Agsm pigliatutto: fumo o sostanza?

 
 

“Per acquisire Atv, Agsm dovrebbe prima essere patrimonializzata con Agec ma è pensabile che un’amministrazione ormai agli sgoccioli possa dedicarsi ad operazioni di carattere straordinario? E che ne farebbe poi Agsm di trasporti, energia e onoranze funebri? Ma soprattutto: siamo sicuri che al giorno d’oggi per governare una società occorra possederne il 100% delle quote?”

Sono questi i dubbi sollevati dai consiglieri comunali Pd Michele Bertucco e Fabio Segattini sulla ventilata possibilità che Agsm acquisisca il 50% delle quote di Atv detenute dalla Provincia.

I due annunciano la convocazione di una commissione consiliare “per capire se c’è della sostanza oppure se si tratta soltanto di una esibizione muscolare da parte di qualcuno” -concludono.
“Del progetto della holding se ne parla da anni ma senza una progettualità precisa – spiega il capogruppo Pd Michele Bertucco – l’unico obbiettivo dichiarato è la patrimonializzare Agsm poiché fiaccata dai anni di “prelievi” comunali. Dubito che la messa in vendita delle quote di Atv possa dare all’operazione il “la” che finora è mancato, anche perché il regista, ovvero l’amministrazione in carica, non ha mai brillato per progettualità di sviluppo riguardante il trasporto pubblico dove invece si è sempre limitata a gestire l’esistente”.

Aggiunge il consigliere Fabio Segattini: “Di solito quando qualcuno mette in vendita qualcosa non ci si sbraccia per manifestare interesse ma si resta in attesa, se le intenzioni sono reali. Non capisco cosa potrebbe diventare Agsm una volta che si espandesse in settori così diversi: l’esperienza di Solori ci insegna che ciascun settore abbisogna di competenze specifiche, i conglomerati di stampo asiatico lasciamogli agli asiatici. Trovo anche superata tutta questa volontà di possesso: il 50% delle quote sono più che sufficienti a governare la società se si trovano partnership con controparti qualificate. In un contesto di mercato sempre più aperto dovremmo preoccuparci di espandere l’influenza come fatto con Dolomiti Energia, non il possesso”.

 
 

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