Alessia Rotta, “Bastaunsì” per cambiare l’Italia

 
 

– Con notevole anticipo è partita la campagna, anche con qualche polemica, per il Referendum Costituzionale. Sarà effettivamente il punto di svolta per questo governo?                                                                                                                             – Si tratta di una grande riforma che il Paese stava aspettando da troppi anni, non si tratta di una “riforma di palazzo”, ma che riguarda tutti noi. Sarà la fine del bicameralismo perfetto, dei costi eccessivi della politica, dei contenziosi tra Stato e Regioni; porterà quindi una notevole semplificazione, farà in modo che uno Stato più snello potrà dare risposte ai bisogni dei cittadini e delle imprese in tempi ragionevoli. Alcuni partiti sono nati proprio per portare avanti un’azione di semplificazione, ricordo la Lega che urlava contro “Roma ladrona”, ora sono contrari alla riforma, non si riesce proprio a capire le ragioni del “No” da parte di questi. Poi che il M5S sia contrario a misure legislative che prevedono la cancellazione definitiva delle Province, l’abolizione del Cnel e la riduzione degli stipendi a Presidenti e Consiglieri regionali, francamente è incomprensibile. Perciò “Basta un Sì” per rendere effettiva questa azione di revisione del funzionamento statale.

– Siamo alla vigilia di una importante tornata di elezioni amministrative, Roma, Milano, Napoli, le più contrastate, senza parlare di Bologna e Torino, un’altra prova da superare per i riflessi che potrebbero avere sull’azione del governo?                            – Sono partite aperte, andremo al ballottaggio a Milano, dove siamo avanti, a Roma, dove Roberto Giachetti acquisisce sempre più consensi, a Torino potremmo farcela anche al primo turno; la situazione più problematica è quella di Napoli, mentre a Bologna sembrerebbe che non ci siano problemi, ma dobbiamo comunque lavorare, non possiamo dare per scontato nulla. Ma vorrei ricordare anche tutti quei comuni considerati minori solo perché hanno meno abitanti, penso a Novara, a Trieste e a tutti quelle città dove abbiamo ben governato e dove siamo certi che i cittadini premieranno il lavoro delle nostre amministrazioni.

– Un quadro positivo, ma purtroppo abbiamo avuto anche cattivi esempi di gestione della cosa pubblica…                                                                                                         – Alla Camera abbiamo approvato in Commissione, ora andrà in Aula, il provvedimento di riforma dei partiti, proprio perché l’azione di controllo e di prevenzione di eventuale malgoverno non può essere delegata alla Magistratura: Purtroppo anche qui forze politiche che a parole sono per la trasparenza, hanno votato contro a misure quali il limite dei due mandati; noi siamo contrari nei fatti ai politici di professione, altri solo a parole!

– Passiamo alla nostra città: fra un anno si vota anche a Verona, come vede la situazione in prospettiva, cosa si propone di fare il PD?                                                  – Sicuramente il Partito Democratico presenterà un candidato in grado di incarnare i suoi valori;  non lo sceglierà con discussioni interne, ma dopo un processo democratico di ascolto di quelle che sono le necessità e la voglia di risveglio della città. Io immagino un incontro con i cittadini quartiere per quartiere per ascoltare e capirne necessità e bisogni.

-Metodo“Giachetti”?                                                                                                          – Certo, perché solo parlando con le persone si può andare incontro alle aspettative di questa città, che ha perso innumeri occasioni: ovunque esistono comitati e associazioni che chiedono una svolta, penso ad esempio a quartieri come Veronetta e alle sue problematiche, all’Arsenale, allo Scalo merci, alla Dogana sull’Adige. Tante, troppe occasioni non sfruttate e che Verona non può permettersi di perdere. Una città bellissima, impoverita da una totale incapacità di amministrarla.

– Perciò nessun accordo con  Flavio Tosi e no al terzo mandato?                                   – Questa  è una questione inesistente; si tratta di un desiderata di Tosi, che è in contrasto con quello che hanno affermato autorevoli esponenti del Governo, a partire dal Sottosegretario Luca Lotti, senza contare quella dei parlamentari veronesi. Solo il sindaco uscente ne parla ogni volta che torna dopo essersi recato a Roma, per un qualche motivo amministrativo, ma non si sa mai con chi ne abbia parlato. Abbiamo proposto il limite dei due mandati per tutti i livelli della politica, perché dovremmo concedere deroghe ai sindaci? Tosi ne prenda atto che la sua esperienza è ormai conclusa e decida cosa fare.

Lorenzo Dalai

 

 

 
 
Lorenzo Dalai
Lorenzo Dalai, nato a Verona, laureato in filosofia, sono sposato con Marilisa e ho tre figli. Sono stato responsabile dell’organizzazione aziendale di una catena di supermercati e Consigliere provinciale dal 2009 al 2014. Dal 1980 al 1988 Consigliere nazionale della Federazione Italiana Canoa Kayak, Attualmente Consigliere comunale ad Erbezzo.

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