San Fermo ammirato da un diverso punto di vista: in tre date – 7, 14 e 21 gennaio, dalle 14.20 alle 17 – si potrà vedere da vicino per la prima volta lo straordinario soffitto ligneo a carena di nave rovesciata e la famosa pinacoteca trecentesca composta da quattrocentosedici busti di santi; un’occasione offerta dai professionisti che stanno realizzando i lavori di restauro e organizzata dalla parrocchia, in collaborazione con l’Associazione Chiese Vive. Agli incontri parteciperà anche la storica dell’arte Erika Prandi, che introdurrà la visita del prezioso manufatto.
«Per la parrocchia, ma credo per l’intera città – sottolinea il parroco don Maurizio Viviani – rappresenta sicuramente una straordinaria occasione per osservare da una posizione privilegiata l’incredibile soffitto ligneo affrescato di San Fermo. Non è un soffitto qualsiasi, in quanto nessun’altra chiesa al mondo ne ha uno uguale, sia per le enormi dimensioni che per la complessa articolazione di travi e, non da ultimo, per gli innumerevoli busti di santi dipinti. Proprio la forma a carena di nave ha un significato spirituale ben preciso in quanto la nave già nell’iconografia cristiana antica è un simbolo della Chiesa. Su di essa si possono scorgere dabbasso i volti dei santi. Per dare valore all’importante restauro che si sta compiendo al soffitto e, vista l’eccezionale opportunità che ci è stata offerta dalla ditta, abbiamo ritenuto potesse essere un’occasione imperdibile e di assoluto valore storico».
Prenotazione obbligatoria – Per partecipare è obbligatorio prenotare chiamando Chiese Vive (045.592813) dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, a partire dal 2 gennaio. La visita, dalle 14.20 alle 17, consentirà di accedere al ponteggio a gruppi di dieci persone ogni venti minuti. Necessario un abbigliamento adeguato: pantaloni e scarpe basse con la suola in gomma. È vietato l’accesso ai minori di 14 anni ed è sconsigliato alle persone che soffrono di vertigini. L’accesso al complesso di San Fermo è dal chiostro dal quale si sale nella chiesa superiore dove la dottoressa Prandi introdurrà la visita, con la spiegazione dei principali aspetti storico-artistici della struttura, per poi salire sul ponteggio.
«La doppia fila di ritratti costituisce la più antica e completa pinacoteca di Verona – spiega Prandi – il che fa del soffitto un unicum nel suo genere. È datata tra il 1314 e il 1350, periodo nel quale la chiesa benedettina subì importanti modifiche ad opera dei frati francescani che qui vi rimasero fino alle soppressioni napoleoniche. Il ciclo di dipinti ha stili e realizzazioni diversi, segno che sono intervenuti più artisti in tempi differenti. Tutte le figure sono inserite in finestre trilobate scolpite e la struttura presenta decorazioni floreali monocromatiche».
La storia – Il soffitto ligneo a carena multipla di nave è formato da sedici capriate di 53 metri di lunghezza poste su un’altezza di oltre venti metri. Il legno è il larice rosso, molto resistente al tempo e all’azione degli insetti xilofagi come le tarme. Per costruirlo sono stati tagliati migliaia di alberi, giunti a Verona tramite il corso dell’Adige. Uno di questi è ancora intuibile nella parte sommitale della carena, in cui è presente una cornice a torciglione della lunghezza di dodici metri. Per realizzare il soffitto ci sono voluti oltre trent’anni di lavoro e centinaia di maestranze, guidate all’epoca da fra’ Daniele Gusmari. Il mecenate fu Guglielmo da Castelbarco, ritratto insieme al priore sull’arco trionfale.
La chiesa di San Fermo Maggiore in Verona sorge sul luogo del martirio dei santi Fermo e Rustico e nel corso dei secoli ha subito vari rifacimenti, dovuti agli interventi degli ordini monastici che l’hanno occupata: all’edificio paleocristiano seguì quello benedettino a partire dal 1065; i frati mantennero le fondamenta originarie costruendoci su due chiese: quella inferiore, per conservare le reliquie dei santi, e quella superiore, per le celebrazioni liturgiche e realizzata su modello delle chiese cluniacensi francesi. Nel 1261 subentrarono i frati francescani, che rifecero la parte superiore, aumentandone le dimensioni fino ad ottenere la forma attuale.
I restauri – I primi restauri noti sono della seconda metà del 1800 a cui segue quello di Alessandro Da Lisca nel 1905-1909. In questi interventi sono state ricostruite alcune decorazioni, sostituite delle cantinelle danneggiate e sono state stese ampie velature di nero carbone per rendere omogeneo il tutto. A seguito dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, si è dovuto intervenire nella ricostruzione della copertura e nel restauro del soffitto. L’ultimo intervento noto è degli anni Settanta. Durante i lavori di restauro ancora in corso, finanziati dalla Conferenza episcopale italiana, dalla Diocesi di Verona e dalla Regione Veneto, sono state trovate numerose scritte con date e diversi chiodi utilizzati per fissare il tetto che vanno dal 1300 agli inizi del Novecento.
Le opere – All’interno sono conservate opere d’arte di pregio come il mausoleo Brenzoni di Nanni di Bartolo e del Pisanello, affreschi di Turone di Maxio, del Maestro del Redentore della scuola di Giotto, di Domenico Brusasorzi, di Francesco Morone, pale d’altare di Francesco Torbido, Liberale da Verona e Alessandro Turchi detto l’Orbetto. Il portale d’ingresso è dello scultore Luciano Minguzzi.
La chiesa di San Fermo Maggiore, insieme alla basilica di San Zeno, alla basilica di Santa Anastasia e al complesso del Duomo, rappresenta una delle principali chiese di Verona e per questo inserita nell’itinerario storico dei luoghi della fede e la visita proposta rappresenta indubbiamente una straordinaria opportunità.
Aperture e chiusure museali l’1 gennaio a Verona – Lunedì 1 gennaio 2018 i musei e i monumenti cittadini avranno i seguenti orari:
-Museo di Castelvecchio, Arena e Casa di Giulietta dalle 13.30 alle 19 (chiusura biglietteria ore 18).
-Torre dei Lamberti dalle 11 alle 19.
-Chiusi museo degli Affreschi, tomba di Giulietta, museo archeologico al Teatro Romano, museo di Storia Naturale, GAM Achille Forti e museo Maffeiano.