Caos non Caos..

 
 
Si è inaugurata sabato 14 maggio u.s., presso la Galleria Giustizia Vecchia in piazza San Zeno, la personale di Anna Caser e Richard Pierce. Pittura e scultura insieme per fornire le giuste sensazioni a coloro che desiderano sognare volando oltre il pensiero dell’immaginazione.
Abbiamo voluto inquadrare le opere dei due autori sentendo dalla loro viva voce: sensazioni, emozioni e idee riguardanti la loro personale visione dell’arte.
Il caos forse non è propriamente caos, lei che ne pensa?
Io mi sono sempre interessata al mondo dei frattali e quindi del caso che genera, delle zone e delle linee frastagliate che genera. Queste mi danno molta emozione perché ingrandendole creano delle immagini molto particolari. Sono affascinata da questo mondo e ho cercato di rappresentarlo nelle mie opere”.

In che modo ha lavorato per dare significato al suo lavoro?
Ho cercato di rendere l’invarianza di scala, tipica del mondo frattale. Immagini di vedere, ad esempio, delle cose piccole come potrebbero essere dei licheni; questi, se ingranditi, possono apparire come un bosco. E questo è molto ambiguo e affascinante”.
Opere, queste, che possono essere un mezzo per parlare di altri campi non è vero?
Questo dei frattali è talmente affascinante che ho creato anche delle opere attraverso l’utilizzo del computer perché mi sono avvicinata molto anche al mondo della scienza. Non c’è, tuttavia, solo la scienza ma anche il sogno, perché nei miei quadri si avverte anche questo mondo un po’ sognante. Un aspetto, quest’ultimo, che si lega molto alla mia infanzia”.
Parlando di varianza di scala potremmo parlare anche di punti di vista?
Certamente, questo è veramente magico e fa parte del mio interesse”. Questo è il bello delle cose. Ognuno ha un punto di vista e vede ciò che vuole vedere. Non c’è una visione unica, perché ognuno ha un proprio vissuto“.

Potremmo perciò dire che ognuno è unico e originale un po’ come le sue opere?
Sono d’accordo, sono rappresentati dei mondi e questi, ognuno, li ha nel suo DNA in modo differente perché ognuno ha un vissuto diverso. La sensibilità, però, non basta, occorre anche la cultura per l’arte contemporanea e per l’arte in generale”.
Dalla pittura alla scultura nella visione di Richard Pierce.
Intanto vorremmo sapere un po’ di più su Richard Pierce, ci racconti un po’ di lei.
Sono californiano ma quando ero giovane ho avuto la possibilità di andare in Grecia dove ho vissuto quattro anni. Poi sono venuto a Verona e qui mi sono fermato. Ho iniziato a scolpire sin da giovane ma poi ho smesso per un lungo periodo. Ho ricominciato a fare sculture qua a Verona”.
Come definirebbe le sue opere?
Le mie sculture le potrei definire biomorfiche, sono forme nello spazio senza un significato. Delle opere che rispecchino, in un certo senso, la natura anche se non parto da questa perché tutto viene dal mio interno”.
Potremmo dire che ognuno potrebbe dare alle sue opere un significato personale? Se vuole certamente. C’è un’opera esposta in questa personale (foto sotto), che io chiamo concrezione, che sembra una specie di formazione geologica; tuttavia non è raro che nelle mie opere ci sia un conflitto, quasi una tensione che crea delle forme frastagliate”.

Potremmo definire il suo lavoro un ordine/disordine?
Certo, l’arte, forse, è la ricerca di creare un ordine dal caos come dicevano gli antichi greci secondo i quali il mondo si generò dal caos”.
Potremmo definire la sua arte un big bang scultoreo?
Ma certo, tant’è che qualcuno la definita un’esplosione. Potrebbe essere quasi come una stella che nasce e poi implode in sé stessa”.
Si potrebbe parlare di materia in continuo divenire?
Si certamente, però io lascio sempre l’astante affinché cerchi di capire o meglio interpretare. Non spetta all’artista dire queste cose. Io sono solo una specie di vettore”.

Quale materiale preferisce per creare le sue opere?
Tra i tanti materiali ho scelto di utilizzarne alcuni come marmo, gesso, terracotta, bronzo (foto a lato) e anche legno”.
È stata certamente una lezione di arte che ci ha fatto capire quanto sia difficile, ma anche facile allo stesso tempo, parlare di arte con personaggi come Anna e Richard.
Si tratta di persone affascinate dal loro lavoro nel quale mettono tutto il loro essere, il loro amore per quello che fanno e dalle loro opere questo traspare eccome.
 
 
Davide Caldelli
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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