Il Consiglio direttivo dell’Associazione “La città che sale” ha consegnato questa mattina, lunedì 20 gennaio 2020, una lettera aperta al Prefetto di Verona, dr. Giovanni Cafagna, per invitarlo a non autorizzare la recente delibera avanzata dalla Giunta comunale di Verona di intitolare una strada cittadina all’on. Giorgio Almirante.
Le ragioni della opposizione sono giuridiche, storiche e politiche.
Secondo i Soci Fondatori de “La Città che sale” – Alberto Battaggia (presidente), Luciano Butti, Gian Arnaldo Caleffi, Roberto Capuzzo, Maurizio Cimetti, Roberto Giacobazzi, Paola Marini, Anna Maria MolinoRoberto Ricciuti – la proposta appare in contrasto con le disposizioni del Regolamento comunale in quanto, la vita, le scelte, i valori e le azioni di Giorgio Almirante non sono state in nessun caso, né durante il fascismo, né durante la Repubblica, “testimonianza dello sviluppo materiale e civile”: requisito esplicitamente previsto dalla normativa comunale.
Sul piano storico, Giorgio Almirante fu segretario di redazione della rivista “La difesa
della razza”; convinto repubblichino in uno stato alleato alla Germania nazista di Adolf
Hitler; impegnato in posizioni apicali nella lotta antipartigiana. Il contesto storico di allora vide la contrapposizione feroce di regimi totalitari criminali come quelli fascista, nazista e comunista, ma questo non può giustificare o minimizzare, alla luce dei valori liberali e democratici della nostra costituzione repubblicana, le tragiche scelte degli uomini di allora. Tanto più che Giorgio Almirante mai dichiarò pentimento e dissociazione verso le proprie responsabilità ideologiche, politiche e militari relative a quel periodo storico: nemmeno quando la nuova democrazia repubblicana, che lui aveva combattuto militarmente, gli concesse, nel dopoguerra, di essere eletto più volte nel Parlamento nazionale.
Sul piano politico, i firmatari ritengono che la proposta di intitolare una via a Giorgio
Almirante, quasi contemporanea al lodevole riconoscimento della cittadinanza
onoraria veronese alla senatrice Liliana Segre, compiuto unanimemente dal Consiglio
comunale, esponga l’intera città al ridicolo, oltre che alla indignazione, configurando
una sorta di grottesca, anacronistica e strumentale compensazione ideologica.
L’Associazione “La città che sale” si interroga su come può la stessa città celebrare, contemporaneamente, la vittima di uno dei più abominevoli regimi politici novecenteschi, quello nazifascista, e intitolare una strada ad uno dei responsabili diretti di quello stesso regime?. Che senso ha insistere con questi atteggiamenti ideologici a 75 anni dalla fondazione della Repubblica e a 30 dalla fine della guerra fredda?.
Infine la richiesta da parte dei firmatari di un intervento del Prefetto affinchè valuti con obiettivo equilibrio la delibera e non la autorizzi per la palese insensatezza.
Alberto Speciale
(Foto di copertina di NewsStandHub reperita sul web priva di copyright)