Il 31 Maggio 2016 ha visto l’approvazione, da parte della V commissione del Consiglio Regionale del testo definitivo del Pdl 23, detto comunemente “Azienda Zero”, ovvero la Riforma della sanità veneta, voluta dal Presidente Luca Zaia. La sua storia è lunga e travagliata, fin dai punti critici iniziali. Con questo provvedimento si verrà a creare un unico ente (detto per l’appunto “Azienda Zero”) che unifica e centralizza le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria e socio-sanitaria e assume il comando nella gestione tecnico-amministrativa. Lo scopo finale sarebbe quello di ridurre i costi di gestione e razionalizzare gli appalti e le gare pubbliche, nonché garantire una maggiore trasparenza. Di seguito le funzioni che dovrebbe esercitare:
- gestire acquisti di beni e servizi e acquisti centralizzati
- attivare bandi e concorsi,
- selezionare e forma il personale
- sviluppare l’informatizzazione delle Ulss,
- gestire il sistema di auditing e il controllo interno
- organizzare la logistica,
- gestire i servizi,
- gestire i progetti di finanza,
- definire e monitora i costi standard,
- fare proposte di programmazione degli obbiettivi del governo sanitario,
- fissare gli obbiettivi dei Direttori generali delle Ulss e delle Aoui (Aziende Ospedaliere Universitarie integrate)
- gestire il SER (Servizio epidemiologico regionale)
- diventare sede dei Registri, tra i quali il Registro tumori,
- gestire i Coordinamenti clinici regionali
- essere la GSA (Gestione Spesa Accentrata) ovvero almeno 500 milioni da ripartire alle Ulss per ripianare i debiti e per altre funzioni specifiche come il funzionamento dell’Arpav,
- gestire il sistema assicurativo e i contenziosi,
- gestire l’Ufficio Relazioni con il Pubblico,
- rilasciare l’autorizzazione delle strutture sanitarie e socio sanitarie,
- istituire e coordina gli uffici legali,
- diventare centrale di committenza e appaltante,
- trasferire a se’ quanto personale vuole e assume direttamente chi vuole…
- sostituire le Ulss nelle partecipazioni
Già qualche giorno prima della sua approvazione, il testo presentava punti critici di cui non si è molto tenuto conto. I consiglieri di opposizione, in particolare quelli del Pd,si erano già espressi in merito, sottolineando come alcune scelte si sarebbero dovute fare tenendo conto delle vere esigenze locali attraverso le schede ospedaliere.
Il Consigliere Claudio Sinigaglia, padovano, del gruppo del Partito Democratico, durante una seduta del consiglio regionale ha espresso chiaramente cosa non funziona di questo progetto. In particolare su alcuni punti: “La gestione con solo una persona a capo di tutto, nominata direttamente da Zaia senza bandi o concorsi; il numero delle ULSS e le loro strutture, perché sono previste infatti 9 ULSS invece delle attuali 21… ma con che criterio si è scelto proprio 9 e non invece 7 o 5? Inoltre, prima di prevedere la loro riduzione, sarebbe opportuno riuscire a realizzare i servizi a lungo già programmati ma mai veramente attuati (medicine di gruppo, ospedali di comunità, case di riposo,…). Poi ci sono i rapporti con le Università, viene infatti data la possibilità alle aziende ospedaliere universitarie di Padova e Verona di acquisire la proprietà di altre strutture ospedaliere presenti nel territorio provinciale dov’è ubicata l’azienda; come è possibile trasferire la proprietà degli ospedali alle aziende universitarie senza aver deciso prima quale ruolo, quali funzioni avranno questi ospedali una volta ceduta la proprietà? E perché cedere la proprietà di strutture pubbliche?”
Anche la capogruppo Alessandra Moretti sottolinea altri punti controversi: ”quali sono le effettive competenze che resteranno in capo alla Giunta regionale? nel testo del Pdl 23 ci sono, in più passaggi, riferimenti a norme confuse e contraddittorie che la Giunta potrebbe attivare in futuro.. “potrebbe”, non è detto che lo faccia! Inoltre nel testo di parla di Integrazione Socio-Sanitaria: il modello futuro prevederebbe una conferenza dei sindaci a livello provinciale… circa 100 persone che dovrebbero mettersi d’accordo in una breve riunione…praticamente impossibile! Riguardo ai sindaci, è proprio loro che si dovrebbero ascoltare, sono loro infatti ad avere l’esatta percezione delle necessità per il territorio!”
Alle richieste di una Sanità più vicina ai cittadini, alla criticità di liste d’attesa estenuanti, alla scarsità di personale, ci saranno risposte? Il dibattito in Consiglio Regionale è destinato a protrarsi probabilmente fino all’autunno.