E’ il 2 luglio 1897: su richiesta presentata il 2 giugno dell’anno prima, il Patent Office di London rilascia a Guglielmo Marconi il brevetto n.12.039, primo al mondo nel settore delle trasmissioni a distanza senza filo. Una ricorrenza che rimbalza in tutto il pianeta, considerando che il wireless è la tecnologia che oggi lo sostiene, e che trova a Verona una particolare eco, grazie alla presenza del Museo della Radio all’inventore dedicato e che conserva, tra le centinaia di cimeli, l’antenna direzionale dalla quale Marconi ha effettuato i suoi esperimenti, unica al mondo e riconosciuta dai familiari in vita dello scienziato.
Storicamente allestito all’istituto Ferraris, dal 2021 il Museo della Radio avrà nuova, magnifica sede in Porta Nuova, come MU.RA; in attesa del trasferimento, è aperta al pubblico un’esposizione parziale all’AGSM Forum di Verona, mentre la parte al Ferraris è visibile su prenotazione per visite didattiche e di associazioni.
E come commenta l’anniversario chi della comunicazione radio ha fatto il proprio mestiere? Così Francesca Cheyenne, speaker veronese di RTL 102.5: “Mai canzone fu meno profetica di “Video killed the radio star”, perchè il tempo ha dimostrato esattamente l’opposto: mentre tutti gli altri media, dalla tv al web, hanno avuto ed hanno un successo altalenante, in base ai periodo e alle tendenze, la radio invece ha mantenuto un riscontro costante, anzi, sempre maggiore e, rispetto agli altri mezzi, mette all’uomo le ali dell’immaginazione. Con la radio si annullano le distanze, sa alzare la concentrazione su argomenti e fatti, o abbassarsi all’ascolto per semplice e piacevole compagnia: è davvero un mezzo senza spazio e senza tempo, universale“.
In copertina il frontespizio del periodico “The Phonoscope”, marzo 1899, contenente un approfondimento sui nuovi sistemi di telegrafia.