fermare. Alidou, invece, ha un grande potenziale: spetta a lui far vedere di che pasta è fatto, ma sono certo che ci darà una grande mano”.