Annicchini e Fiocco: due visionari dell’arte

Cristina Annicchini e Michele Fiocco
 
 

Si è aperta ieri sera la doppia personale di Cristina Annicchini e Michele Fiocco. Mola la gente presente per ammirare e estasiare gli occhi con le opere esposte.
Emozionati anche gli artisti che hanno voluto spiegare il loro personale percorso all’interno del mondo dell’arte.

È Cristina a spiegarci cosa sia il Raku*: “È una ceramica antica che proviene dal Giappone con cui si realizzavano i servizi da tè . Questa tecnica poi è arrivata anche in Europa e molte cose sono cambiate. La cosa che a volte mi stupisce è che questa tecnica mi viene in modo spontaneo, naturale. Da qui parte il mio percorso artistico e realizzo forme particolari, solo mie attraverso cui esprimo me stessa.

Mi piace pensare di vivere sopra il mondo e non sono capace di mettere i piedi per terra, un po’ come Michelangelo che sosteneva che un’opera già vive all’interno del materiale da cui esce, la sola cosa da fare è farla uscire, un po’ come faccio io.

Una passione nata quasi per caso dopo aver seguito un corso artistico, da quell’istante è nata questa passione che mi sta conducendo verso una meta che però ancora io stessa ignoro”.

Decisamente più emozionato il secondo artista e forse ancora più visionario, Michele Fiocco.
“Il mio percorso artistico si lega profondamente alla figura del cavallo. È un viaggio che io compio insieme al cavallo, o meglio ancora forma cavallo, come amo definirla.

È un viaggio che io faccio insieme a tutti gli oggetti quali vasi, fiori, bottiglie che io poi assemblo per formare delle composizioni. È un viaggio anche e soprattutto simbolico che mi rappresenta.

Questo animale, che solitamente rappresenta la forza e la fierezza, nelle mie opere diventa un simbolo. Ho deciso per questo di catturare la parte più semplice, forse invisibile agli occhi della gente. È una scoperta del lato interiore. L’esaltazione non della forza bensì del pensiero tant’è che io li chiamo cavalli pensanti.

È qualcosa che riguarda la mia sfera intima, quello che io sento dentro di me. Un viaggio, come quello di Cristina, che non sembra avere una destinazione finale certa. La mia è una continua ricerca di tecnica e materiali che mi diano le giuste sensazioni per realizzare le mie opere.

Le mie opere sono per me delle continue e nuove scoperte di me stesso e di quello che realizzo. L’istinto è la mia guida per questo le mie opere non sono pensate, ma realizzate d’impulso. Se ragionassi non potrei realizzarle”.

Un percorso non lineare che conduce questi due artisti verso ignoti incontri che servono a realizzare, forse, le loro opere. Due autentici visionari della realtà.

Due modi differenti di concepire l’arte ma che hanno in comune la spontaneità delle loro opere che nascono non dal pensiero razionale bensì dall’impeto del fuoco artistico che vive dentro di loro.

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*Il Raku è una tecnica di origine giapponese di cottura, nata in sintonia con lo spirito zen, in grado di esaltare l’armonia delle piccole cose e la bellezza nella semplicità e naturalezza delle forme. L’origine del Raku è legata alla cerimonia del tè: un rito, realizzato con oggetti poveri, incentrato sulla tazza che gli ospiti si scambiavano. Le sue dimensioni erano tali da poter essere contenuta nel palmo della mano

 
 
Davide Caldelli
Sono di Verona, nato il 15 gennaio, quindi Capricorno. Ho un temperamento deciso ma anche la giusta allegria per le origini senesi del nonno paterno. Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo conseguita con il massimo dei voti. Iscritto All’ODG del Veneto, nel tempo libero sono istruttore minibasket a Lugagnano. Scrivo per il Corriere dello Sport. Credo neello sport per tutti. Nel 2014 la mia passione mi ha portato a Sochi per seguire i Giochi Paralimpici Invernali. Amo il Teatro: Shakespeare in particolare. Mi piace il nuoto e quando posso vado in mountain bike. Sono sincero: dico sempre quello che penso. Sempre di corsa ma mi piace così.

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