Alla Giornata pedagogica oltre mille insegnanti e gestori di 177 scuole dell’infanzia paritarie e nidi integrati
Il presidente: “Metodologia e formazione comune per nidi e materne. A breve la certificazione della qualità”
Il vescovo Zenti: “Le istituzioni valorizzino la scuola cattolica anche attraverso contributi adeguati”
«Voi non fate un servizio alla Chiesa, ma alla società intera: è ora che la scuola cattolica di qualsiasi grado venga rispettata e valorizzata dalle istituzioni pubbliche anche attraverso contributi adeguati». Questo l’appello lanciato stamattina al Cattolica Center dal vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, in apertura della Giornata pedagogica di inizio anno organizzata da Fism Verona, la Federazione italiana scuole materne, che tra la città e la provincia associa 177 scuole paritarie di ispirazione cattolica, coprendo il 70 per cento del servizio educativo sul territorio. Una giornata pensata per dare il “la” pedagogico all’anno scolastico 2018-2019, per indicare a docenti, coordinatori e comitati di gestione la strada maestra da seguire per educare. «La scuola dell’infanzia ha un ruolo fondamentale, perché oggi il contesto familiare è diverso da quello di alcuni anni fa e molti bimbi vivono in condizioni di disagio, perché abbandonati dai genitori occupati col lavoro o, al contrario, troppo coccolati», ha continuato il vescovo davanti alla platea di quasi 1.200 persone tra gestori, coordinatrici, insegnanti ed educatrici che ogni giorno a Verona accolgono quasi 15mila bambini tra zero e sei anni. «Inoltre i piccoli hanno sempre più bisogno di instaurare quelle relazioni fraterne che nelle famiglie di oggi, con tanti figli unici, non si trovano più e a cui invece può sopperire proprio la scuola grazie all’amicizia».
«ZeroSei, un progetto possibile con passione e competenza educativa» il titolo dell’incontro, durante il quale Elena Luciano, ricercatrice e docente di Pedagogia dell’infanzia all’Università di Parma, ha illustrato il valore del progetto psicopedagogico «ZeroSei», steso su carta nel volume «L’appartenenza nell’essere», di cui proprio oggi è stato presentata la seconda edizione. «La continuità educativa nella fascia zero-sei anni che caratterizza le scuole di Fism Verona rappresenta un’occasione preziosa per i bambini, che qui possono trovare contesti di apprendimento che promuovono il loro interessarsi, il loro coinvolgersi, il loro comunicare con gli altri. Luoghi, insomma, in cui i piccoli fiutano situazioni, occasioni, materiali, oggetti e relazioni grazie ai quali capiscono che vale la pena di buttarsi nell’avventura dell’apprendimento».
Una continuità, quella da zero a sei anni, che le scuole Fism garantiscono da sempre grazie ai nidi, che dall’anno 1991 nascono come integrati all’interno delle scuole dell’infanzia dell’associazione. «Nel 2015 anche i coordinamenti pedagogici, prima divisi in nidi e infanzia, sono confluiti nel Coordinamento pedagogico ZeroSei di Fism Verona, che consente di unificare la formazione permanente degli insegnanti (la Federazione ha messo a disposizione per questo la Scuola di Formazione Permanente, ndr) e la metodologia», spiega Francesca Balli, vicepresidente Fism e referente per il coordinamento pedagogico in équipe centrale con Laura Campagnari. «Una pedagogia comune, dunque, che consente ai bimbi di sperimentare all’interno delle nostre scuole dell’infanzia e dei nidi la continuità positiva dell’esistenza».
Ma la sfida pedagogica si affianca inevitabilmente alle altre sfide che le scuole materne paritarie di Fism Verona (che offrono il servizio anche in molti Comuni dove lo Stato non è in grado di garantirlo) affronteranno nel breve termine anche sul piano amministrativo e gestionale: «Intendiamo trasformare le scuole in associazioni con personalità giuridica», ha spiegato il presidente Ugo Brentegani, «in modo da alleggerire i gestori dalla responsabilità personale che finora era connaturata al loro ruolo, agevolando così il ricambio. Inoltre stiamo lavorando per arrivare a una certificazione della qualità delle nostre scuole, con standard pedagogico-qualitativi-amministrativi da verificare ogni due anni».