“Barriere mai più”: il progetto degli infaticabili “Genitori tosti”

 
 
“Barriere mai più” è una delle varie iniziative portate avanti dall’associazione onlus “Genitori tosti in tutti posti“, presieduta dall’infaticabile Alessandra Corradi, che ne spiega le caratteristiche: “Da ben 5 anni abbiamo attivato questo progetto, che consiste nel donare attrezzature, finanziare progetti o cause che contribuiscano ad eliminare le barriere, che non sono solo architettoniche“.
A che punto è attualmente? “Finora abbiamo potuto donare attrezzatura per rendere accessibile l’impianto natatorio comunale piscina Belvedere, per un valore di 2900 euro, e una bilancia per pesare le persone con limitata o assente capacità motoria autonoma al reparto di diabetologia pediatrica dell’AOUI di Verona – Ospedale di Borgo Trento, del valore di 900 euro.
Quindi ci siamo impegnati in quel fantastico progetto di rigenerazione urbana ad accessibilità totale, che consiste nel recupero e adattamento 4all di un’area degradata nella periferia della città, comprendente un fabbricato da adibire a Kultur House per un’intera circoscrizione e fucina anche di attività“.
L’idea prevedeva laboratori di ceramica, cucina, sartoria e falegnameria, con annesso parco giochi che sarebbe stato il primo parco giochi veramente accessibile. “ – riprende Corradi – non solo giostrina “per disabili” (e magari sotto il ghiaino), ma praticamente e concretamente inclusivo, unico dell’intera città, perchè a Verona ad oggi non esistono parchi giochi accessibili”.
Il progetto è partito nel marzo 2016, con una storia (in parte raccontata su questa pagina FB) tuttora non giunta al termine. “Il nostro impegno c’è stato tutto ed è andato anche oltre, ma il confronto con parte dell’amministrazione è stato poco fruttuoso: si parla, ad esempio, di usare piante aromatiche come l’alloro per creare un percorso sensoriale per gli utenti ciechi e la replica è “l’aloro l’è bòn par l’aròsto”, oppure si illustra il piano botanico del parco e il commento è “bèh, cavèmo su tute le piante!”, esemplari di 40 anni, tra l’altro. Mi sono sentita avvilita, ma devo, d’altra parte, anche ringraziare Rita Andriani, ex-presidente della sesta circoscrizione di Verona, e il consigliere comunale Marco Zandomeneghi che, con una pazienza infinita. ha seguito e tuttora segue l’iter amministrativo. Poi tutti gli altri, che sono stati tanti e sanno chi sono e che abbiamo già ringraziato, infine, last but not least, i donatori, dalla instancabile fundaraiser socia Amelia Dessi, alla architetta e socia Elisa Renoffio e a tutti quanti dell’associazione che si sono impegnati“.
L’emergenza Covid19 ha frenato tutto: quali sono i piani di ripartenza? “Appena si potrà,  provvederemo ai lavori nel parco, sperando che non ci siano intoppi. Per il 2020, dopo una riunione di direttivo, abbiamo pensato di donare la cifra di 500 euro per sostenere la raccolta fondi di Valentina Tomirotti, una giornalista, blogger, consigliere comunale nella sua città, Porto Mantovano, è attivista per i diritti delle persone con disabilità ed ha fondato l’associazione Pepitosa in carrozza. Valentina ha anche portato in tribunale gli enti che all’Arena di Verona gestiscono i concerti, discriminata in quanto persona con disabilità: se davanti a te tutti si alzano in piedi e tu non hai una pedana dedicata – come dovrebbe essere in qualsiasi evento per definirsi accessibile – sei stata lesa nel tuo diritto di “consumatore”: il concerto lo devi anche vedere, non solo sentire, altrimenti ti compri il disco e stai a casa tua. Il giudice ha, tuttavia, rigettato la sentenza e ha condannato Valentina a risarcire la parte avversa per oltre 5000 euro; poichè noi Genitori tosti sappiamo come funziona questo meccanismo durante gli eventi in generale ed i concerti in particolare, abbiamo deciso che questa è una enorme barriera da abbattere e quindi sosteniamo la causa di Valentina. E invitiamo altre associazioni colleghe, nonchè singoli cittadini, a seguire questa storia, ad unirsi per solidarietà“.
Qui la raccolta fondi attivata da Valentina: una persona con disabilità ad un concerto stona.
Alessandra conclude lanciando un appello a tutti gli operatori nel settore dell’accessibilità: “Va messo a punto un protocollo per rendere accessibile un luogo, sia un campo o un edificio anche storico o di elevato valore monumentale come l’Arena: si può fare e va fatto, noi siamo a disposizione per partecipare alla realizzazione, secondo normativa e necessità”.
 
 
Alessandra Moro
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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