“Le stazioni appaltanti devono verificare sempre la validità delle polizze fideiussorie prima di erogare ogni anticipo così da evitare l’acquisizione di polizze rilasciate da soggetti abusivi, o contraffatte. Questo va fatto non solo attraverso la consultazione del sito dell’IVASS, ma anche mediante la richiesta diretta alle singole società assicurative che hanno rilasciato la polizza fideiussoria”. Il recente Provvedimento di Anac in rassegna con il richiamo formale a Veneto Strade ad un maggiore controllo
Così è intervenuta ANAC richiamando Veneto Strade spa, con il provvedimento n.4180/2023 del 24 giugno scorso e pubblicato povhi giorni fa, in merito alla procedura di affidamento dell’intervento di “Costruzione galleria Pala Rossa ed adeguamento del piano viabile della S.R. 50 del Grappa e del Passo Rolle” dal km 52+900 al km 54+250 in Comune di Lamon (BL) per un importo a base di gara di euro 19.576.498,00.
Tutto è nato da una segnalazione effettuata da una impresa consorziata al consorzio aggiudicatario la quale nell’agosto del 2023 segnalava ad ANAC, oltre che alla Procura della Repubblica ed alla Procura della Corte dei Conti, che la polizza fideiussoria per l’anticipazione di importo pari ad euro 5.350.727,87 e il relativo atto di coobbligazione – entrambi autenticati da un notaio – della impresa di assicurazioni con sede in Finlandia, abilitata a operare in Italia in regime di libera prestazione di servizi, sarebbe stata contraffatta. La scoperta è stata fatta dopo che l’IVASS aveva pubblicato, solo dopo pochi mesi dalla sottoscrizione, un Comunicato Stampa con cui segnalava la commercializzazione di polizze false proprio della impresa di assicurazioni con sede in Finlandia.
Ne è seguita la revoca dell’appalto, la richiesta di restituzione dell’anticipazione e l’esclusione dal consorzio dell’impresa garantita.
L’Autorità, con Nota del Presidente approvata dal Consiglio del 24 giugno 2024, ha accertato che “l’operato della stazione appaltante non risulta conforme a quanto previsto dal Codice Appalti vista la non adeguatezza delle verifiche, propedeutiche all’erogazione dell’anticipazione, risultate prive dei necessari approfondimenti, in ordine alla idoneità della polizza fideiussoria, volte ad assicurare l’operatività della garanzia, per la salvaguardia dell’interesse pubblico”.
“La consultazione del sito IVASS – scrive Anac – avrebbe consentito alla Stazione appaltante di rilevare la mancanza di veridicità della predetta polizza fideiussoria o quanto meno di far emergere fondati sospetti in merito alla bontà del documento, che avrebbero dovuto indurla ad attivare ogni opportuno riscontro in merito alla veridicità del documento. La mancata adozione di tutte le opportune cautele nella valutazione delle polizze fideiussorie offerte a garanzia della anticipazione, attraverso il controllo preventivo, anteriore al pagamento dell’anticipazione, rientra tra i doveri di diligenza, prudenza, perizia, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare, nel caso di specie rimasti inosservati”.
In sostanza, – ribadisce Anac – la stazione appaltante deve verificare che la polizza fideiussoria non sia contraffatta e sia riferibile ad imprese ed intermediari regolarmente autorizzati.
“L’azione della Veneto Strade spa è stata permeata da una certa superficialità per la mancata consultazione del sito dell’IVASS, peraltro del tutto agevole. Ciò ha indotto l’erogazione di un’ingente somma di denaro a titolo di anticipazione, in assenza delle tutele previste dalla legge”.
Nel caso di specie, non risulta che la stazione appaltante abbia agito in conformità con il Comunicato congiunto Banca d’Italia, IVASS, ANAC e ACGM del 28 maggio 2020 (oltre che il richiamato Comunicato del Presidente ANAC del 1° luglio 2015, integrato dal successivo Comunicato del 21 ottobre 2015) in cui venivano fornite specifiche indicazioni per la verifica della genuinità della polizza propedeutica al pagamento dell’anticipazione, che avrebbero dovuto indurla, ad effettuare i dovuti accertamenti in ordine alla idoneità della fideiussione, al fine di assicurare l’operatività della garanzia, cosa che invece non pare avvenuta.
Nel citato Comunicato del 28 maggio 2020, contenente i suggerimenti alle pubbliche amministrazioni per la verifica della genuinità delle garanzie finanziarie ad esse fornite, si affermava chiaramente che le stazioni appaltanti devono verificare due condizioni ossia che la garanzia sia rilasciata da un soggetto legittimato e che la polizza non sia contraffatta attraverso la richiesta diretta alla compagnia di assicurazione che ha emesso la polizza circa la sua validità.
Ricordo (per chi ha la memoria corta “selettiva”) che anche al Comune di Verona sono state presentate polizze fiudeussorie false (o emesse da compagnie assicurative prive dei requisiti finanziari), ne ricordo tre: PUA San Rocchetto a Quinzano, PUA area ex Cardi e PUA Ai Tigli a Montorio.
In tutti e tre i casi i falsi sono stati scoperti dall’allora consigliere comunale Michele Bertucco (ora in prestito alla Giunta Tommasi).
Alberto Speciale