“I numeri e le informazioni fornite durante la conferenza stampa di bilancio dell’attività di contrasto alle strutture extralberghiere di oggi a Palazzo Barbieri confermano l’estrema gravità di un fenomeno che la nostra associazione ha da tempo e per prima portato all’attenzione delle autorità e delle amministrazioni locali”.
Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, commenta così l’azione di controllo effettuata sul territorio comunale dove ormai si contano oltre 3.000 strutture tra locazioni turistiche, B&B, affittacamere, case vacanze ed altre tipologie “gran parte delle quali – sottolinea Arena – non operano nel rispetto delle norme”.
“Il ricettivo strisciante, la cosiddetta shadow economy – prosegue Arena – sta causando un danno ingentissimo all’economia ed è fonte di concorrenza sleale nei confronti delle aziende regolari, genera evasione della tassa di soggiorno, della Tari, ed elusione di ogni norma a tutela della sicurezza dei consumatori. Si creano due tipi di criticità: di sicurezza e di economia sommersa, con un’evasione fiscale sistematica”.
Non solo: le locazioni turistiche, come è emerso durante la conferenza stampa, hanno determinato anche il sorgere di una nuova tipologia di offerta sul mercato di gruppi di alloggi gestiti da un unico gestore (persona fisica, agenzie immobiliari o turistiche), determinando l’immissione di numerosi alloggi prima destinati alle locazioni tradizionali per residenti. Preoccupante la situazione relativa all’utilizzo di immobili o locali non a norma sia nella zona del Centro Storico che in quella della Fiera.
“Nel ringraziare le forze di polizia per l’intesa attività di controllo e l’assessore Daniele Polato per l’attenzione al tema – conclude Arena – non possiamo che ribadire la richiesta di urgente regolamentazione del settore ed auspicare che l’azione di controllo possa essere estesa a tutto il lago di Garda magari con convenzioni con la polizia locale di Verona che ha acquisito competenze e formazione per attività investigative”.
“Un fenomeno di diffusa concorrenza sleale che sfocia nell’illegalità – l’ha definita il direttore generale di Confcommercio Verona, Nicola Dal Dosso, nella conferenza stampa in Comune -. Verona sta facendo scuola nei controlli, dai quali emerge chiaramente come il fenomeno sia in gran parte illegale. La scelta di adottare un codice identificativo univoco, come è stato fatto in Lombardia, potrebbe essere una prima risposta”.