Con l’Ordinanza n. 618 del 26 aprile 2023 la dirigente della Direzione ambiente e transizione ecologica del Comune di Verona ha attivato le misure prevenzione (ex artt. 242 e 245 D.Lgs. 152/06) al fine della riattivazione della barriera idraulica dela Cartiera di Cadidavid srl, dichiarata fallita nel 2020 dal Tribunale di Reggio Emilia, per contenere la propagazione della contaminazione nella falda più profonda
La gestione delle problematiche di matrice ambientali di tutta evidenza nell’area della società Cartiera di Cadidavid srl, dichiarata fallita in data 17 marzo 2020 (qui dettagli procedura) dal Tribunale di Reggio Emilia, è stata presa in carico dalla curatela fallimentare la quale ha provveduto a svolgere i campionamenti, a redigere i report periodici nonché ad eseguire i rilievi altimetrici della copertura della discarica e le manutenzioni periodiche riguardanti tra l’altro le recinzioni, lo sfalcio della vegetazione e i controlli sulla funzionalità dei pozzi relativi alla barriera idraulica e dei piezometri.
Gli esiti delle Conferenze dei Servizi intercorse nel 2021 e 2022 hanno evidenziato “… la necessità che la Curatela provveda ad adempiere alle precedenti richieste espresse … dovrà essere data la priorità fra tutte le azioni, da parte della Curatela, all’attivazione della barriera idraulica, con messa in funzione della stessa quanto prima possibile.
Successivamente dovranno essere messe in campo tutte le azioni e procedure volte
all’adeguamento della barriera, richieste secondo le evidenze espresse dell’ente tecnico espresse.”
Le evidenze inviate dalla Curatela relativamente ai risultati dei campionamenti della falda eseguiti in marzo-aprile 2022 e in giugno 2022 indicano la potenziale fuoriuscita della
contaminazione dal sito fattispecie particolarmente grave in quanto nei pressi del sito sono presenti pozzi di attingimento di acqua potabile.
Per quanto riguarda invece la (richiesta) proposta progettuale di riattivazione della barriera idraulica – relativa alla discarica di 2^ Categoria tipo B – e report analisi secondo semestre 2021 non non sono state presentate dalla Curatela delle tempistiche per la riattivazione, anzi, il riscontro è di tipo interlocutorio (!).
La Conferenza dei Servizi nella seduta del 07 novembre 2022 ha ulteriormente confermato la necessità che la curatela, quale detentore del bene, anche in continuità con le attività di presidio finora svolte, provveda alla celere riattivazione della barriera idraulica esistente, come misura di prevenzione per evitare che la contaminazione vada ad interessare le aree esterne a seguito della recente verifica della propagazione della contaminazione nella falda più profonda.
Le conclusioni della Conferenza prescrivevano alla curatela: la trasmissione entro 20 giorni di un Progetto di Fattibilità Tecnico Economica contenente un cronoprogramma della riattivazione della barriera idraulica esistente, che sarà oggetto di approvazione nei termini di legge, individuando le azioni immediate e le soluzioni a termine più lungo. Inoltre, nel caso in cui la Curatela non provveda alla trasmissione di quanto richiesto, il Comune di Verona provvederà con ordinanza a imporre la predisposizione del progetto di riattivazione della barriera idraulica al fine di consentire al Comune, in caso di ulteriore inerzia da parte della Curatela, di procedere con la sostituzione in danno nell’esecuzione delle attività ambientali, previo ottenimento di nulla osta all’accesso alle aree da parte del Magistrato e del reperimento delle risorse finanziarie necessarie.
A seguito della mancata ottemperanza di quanto in richiesta con l’Ordinanza n. 618 del 26 aprile 2023 la dirigente del settore ambiente del Comune di Verona ha ordinato al Curatore fallimentare di Cartiera di Cadidavid la presentazione, entro 20 giorni dal ricevimento della richiesta, alla Direzione ambiente, ad Arpav, Provincia di Verona e AULSS 9 di un Progetto di Fattibilità Tecnico Economica contenente un cronoprogramma per la riattivazione della barriera idraulica esistente, che sarà oggetto di approvazione nei termini di legge.
