L’obiettivo della piattaforma è riqualificare il territorio e creare il presupposto per favorire i processi di rigenerazione, valorizzazione e recupero ambientale. La rigenerazione del territorio parte dai capannoni. Inizio dalle province di Padova e Treviso.
Un progetto promosso da Assindustria Venetocentro e condiviso con Province e Camere di Commercio di Padova e Treviso e Consorzio Bim Piave, per la ricognizione e la mappatura delle aree ed edifici produttivi, attivi o dismessi e da riqualificare, delle due province.
Il progetto parte dal presupposto che la rigenerazione del territorio comincia dai capannoni. Trasformare aree produttive, capannoni oggi dismessi o degradati, da costo ambientale, sociale ed economico a patrimonio da rivitalizzare. Il contesto è quello Veneto che conta più di 92mila capannoni industriali, (32mila a Padova e Treviso), sparsi in 5.679 aree produttive (per 41.300 ettari di terreno), in 5.679 aree produttive (per 41.300 ettari di terreno), che coprono il 18,4% della superficie ‘consumata’. Lo strumento messo a punto e presentato mercoledì 22 marzo a Palazzo Giacomelli di Treviso è facile da interrogare: rende disponibili le informazioni non solo sugli immobili e sul loro stato (con l’informazione se siano o meno in attività), ma anche sugli annessi servizi, le infrastrutture materiali e digitali, piani urbanistici.
Il data base in progress contiene al momento la mappatura di circa 2.000 ettari di aree produttive delle province di Padova e Treviso (su 14.200) per un numero di capannoni profilati pari a 12.376 (6.451 nel Trevigiano, 5.925 nel Padovano) su oltre 32mila, il 34,8% del Veneto.
I big data entrano così nella programmazione territoriale, a disposizione delle Amministrazioni per i piani di riassetto e rigenerazione urbana, infrastrutturazione digitale, ambientale ed energetica. Di imprese, progettisti e operatori delle costruzioni per il recupero e riuso degli edifici dismessi e per ridurre il consumo di suolo, in linea con le disposizioni che si è data la Regione Veneto. Ma anche della multinazionale che ricerchi un’area in cui insediarsi (o da riqualificare). L’accesso al portale (www.capannonionoff.it) consente in modo rapido e intuitivo ricerche online mirate per Comune, superficie, stato dell’edificio, dotazioni e servizi.
Sulle aree produttive e i capannoni l’attenzione di Assindustria è stata particolarmente presente, fin dalla redazione a inizio anni ’90 del primo Atlante delle aree industriali, poi nel decennio successivo il progetto QUAP (Qualità Urbana Aree produttive) fino alle ultime iniziative sulla rigenerazione, riuso (o demolizione) degli spazi produttivi.
Capannoni On/Off riprende questa esperienza e la aggiorna insieme alle Istituzioni del territorio, con uno strumento ‘abilitante’ che segna il passaggio dalla cartografia alla geolocalizzazione, dalla dispersione all’interoperabilità dei dati, sempre aggiornati, agevolando la ricerca online.
La notizia del ‘censimento’ online dei capannoni inutilizzati nelle aree industriali è così stata commentata dal consigliere regionale Andrea Zanoni: «Da anni chiediamo alla Giunta Zaia una mappatura dei capannoni dismessi e un piano di intervento per il loro recupero, proposta bocciata senza motivazioni in ogni sessione di bilancio. Ben venga quindi l’iniziativa di Assindustria Venetocentro sul geoportale per individuare le strutture abbandonate presenti nella Marca e nel Padovano, con l’invito ad estenderla a tutto il Veneto. Poteva essere fatta prima e finanziata dalla Regione che invece ha preferito consumare altro suolo anziché puntare su riuso e rigenerazione, nonostante il triste primato nazionale certificato per tre anni consecutivi dall’Ispra».
«In Veneto i capannoni vuoti sono circa 11mila e purtroppo costruirne di nuovi sfruttando ulteriore suolo non è l’unico problema – prosegue Zanoni – lasciare i capannoni in stato di abbandono significa fare un favore alle organizzazioni criminali e in particolare alle ecomafie. Lo stoccaggio abusivo di rifiuti anche pericolosi nei capannoni dismessi, che non di rado bruciano ‘misteriosamente’ con rischi per la salute dei cittadini, è un business in forte crescita che danneggia gli imprenditori onesti che smaltiscono i rifiuti in modo corretto e con costi superiori».
«È un tema che abbiamo avuto modo di approfondire in Commissione Legalità, con numerose audizioni in cui è emerso come i capannoni veneti siano utilizzati soprattutto come luoghi di smaltimento» conclude Zanoni.
Alberto Speciale
(Foto copertina interno capannone area ex Sapel di Montorio. Credit foto Alberto Speciale)