“Se non è possibile dare 18 milioni di contributi comunali al project financing sull’Arsenale poiché questo porterebbe a sforare i limiti previsti dal Codice degli appalti, le due alternative proposte, ovvero contributo più canone per 30 o 50 anni, si configurano entrambe come un escamotage utile a dribblare la norma stessa, dal momento che, tutti insieme o poco alla volta, i soldi dovrebbero comunque uscire dalle stesse casse comunali”.
Così il capogruppo comunale Pd Michele Bertucco.
“Anche questa volta la giunta Tosi ci ha portato in un vicolo cieco – aggiunge – e questo vale sia nei confronti della città, costretta ad assistere impotente al degrado dell’Arsenale senza aver mai visto nemmeno l’ombra di un progetto credibile, sia nei confronti dei privati: al di là di sbandierare sinergie con i privati, l’abbraccio dell’amministrazione Tosi verso i vari promotori di project financing si è rivelato il più delle volte mortale. Il caso del traforo delle Torricelle dovrebbe insegnare”.
Afferma la consigliera Elisa La Paglia: “Se il Sindaco si fosse rimboccato le maniche per tempo, ad esempio predisponendo un progetto di recupero e partecipando alla ripartizioni dei fondi strutturali dell’8 per mille come gli avevamo più volte suggerito, oggi non ci troveremmo in questa situazione poiché il Comune avrebbe le risorse per fermare almeno il degrado dell’Arsenale e impostare un intervento di recupero a cui il privato potrebbe contribuire secondo i termini di legge. Curioso che Tosi abbia chiesto soldi pubblici nell’unica circostanza in cui è molto probabile non arrivi nulla. Mi chiedo come è possibile che un Sindaco si spacchi la testa su un deposito museale infruttifero e non veda l’opportunità (spendibile anche dal privato) di creare in una parte dell’Arsenale una cittadella della biodiversità, tenuto conto che tanti laboratori gestiti dalla Forestale sono già attivi, basterebbe mettere il tutto a sistema con una cosa che si chiama “politica” ma che da qualche anno a Verona è diventata un oggetto misterioso”.