Qualora non pervenga alcun riscontro entro la scadenza indicata, la Direzione ambiente si
attiverà ai sensi delle prescrizioni degli art. 244, 250 e 253 del D.Lgs. 152/2006, nonché a
segnalazione nelle opportune sedi.
E’ una storia travagliata quella tra la Cartiera e l’osservanza delle prescrizioni previste dall’AIA e dall’AUA. Diffide e revoche delle autorizzazioni si sono continuamente succedute passando finanche per due riunioni, convocate dalla Prefettura (qui mio articolo per approfondimento).
Ad oggi tuttavia la Curatela fallimentare (Curatore Fonatnesi Nicola Filippo – Giudice delegato Boiardi Simona) del Tribunale di Reggio Emilia non è riuscita ad arginare il rischio ambientale nonostante la Sentenza n. 3/2021, ha chiarito che «la responsabilità della curatela fallimentare – nell’eseguire la bonifica dei terreni di cui acquisisce la detenzione per effetto dell’inventario fallimentare dei beni, ex artt. 87 e ss. della legge fallimentare – può analogamente prescindere dall’accertamento dell’esistenza di un nesso di causalità tra la condotta e il danno constatato» (nel caso di specie si trattava di chiarire se, a seguito della dichiarazione di fallimento, perdano giuridica rilevanza gli obblighi cui era tenuta la società fallita in ordine all’abbandono e deposito incontrollati di rifiuti).
Ancora una volta pertanto la questione riguarda l’attività di prevenzione e controllo degli organi territoriali preposti e competenti.
E’ davvero strana (qualcuno ha detto maledetta) la vicenda della Cartiera di Cadidavid Srl, con sede in Castellarano (RE), società che operava nel settore del trattamento della carta da macero per la produzione di carta da imballo presso il complesso industriale di cui è proprietaria, sito a Verona, località Cadidavid, in via Ca’ Aprili.
Dal 2004 in poi la Società è stata sottoposta a diverse procedure concorsuali. Nelle more di tali procedure, dal 9 febbraio 2011 la Cartiera Cadidavid aveva concesso in affitto l’azienda a Mugnai Carta Srl, la quale ha successivamente modificato la propria denominazione in Cartiera di Verona Srl. Con sentenza in data 10 marzo 2020 il Tribunale di Reggio Emilia dichiarava il fallimento della Cartiera di Cadidavid Srl, quasi contemporaneamente con sentenza in data 11 marzo 2020 il Tribunale di Verona dichiarava il fallimento di Cartiera di Verona Srl i cui soci erano: Capital Investment Trust Società Fiduciaria e di Revisione Srl (BS) – 40%; Fiduciaria Emiliana Spa (RE) – 20%; REVERE 2002 Srl (MO) – 20%; Fiduciaria Poldi Allai Srl (PR) – 20%. Ben tre società fiduciarie.
Il fallimento della Cartiera di Cadidavid ha lasciatol’azienda in uno stato disastroso, sfasciata e distrutta con l’abbandono di una montagna di rifiuti (25000 tonnellate) accumulati da anni al di fuori dell’azienda. Dove sono stati i controlli?
A pagare le spese di questo declino sono stati soprattutto i lavoratori, dal giugno 2019 la produzione si è bloccata a causa di una grave irregolarità gestionale.
Questa crisi è figlia di trascuratezza e di incapacità. Ora, a fallimento in corso, la situazione diventa ancora più complessa e complicata.
Dall’anno scorso la svolta: la bonifica del terreno, la riqualificazione dei macchinari e la ripresa dell’attività produttiva. Tutto questo con l’intervento della Masira Paper Mill Srl, società italiana con sede a Milano, con capitale finanziario di un investitore dell’Arabia Saudita (95%) e di un italiano esperto internazionale del macero (5%), la quale si è aggiudicata l’asta indetta il 17 febbraio 2020 dal Tribunale di Reggio Emilia.
La ripresa dell’attività permetterebbe inoltre di risolvere, oltre all’incremeto della base occupazionale (requisito per l’acquisizione del sito industriale), la questione della bonifica dei rifiuti speciali con costi di smaltimento, al tempo stimati in circa 5 milioni di euro, non più a carico del Comune e quindi dei cittadini, ma a carico della nuova proprietà.
Alberto Speciale
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Ne ho scritto in questi articoli: