Le modifiche proposte dal ministro Bonafede alla Legge Fallimentare rischiano di essere una bomba a orologeria, già innescata, contro le piccole medie imprese italiane.
A metà agosto di quest’anno, con il decreto Mille proroghe, entrerà in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa con cui il Guardasigilli ha esteso anche alle PMI le regole pensate per prevenire il fallimento di grandi imprese.
Ma con queste regole, se applicate al contesto produttivo delle Srl, le Pmi saranno strozzate. Ai piccoli imprenditori, infatti, è imposto di nominare un organismo di controllo, cioè un revisore, che denunci ogni irregolarità, anche quelle transitorie, tipiche di ogni attività imprenditoriale.
“Queste nuove regole sono una dichiarazione di guerra alle Pmi – dice senza mezzi termini il presidente di Casartigiani Verona Luca Luppi – sono il frutto di una caccia alle streghe nei confronti degli imprenditori.
Di sicuro rappresentano un intervento negativo che creerà incertezza e dissuaderà persone capaci e intraprendenti dal fare impresa.
Anche perché queste regole penalizzano la crescita e l’assunzione di nuova forza lavoro.
Gli obblighi scattano, infatti, al superamento dei 20 dipendenti in due anni assunti a tempo pieno, oppure al superamento di fatturato attivo di 4 milioni“.
“La conseguenza evidente – analizza il presidente Luppi – è che le aziende si guarderanno bene dal crescere per evitare di dover assumere la figura del revisore e di far scattare le nuove imposizioni.
A chiusura di comunicato arriva il consiglio di Casartigiani: “A nostro avviso, invece, lo Stato dovrebbe puntare su accrescere le competenze di gestione finanziaria delle imprese, aumentando la reputazione delle PMI per fare in modo che possano godere di buono stato di salute e di una liquidità sempre in attivo”.