Anac: Raffaele Cantone lascia la presidenza dell’Autorità nazionale anticorruzione

 
 

Raffaele Cantone ha deciso di lasciare l’Autorità anticorruzione e “tornare a fare il magistrato”. Lo ha annunciato lo stesso presidente dell’Anac con una nota pubblicata sul sito dell’authority.

Entrato in magistratura nel 1991 quando aveva ventotto anni, ha trascorso metà della vita indossando la toga, divenuta nel tempo una seconda pelle. Ha sempre considerato la magistratura la sua casa, che gli ha consentito di vivere esperienze straordinarie dal punto di vista umano e professionale, a cominciare dal periodo alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

Nella mattina di oggi, con alcuni mesi di anticipo, Raffaele Cantone ha avanzato formale richiesta di rientrare nei ruoli organici della magistratura. Un atto che implica la conclusione del  mandato di Presidente dell’Anac, che diverrà effettiva non appena l’istanza sarà ratificata dal plenum del Csm. Tornerà pertanto all’Ufficio del massimario presso la Corte di Cassazione, dove prestava servizio prima di essere designato all’unanimità dal Parlamento a questo importante incarico.

«Adesso, dopo oltre cinque anni, sento che un ciclo si è definitivamente concluso, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell’Anac e del suo ruolo», si legge nella nota.

Cantone scrive di «una decisione meditata e sofferta. Sono grato dell’eccezionale occasione che mi è stata concessa ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno mi appare una insopportabile limitazione, simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe».

Cantone afferma di lasciare «la presidenza dell’Anac con la consapevolezza che dal 2014 il nostro Paese ha compiuto grandi passi avanti nel campo della prevenzione della corruzione, tanto da essere divenuta un modello di riferimento all’estero. La stessa Autorità nazionale anticorruzione, istituita sull’onda di scandali ed emergenze, rappresenta oggi un patrimonio del Paese. Sono circostanze che dovrebbero rappresentare motivo di orgoglio per l’Italia, invece sono spesso poco riconosciute come meriterebbero».

«Naturalmente la corruzione è tutt’altro che debellata – prosegue l’ormai ex Presidente – ma sarebbe ingeneroso non prendere atto dei progressi, evidenziati anche dagli innumerevoli e nient’affatto scontati riconoscimenti ricevuti in questi anni dalle organizzazioni internazionali (Commissione europea, Consiglio d’Europa, Ocse, Osce, Fondo monetario) e dal significativo miglioramento nelle classifiche di settore».

Infine un pensiero all’Autorità che sa «di lasciare l’Autorità in buone mani, mi auguro in ogni caso che nei tempi tecnici necessari a formalizzare il rientro in magistratura sarà possibile procedere alla nomina del mio successore. Ringrazio quanti in questi anni, con sacrificio e spirito di abnegazione, hanno consentito di ottenere i risultati raggiunti. Sono certo che grazie al loro impegno sarà possibile assicurare la debita continuità col lavoro svolto finora».

Non sarà facile sostituire il ruolo di Presidente dell’Anac, svolto in questi anni da Raffaele Cantone con estrema professionalità andando talvolta a Deliberare su temi di estrema rilevanza come ad esempio gli appalti pubblici. Scontrandosi talvolta con Ministri e Ministeri. 

Una delle ultime Delibere di rilievo è la numero 427 del 15 maggio 2019 – Gara d’appalto a mezzo procedura aperta per l’affidamento del Servizio di Ristorazione per i fabbisogni delle Aziende sanitarie della Regione Veneto, per la durata di 5 anni, rinnovabile per 2 anni, numero gara 6616088 – di cui parleremo diffusamente al riguardo in un separato articolo, considerato il silenzio dei media, nonostante quanto successo in Consiglio Regionale il 5 e 17 luglio. 

Alberto Speciale

 
 
Alberto Speciale
Classe 1964. Ariete. Lavoro come responsabile amministrativo e finanziario in una società privata di Verona. Sono persona curiosa, amante della trasparenza con un interesse appassionato, inesauribile, sfacciato, per i fatti degli uomini. Caparbio e tenace. Lettore. Pensatore. Sognatore. Da poco anche narratore di fatti e costumi che accadono o che potrebbero accadere nella nostra città. "Sono responsabile di quel che scrivo non di quel che viene capito"

1 COMMENTO

  1. Ecco, magari adesso si fa destinare alla Procura di Verona e ne vedremo delle belle…
    Talvolta sognare è utile allo scopo.

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