“E mentre l’aeroporto Catullo di Verona decolla in termini di flussi passeggeri, complice anche il periodo vacanziero, i lavoratori del servizio handling ricevono formale comunicazione che, dal primo di novembre, rimarranno a terra, senza lavoro. Paradosso che mentre il lavoro aumenta la scelta sia quella di perdere lavoratori altamente professionalizzati”.
Così Alessandro Poles, segretario generale Filt Cgil Verona e Matteo Martino, Uil Trasporti
“Gh, società che svolge il servizio handler (quel servizio che, nell’aeroporto, si occupa, tra l’altro, di assistenza ai passeggeri, movimentazione del carico, etc,) ha comunicato infatti che, a causa della perdita dell’appalto con Ryanair, è costretta ad aprire procedura di esubero che coinvolge quasi metà del personale alle proprie dipendenze (c.a. 60 su 150 complessivi). Ryanair, infatti ha comunicato l’intenzione di affidarsi ad una società, con cui ha siglato una partnership, che ad oggi, in Italia, non ha mai svolto servizio di assistenza ai viaggiatori. Skytanking Italy srl, questo il nome della società, non risulta inoltre oggi aver aderito all’Associazione datoriale di riferimento degli handling e, pertanto non applica il ccnl di riferimento né, tanto meno, la clausola sociale in esso prevista.
Come OS non possiamo pensare che un cambio appalto possa concludersi con una procedura di esuberi, con buona pace per il committente primo, Save e di Enac, Ente tenuto al controllo della sicurezza.
Chiediamo quindi l’apertura di un tavolo di confronto urgente, per garantire la piena applicazione della clausola sociale prevista dal ccnl: pretendiamo il ritiro della procedura di licenziamento collettivo con il contestuale mantenimento della piena occupazione a parità di condizioni economiche e normative in essere.
Ci permettiamo infine di osservare come, con questa operazione “commerciale”, i gestori handling al Catullo diventeranno quattro, a differenza di quanto accade a pochi chilometri di distanza (e non solo) come a Venezia, in cui gli handling sono al massimo due. Va da sé che un aumento dei gestori in appalto comporta, inevitabilmente, un aumento del rischio di interferenze con ricadute in termini di sicurezza, di economie di scala e di qualità del servizio”.