Angelo Dall’Oca Bianca, no del Comune alla statua in piazza Erbe: le (possibili) opinioni dell’interessato e di Barbarani

 
 

Abbiamo studiato la piazza e scelto una soluzione prudenziale che ne tuteli il secolare valore storico e artistico”: questa la posizione dell’assessore all’Arredo urbano, in merito alla decisione recentemente assunta dalla Giunta di non collocare in piazza Erbe la statua bronzea del pittore Angelo Dall’Oca Bianca, come richiesto dal comitato ‘Dall’Oca tra noi’.

La valutazione dell’Amministrazione – spiega – è partita da un punto di vista diverso da quello del comitato. Noi abbiamo privilegiato l’integrità complessiva della piazza, il comitato ha considerato sola la statua e la sua collocazione. Da secoli la piazza è caratterizzata per tre elementi scultorei, ad essa collegati e rappresentativi della città: la ‘Madonna Verona’ d’epoca romana, datata 380 d.c, e posta al di sopra della fontana realizzata nel 1368 da Cansignorio della Scala, la ‘Tribuna’ di epoca medioevale e simbolo dell’attività politica della città e il Leone del 1523, fortemente rivoluto dai cittadini veronesi dopo che, al tempo della caduta della Repubblica Veneta, fu distrutto dai giacobini. In un contesto architettonico di così forte rilievo storico è stato quindi ritenuto prudenziale non inserire nessun altro elemento moderno, anche in rispetto di quelle allegorie ‘dell’Ignoranza, della Prudenza e dell’Invidia’ raffigurate sulle Case Mazzanti e strenuamente difese dallo stesso Dall’Oca Bianca, che appaiono oggi quasi un monito di rispetto alla bellezza di questo luogo. Così come la Soprintendenza ha valutato gli aspetti che le competono, noi amministratori abbiamo svolto il nostro ruolo. E cioè di ritenere che piazza Erbe resti il massimo simbolo della vita pubblica veronese, con le tre sculture delle altrettante epoche di storia cittadina. Del resto, è dal 1500 che nessun amministratore ha sentito il bisogno di inserire altri simboli nella piazza. Le eccellenze artistiche trovano la giusta collocazione nei siti adeguati e di altrettanto pregio. Per quanto riguarda il grande concittadino Dall’Oca Bianca, faremo anche di più: lo faremo rivivere in una sezione permanente alla Galleria d’arte moderna. Il giusto tributo alla sua arte e alle sue opere, che Verona gli deve”.

Angelo Dall’Oca Bianca nacque a Verona il 31 marzo 1858, battezzato a S. Anastasia, e vi morì il 18 maggio 1942. Aldilà della sua carriera artistica, nota, interessante è riprendere proprio la sua posizione su piazza Erbe: raggiunto, infatti, il benessere economico e la fama, evitò occasioni mondane e si concentrò su temi sociali come l’edilizia popolare e la tutela del patrimonio artistico e paesaggistico di Verona. Un’inclinazione già manifestata ai primi del Novecento, quando il centro storico, e in particolare piazza delle Erbe, era minacciato dalla speculazione edilizia che ufficialmente propagandava un programma di risanamento civile ed igienico dei quartieri poveri. Iniziativa con fondamenti evidenti e compresi da dall’Oca Bianca, che, tuttavia, si impegnò per salvaguardare il prolungamento verso meridione, fatto di casupole pittoresche nella loro irregolarità: una cartolina veronese negli occhi e nell’animo dell’artista, ma, d’altra, parte, disperatamente bisognosa di restauro.

Sfogliando “La lettura”, rivista mensile del Corriere della Sera, anno XI (ovvero 1911) ci si imbatte in un illuminante articolo firmato da Berto Barbarani ed intitolato “Una piazza ben difesa e male intesa”, in cui le parole a protezione dell’integrità storica del sito sono corroborate dalle tele del pittore compaesano.

Berto finge di discorrere con le erbivendole e le fioraie: “(…) Ma perchè credete che il governo abbia dichiarato monumento nazionale la vostra piazza? Perchè nessuno la tocchi, perchè se la toccassero, invece di un allegro sorriso di riconoscenza, la grande fisionomia estetica subirebbe il ridicolo di una smorfietta sul genere di quella di Madonna Verona da poi che le hanno cambiato la testa (…)”.

 
 
Alessandra Moro
Sono nata a Verona sotto il segno dei Pesci; le mie radici sono in Friuli. Ho un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso. Sono giornalista pubblicista dell’ODG Veneto e navigo nel mondo della comunicazione da anni, tra carta, radio, tv, web, uffici stampa. Altro? Leggo, scrivo, cucino, curo l’orto, visito mostre, gioc(av)o a volley. No, non riesco a fare tutto, ma tutto mi piacerebbe fare. Corro contro il tempo, ragazza (di una volta) con la valigia.

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