Su iniziativa dei Musei Civici di Verona, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti presenta, in collaborazione con Fondazione Brescia Musei, il dipinto Pia dei Tolomei (1846) di Eliseo Sala (Milano, 1813-1879), proveniente dal Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia di Brescia.
L’esposizione temporanea del dipinto è stata resa possibile grazie alla collaborazione instaurata tra i due enti, Musei Civici di Verona e Fondazione Brescia Musei, volta a sviluppare una rete di cooperazione e valorizzazione delle rispettive collezioni.
Attraverso il rafforzamento dei rapporti tra istituti di cultura, al prestito di due opere del Museo di Castelvecchio alla mostra Il Rinascimento a Brescia. Moretto, Romanino, Savoldo 1512-1552 (18 ottobre 2024 – 16 febbraio 2025, Museo di Santa Giulia, Brescia) è corrisposta l’inclusione dell’opera di Eliseo Sala nella sezione del percorso espositivo della GAM dedicata alla figura di Dante Alighieri.
Sezione dantesca della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
Introdotta dalla celebre Meditazione (1851) di Francesco Hayez, icona del Romanticismo italiano, la sezione dantesca della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti presenta una selezione di opere che, pienamente inserite nel clima storicistico ottocentesco, raffigurano il Sommo Poeta e alcuni protagonisti della sua Commedia, celebrando il legame tra Dante e Verona, città che gli diede “lo primo […] refugio e ’l primo ostello” (Paradiso, XVII, 70).
Dipinti e sculture della collezione civica testimoniano la ricca produzione artistica incentrata, a partire dal XIX secolo, sul mito del Poeta, assurto a padre della cultura e della lingua italiana, e sulla rivisitazione iconografica di protagonisti della Divina Commedia quali Pia dei Tolomei, il conte Ugolino della Gherardesca e i suoi figli, Beatrice e lo stesso Poeta.
Pia dei Tolomei, citata nel Canto V del Purgatorio, figura che aleggia tra realtà storica e mito, è la protagonista dell’opera di Eliseo Sala. La nobildonna senese viene ritratta dal pittore lombardo desolatamente accostata al parapetto di un balcone con lo sguardo malinconicamente rivolto verso il basso. Andata in sposa a Nello de’ Pannocchieschi, Signore del Castel di Pietra e Podestà di Volterra e Lucca, la donna fu vittima di un’infelice vita coniugale: il marito la recluse all’interno del suo maniero in Maremma portandola a una tragica morte, secondo alcuni per punirne l’infedeltà, secondo altri per poter passare a seconde nozze.
Dante include Pia dei Tolomei nell’Antipurgatorio, tra i morti per forza e peccatori fino all’ultima ora; il suo spirito rivolge un’accorata e dolce richiesta al Poeta: «”Deh, quando tu sarai tornato al mondo, / e riposato de la lunga via”, / seguitò ‘l terzo spirito al secondo, / “Ricorditi di me, che son la Pia; / Siena mi fé, disfecemi Maremma: / salsi colui che ‘nnanellata pria / disposando m’avea con la sua gemma”.»
La misteriosa figura di Pia dei Tolomei diviene nel corso dell’Ottocento oggetto di numerose riscoperte e riletture. Protagonista dell’omonimo poemetto (1822) del patriota pistoiese Bartolomeo Sestini, che narra dell’ingiusta accusa di tradimento della donna e della sua prigionia per mano del marito, viene assurta a figura femminile pura e innocente, divenendo icona degli ideali muliebri dell’Ottocento.
Altre due opere presenti nella collezione della Galleria d’Arte Moderna la raffigurano mentre viene condotta verso la sua prigione e ultima dimora (Pia dei Tolomei condotta in Maremma) e nella triste attesa del suo destino, affacciata al balcone con il capo chino (Pia dei Tolomei). I dipinti, rispettivamente di Pompeo Marino Molmenti(1819-1894)eLorenzo Rizzi (1830-1885), dialogano con l’opera di Sala e concorrono a ritrarre una figura divenuta simbolo risorgimentale della nazione tradita dagli stranieri.
Sulla scia dei medesimi ideali, legati agli esempi magistrali di Francesco Hayez e all’impegno civile e politico dell’Italia del Risorgimento, altre opere di artisti come Torquato Della Torre (1817-1855) e Ugo Zannoni (1836-1919) interpretano i fermenti politici per l’unificazione del Paese nel segno di una malinconia letteraria e di un Medioevo ideale del tipico clima di revival ottocentesco.
Tutte le informazioni sul sito della GAM.