“La nuova accusa di concussione mossa della Procura di Verona nei confronti dei coniugi Giacino conforta quanto vado dicendo fin dal mio primo esposto che ha scoperchiato la vicenda Leardini, portando alla condanna dell’ex vicesindaco e della moglie, ovvero che siamo davanti non ad un caso isolato ma ad un sistema oliato supportato da una fitta rete di complicità qualificate e non improvvisate”.
Michele Bertucco torna sulle vicende di mazzette dell’ex Vice Sindaco Vito Giacino e della moglie Alessandra Lodi, in questi giorni di nuovo alla ribalta della cronaca cittadina per nuovi tristi risvolti.
“La programmazione urbanistica della nostra città è stata scientemente usata non per rispondere alle esigenze di benessere e di sviluppo del territorio ma per arricchire tale rete nell’interesse di pochi.
Forse la verità completa non la sapremo mai, alcune ipotesi di reato sono già prescritte e altre, come nel caso della cabina elettrica del Tiberghien, sono solo all’udienza preliminare.
Una politica che non si nasconda dalle sue responsabilità o che non abbia nulla da nascondere prenderebbe atto che ciò che stiamo vedendo è soltanto la punta dell’iceberg e punterebbe con determinazione a bonificare l’intero settore, partendo dagli incarichi amministrativi e professionali passando per la revisione del Piano degli Interventi e del Piano di assetto del territorio. Ricordo che a parte le inchieste della procura l’amministrazione dispone di ampia documentazione circa i pensanti errori di valutazione e di calcolo che hanno viziato il Pat fin dall’origine. Essendo passati 10 anni dalla sua entrata in vigore, cosa si aspetta a riformarlo?” – conclude Bertucco.