di Giancarlo Frigo
Caro Pier, nonostante tutto ti seguo ogni qual volta leggo tue dichiarazioni rilasciate a importanti testate nazionali e le trovo ondivaghe.. Prima o poi dovrai pur decidere da che parte stare perche l’arte della barlocca, dal termine barlocar, tipicamente veronese, cioè andare un po’ di qua e un po’ di la, è finito con la prima repubblica, poi è venuta l’esperienza Berlusconi con l’attenuante che non lo si conosceva, quindi hai propugnato l’equidistanza dai poli, poi vi è stato un avvicinamento a macchia di leopardo al PD, nelle regioni dove la convenienza sembrava esserci, infine con Alfano in appoggio a Monti, a Letta e ora a Renzi. Andiamo per ordine, correva l’anno 2004, dieci anni che avevo dedicato, una militanza piena, convinta e attiva ad un partito che era nato e che è anche morto, quando decisi che il mio tempo era finito in un movimento che si andava riempiendo di transfughi, vecchie volpi e soliti noti attardatisi per problemi giudiziari. Mi ricordo ancora la telefonata che mi facesti per tentare di convincermi a rimanere e tralascio le promesse che evidentemente non sarebbero state mantenute ma è così purtroppo che va il mondo della politica. Intanto a Roma il movimento lo gestivi tramite i tuoi amici di sempre per evitare che alcuno alzasse la testa, fa scalpore che tu oggi dica che occorrono le preferenze, mentre Verona era saldamente in mano a chi aveva poltrone altisonanti fin dalla prima ora, gli stessi che non più riconfermati hanno pensato bene di prendere armi e bagagli e collocarsi altrove. Arriviamo al 2005 e tu proponi una linea politica equidistante dai poli, con Verona però cocciutamente refrattaria a tali novità e ben salda nel centrodestra, nel frattempo si fa largo un giovane montanaro di origine cimbra che fa man bassa di preferenze per tutta la provincia, un vento nuovo in un movimento che parimenti a Roma era ritornato anche a Verona, insignificante. Dopo un mandato e mezzo in regione , il Montanaro che nel frattempo è anche cresciuto politicamente facendosi valere come assessore, lo usi come specchietto per le allodole, proponendogli la candidatura parlamentare, con capolista un ex ministro calato dall’alto, addirittura candidato anche in Campania, con la promessa che avresti fatto dimettere il primo della lista qualora vi fosse stato il seggio. Conclusione l’ex ministro preferì dimettersi si ma dalla Campania e lasciare il posto a un certo De Mita e accettare la candidatura veneta lasciando fuorigioco Valdegamberi che aveva corso in lungo e in largo, scelta che i maligni imputano al portavoce del partito che parimenti risiede nel Veneto. A proposito anche De Mita in Campania non ti ha più ascoltato e ha fatto vincere alle recenti regionali, De Luca, lasciandoti quello che restava del movimento, cioè il nulla. Valdegamberi oggi riconfermato consigliere regionale in altro schieramento, ha avuto il mio stesso trattamento, anch’io infatti, ormai in epoca passata, prima candidato in Parlamento e addirittura alle Europee, solo che davanti c’era sempre qualcun’altro. Oggi torni a fare a grandi linee lo stratega e ti accorgi che un avvicinamento al PD o meglio a Renzi, è quasi obbligato, bontà tua e probabilmente fuori tempo massimo, naturalmente dopo aver perso quasi tutte le tue truppe circondato come sei dai soliti pretoriani capaci solo di dire signor si e a occupare i pochi posti di sottogoverno rimasti. Perché non hai continuato ad ascoltare Marco Follini, una delle poche teste pensanti che abbiano calcato il proscenio del movimento? Pier esci dal guscio dorato che negli anni ti sei onorevolmente e lecitamente costruito, lascia perdere gli Alfano e tutti quelli che in odore di elezioni fondano movimenti alla ricerca di uno scranno parlamentare, pretendi una rifondazione vera del partito che fu, manda a casa tutti coloro che sono a vario titolo a Roma da più di dieci anni, ammetti i tuoi errori, solo così i meriti ti saranno riconosciuti, chiama a raccolta da tutta Italia i giovani migliori senza nepotismi di sorta, pretendi che si confrontino che trovino una linea comune da calare nelle periferie, non è ammissibile vivere con liste civiche per tentare di governare a destra e a manca, la linea deve essere una, la serietà alla lunga paga, pena l’oblio in cui sei, anzi siamo sprofondati.
Non volermene.
Ho letto il giornale e mi è piaciuto
Con una mail a parte mando un mio contributo affinchè venga valutato per una eventuale
pubblicazione nelle forme che riterrete più opportune.
Complimenti
Alberto Fenzi