Dopo un confronto con Regioni e Comitato Tecnico Scientifico è stato deciso di modificare ancora gli orari di apertura e chiusura per i servizi di bar e ristorazione.
Queste rimodulazioni consentono l’esercizio dell’attività dalle ore 5.00 sino alle ore 24.00 con consumo al tavolo, ma fino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo.
Le consegne a domicilio, però, non avranno vincolo di orario; per l’asporto, invece, c’è tempo fino a mezzanotte.
Al tavolo di un ristorante potranno sedere al massimo 6 persone; sarà compito del ristoratore, poi, dare indicazione del numero massimo di commensali ammessi nel locale in base alla propria capienza.
“Ancora un provvedimento insensato e illogico – ha sottolineato Andrea Prando segretario di Casartigiani Veneto -. Se da un lato vi è la necessità di prendere decisioni urgenti e condivisibili per l’aumento dei positivi, non si comprende la logica con cui il Comitato Tecnico Scientifico, e di conseguenza il Consiglio dei Ministri, abbia agito individuando solo alcuni comparti già fortemente penalizzati.
Non saranno le chiusure alle 18 di gelaterie e pasticcerie e pizzerie al taglio, senza tavoli, a risolvere il problema che ha una portata ben più ampia e radicata nei contatti quotidiani di ognuno di noi e che il DPCM ha completamente e volutamente ignorato. E francamente sui ristori promessi dal premier ci sono bastate le precedenti promesse”.
Rimangono aperte le attività come parrucchieri e centri estetici, per i quali non scatta la chiusura (come invece era stato anticipato da alcune indiscrezioni poi smentite da Palazzo Chigi).
Restano aperte anche piscine e palestre, (verifica entro una settimana); non ci sono elementi che portano in direzione di una loro chiusura.
Ulteriore novità sia per il lavoro privato che per il pubblico. Nel comparto pubblico, infatti, il 75% di personale dovrà essere in smart working. “Nel privato, invece – fa notare Prando – si tratta di una sola raccomandazione, con il datore di lavoro che dovrà ricorrere allo smart working qualora le mansioni lo consentano. Anche in questo caso, tra il deve e il può, si possono ingenerare confronti pericolosi”.
Infine, sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali, ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza; tutte le cerimonie pubbliche si svolgono nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e a condizione che sia assicurate specifiche misure idonee a limitare la presenza del pubblico, ad accezione di quelle di rilevanza nazionale, si svolgono senza la presenza di pubblico.