Si terrà domani, venerdì 22 marzo, a partire dalle ore 9 presso l’Istituto “Giovanni Giorgi” di Verona (in via F. Rismondo n. 10) la cerimonia di intitolazione della Biblioteca d’Istituto ad Antonino Caponnetto, il giudice che ha guidato il Pool antimafia di Palermo dal 1984 al 1990 e che chiamò accanto a sé magistrati di valore come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
CHI ERA CAPONNETTO.
Attraverso il lavoro coordinato del pool antimafia, Antonino riuscì a far arrestare più di 400 criminali legati a Cosa Nostra siciliana e istruì il cosiddetto “maxiprocesso di Palermo”.
Mentre un centinaio di alunni vedrà l’intervista concessa dal dottor Caponnetto al giornalista Gianni Minà, le autorità e i giornalisti invitati, i rappresentanti nazionali della Fondazione Caponnetto, i rappresentanti d’Istituto, i componenti del gruppo “Ragazzi al Centro” del Giorgi, i rappresentanti dell’Associazione Provinciale ANTEAS, guidati dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Mariapaola Ceccato, a partire dalle ore 9 (per circa 20 minuti) parteciperanno alla cerimonia di intitolazione della Biblioteca.
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Dalle ore 9,30, presso l’aula magna dell’Istituto, gli studenti delle classi quinte del Giorgi, e gli ospiti invitati, potranno assistere ad un mini convegno che prevede i seguenti interventi istituzionali:
– Dirigente Scolastica dell’Istituto “G. Giorgi” prof.ssa Mariapaola Ceccato
– Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia prof. Nicola Morra
– Questore di Verona, dott.ssa Ivana Petricca (in attesa di conferma)
– Assessore Comunale all’Anticorruzione dott.ssa Edi Maria Neri
– Augusto Gambaretto dell’Associazione Provinciale ANTEAS
Interventi (dalle 9,45 alle 10,50)
– “Le Mafie e il Veneto” (Prof. Matteo Orlando, Team “Ragazzi al Centro” del Giorgi)
– “Al cuore del problema Mafie” (Dott. Enrico Sandrini, magistrato veronese della Corte di Cassazione)
– “Chi è stato il giudice Caponnetto” (Sergio Tamburrino, Fondazione nazionale “Antonino Caponnetto”)
– “Il mio ricordo di Caponnetto” (Giuseppe Vitale, ex agente di scorta del giudice)
Il comunicato stampa riporta, nella parte conclusiva, le dichiarazioni dei protagonisti di questo importantissimo evento:
“Per sconfiggere preventivamente le mafie sono necessarie la cultura e la conoscenza. Bisogna prendere coscienza che le mafie vanno conosciute anche dai ragazzi per poterle combattere” (Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia).
“Antonino Caponnetto è stato il padre del pool antimafia, ma non solo. La legalità e la Costituzione sono state le passioni della sua intera vita” (Sergio Tamburrino, Fondazione “Antonino Caponnetto” di Firenze).
“A fianco e a protezione di ‘Nonno Nino’, impegnato nella divulgazione della cultura della legalità, abbiamo incontrato migliaia di giovani in tutta Italia” (Giuseppe Vitale, ex agente di scorta del giudice Caponnetto).
“L’intitolazione temporanea della biblioteca ad Antonino Caponnetto è un gesto di sensibilità dell’istituto verso un servitore dello Stato e cultore della legalità che deve essere esempio per tutti noi. Egli ha creduto fortemente in un’ideale di vita senza violenze e costrizioni, ha lottato per la libertà di ciascuno di noi e per questo dobbiamo essergli grati” (Mariapaola Ceccato, Dirigente Scolastica dell’Istituto “G. Giorgi”).
“La Mafia è un problema anche dei giovani, perché essi sono il futuro. Necessita ‘socializzare il territorio’, stare accanto alle persone senza diritti, ai disoccupati, ai minori che non vanno a scuola, favorire la risposta ai bisogni di lavoro, di gestione del tempo libero, di giustizia e d’identità delle famiglie e dei giovani. Il Presidente Mattarella ha detto che ‘la solidarietà è l’impalcatura della convivenza’. Aiutare chi è in difficoltà, fa vivere meglio se stessi e la comunità in cui si è inseriti; il volontariato è una possibile risposta” (Augusto Gambaretto dell’Associazione Provinciale Anteas che si occupa dello sviluppo del volontariato a Verona e provincia).
“Caponnetto, il fiorentino-siciliano, è unitariamente considerato uno dei simboli della lotta al crimine organizzato italiano. Diceva: ‘La mafia teme la scuola più della giustizia, l’istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa’. Si spiega così l’intitolazione della nostra biblioteca al giudice” (Matteo Orlando, Responsabile della Biblioteca multimediale del Giorgi).
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