“Big Bench”: chiuso l’accesso alla Grande panchina rossa. Troppi gli episodi vandalici

 
 

«Oggi, invece, siamo delusi dai numerosi e continui dispetti, atti di vandalismo, sporcizia lasciata a terra, bravate che periodicamente subiamo e disturbi notturni ripetuti. Da qui la sofferta decisione di dover fare un passo indietro e decidere di chiudere definitivamente l’accesso alla Big Bench.»

Con queste parole, scritte su un foglio ed appeso ad una recinzione, la famiglia Bustaggi spiega il perché della decisione di inibire l’utilizzo della Big Bench.

L’idea di costruire a proprie spese la Big Bench era nata circa cinque anni fa alla famiglia Bustaggi dopo un viaggio nel Monferrato in cui si erano imbattuti in un affascinante circuito di grandi panchine. L’idea di poter realizzare la stessa cosa, a casa propria, nella location del Piccolo Stelvio tra Grezzana e Santa Maria in Stelle, e regalare la stessa emozione a chiunque avesse voluto sedervisi li aveva elettrizzati e convinti nel progetto.

Di fatto la Big Bench era diventata la prima (ed unica a quel tempo) di tutto il Veneto, e di questo ne erano orgogliosi.

La prima panchina è stata realizzata in Piemonte nel 2010, di colore rosso e con un’iscrizione significativa “Se hai bisogno di ristorarti un po’, siediti qui sopra… e ti sentirai tornare bambino”. Lo scopo dell’iniziativa promossa dal designer americano Chris Bangle, è proprio questo: costruire delle istallazioni fuori scala che riescano a far meravigliare le persone, e soprattutto gli adulti, esattamente come si sbalordiscono i bambini di fronte a cose che in apparenza sembrano banali.

L’obbiettivo è quello di far capire che la meraviglia non deriva solo dalla ricerca e dalla scoperta di cose nuove ma anche dall’interessante esperienza di sperimentare cose note e conosciute ma in un contesto diverso o, in questo caso, nella posizione privilegiata che può essere offerta dalla seduta di una panchina gigantesca per osservare paesaggi mozzafiato.

Purtroppo ci sono molte (troppe) persone che anziché cercare di rendere la loro vita migliore fanno di tutto per rovinare quella degli altri. E così la Big Bench è presto diventata un “tatami vandalico” dove esercitare la distruzione della bellezza.

Quello della famiglia Bustaggi è tuttavia solo un arrivederci, presto torneranno ed anche la Grande Panchina. Quello che possiamo e dobbiamo fare tutti noi è aiutarli ed aiutarci perché, come diceva Peppino Impastato: «Non ci vuole niente a distruggere la bellezza, e dunque dobbiamo aiutare la gente a riconoscerla e a difenderla perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione e rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.»

Alberto Speciale

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

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