Una “crescita esponenziale dei contagi, che non contabilizza il sommerso dei casi non dichiarati“. “Quarte dosi al palo e con grande differenze regionali nelle coperture” e “un’alta percentuale di popolazione sintomatica o isolata, che rischia di determinare un ‘lockdown di fatto‘ su vari servizi, inclusi quelli turistici“.
A descrivere gli effetti dell’ondata estiva di Covid19, è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che mette in guardia: “In questa fase, oltre ad accelerare la somministrazione della 4/a dose nei pazienti vulnerabili, è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine”.
In particolare, prosegue Cartabellotta, le mascherine vanno utilizzate “al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all’aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio“. Infatti, “bisogna chiedersi quanto costa al Paese, in termini di giornate lavorative perse, attività chiuse per Covid, vacanze cancellate, un’elevata percentuale di popolazione sintomatica o isolata a domicilio per Covid, che peraltro rischia di determinare un ‘lockdown di fatto’ su vari servizi, inclusi quelli turistici”.
Il netto aumento della circolazione virale, inoltre, spiega il presidente Gimbe, “aumenta la probabilità di contagio e lo sviluppo di malattia grave in chi ha fatto la terza dose da oltre 120 giorni: per questo appare un vero azzardo la scelta di rimandare la quarta dose all’autunno con i ‘vaccini aggiornati’, di cui ad oggi non si conoscono né le tempistiche di reale disponibilità né gli effetti sulla malattia grave“.
Eppure la somministrazione procede molto a rilento.
Nette sono le differenze regionali per la copertura con la quarta dose agli immunocompromessi: in base ai dati aggiornati al 6 luglio (ore 6), si va dal 10,7% della Calabria al 100% del Piemonte. Mentre, per quanto riguarda la somministrazione della quarta dose alle altre persone fragili o over 80, si va dal 6,6% della Calabria al 41,3% del Piemonte. A esser ferme, sono anche le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino (l’88% della platea vaccinabile) e di chi ha completato il ciclo. Mentre sono 6,84 milioni i non vaccinati, di cui 2,75 milioni di guariti protetti solo temporaneamente. Ben 7,89 milioni di persone, infine, non hanno ancora ricevuto la terza dose, e di questi 2,43 milioni sono guariti che non possono riceverla nell’immediato.