Un convegno per far conoscere l’origine e la storia della chiesa dei Santissimi Jacopo e Lazzaro alla Tomba e dell’attiguo ospedale psichiatrico di Borgo Roma, ma anche per sensibilizzare la città sull’importanza del loro restauro: l’appuntamento è per venerdì 12 ottobre, alle 15.30, in Gran Guardia.
Al microfono si alterneranno le voci autorevoli di docenti universitari, architetti, ingegneri veronesi e rappresentanti dell’associazione culturale “Ctg Un Volto Nuovo”, da sempre impegnati nella tutela dei due edifici storici.
Il programma della tavola rotonda, moderata da Maurizio Pedrini, prevede – dopo i saluti istituzionali – l’intervento “La chiesa dei SS. Jacopo e Lazzaro alla Tomba. Il luogo, le funzioni, l’architettura, le testimonianze artistiche” dei docenti GianMaria Varanini, Tiziana Franco, Maria Clara Rossi, Alessandra Zamperini e dell’architetto Giovanni Castiglioni. Seguirà, alle 17, il racconto di cos’erano “La cittadella e l’archivio dell’Ospedale psichiatrico di San Giacomo alla Tomba” da parte delle docenti Garbellotti, Gamberoni, Fianco e Carraro. Il pomeriggio si concluderà con la spiegazione di quello che è il progetto per il recupero e la valorizzazione proposto da A.c.m.E. Studio e con le riflessioni e prospettive future per i due edifici.
L’iniziativa, aperta a tutta la cittadinanza, è stata presentata dall’assessore alla Cultura Francesca Briani, presenti, oltre ai relatori del convegno, il presidente del “Ctg Un Volto Nuovo” Patrizio Mantovani e il presidente della quinta circoscrizione Raimondo Dilara.
“Un’iniziativa lodevole che l’Amministrazione comunale sostiene – ha detto Briani – in quanto ci consentirà di conoscere e riflettere su una pagina importante della storia veronese, che va divulgata proprio per far emergere il valore artistico di questi spazi ancora poco conosciuti”.
Lo “Spedale dei Santi Giacomo e Lazzaro” fondato alla Tomba, governato dagli Agostiniani, nel 1225, per commissione del vescovo Jacopo di Braganza doveva andare ad accogliere anche gli infermi e i conversi dello Spedale di Santa Croce, ma i religiosi di quest’ultimo si opposero, fino a cedere per la bolla emanata dal papa Giulio II nel 1508, come racconta il Bagatta nella sua “Storia degli spedali e degli istituti di beneficenza in Verona dall’epoca cristiana a’ giorni nostri” (1862). L’istituzione divenne un riferimento per la città, specializzandosi nella cura della peste e delle malattie contagiose.