Brescia Montichiari: 20 anni di chiacchiere
Questa mattina abbiamo letto l’intervista del Sindaco PD di Brescia, il Dott. del Bono. Un’intervista molto chiara e senza tanti fronzoli, come dagli torto? La gestione veronese è stata un fallimento totale con responsabilità molto chiare e riconducibili ai soci storici Veronesi con la Camera di Commercio in testa. Noi parliamo da molto tempo dello scempio gestionale che si stava, e si sta, perpetrando ai danni dello scalo di Montichiari.
Ha ragione il Sindaco Del Bono quando dice che i Bresciani hanno le proprie colpe, e aggiungiamo che in un certo qual modo sono stati proprio i Bresciani con iniziative che prevedevano la costituzione di una sub concessione (impossibile fare in quanto vietata per legge) con la vendita del controllo dello scalo Bresciano alla Abem, società costituita dalla Camera di Commercio di Brescia e Industriali bresciani. Poco importa che la Abem non avesse nessun tipo di esperienza aeroportuale e che il nuovo Presidente in pectore, Giuliano Campana, fosse un illustre sconosciuto al mondo aeroportuale. Va poi evidenziato che la Abem non aveva soldi né per gestire lo scalo (perde 8 milioni l’anno), né tanto meno per svilupparlo. Si sono persi 10 anni in cause e beghe legali e la posizione che oggi tiene il Sindaco Dal Bono di andare in gara, se fosse stata percorsa qualche anno fa, avrebbe già risolto i problemi. Ma come dicono gli antichi, tutto il mondo è paese, e i Bresciani non sono certo santi ma altrettanto consociativi. Neanche la sentenza del Consiglio di Stato del 2015 ha spinto i notabili Bresciani a puntare forte sulla gara, ed onestamente non abbiamo mai capito il perché.
Dare addosso ai Veronesi per la gestione disastrosa e voler semplificare tutto per nascondere i veri colpevoli. Abbiamo subito anni il Dott. Bettoni che – senza capire molto di aeroporti – voleva a tutti i costi l’asse con Bergamo. Mamma mia quanto tempo prezioso perso e che danno per l’economia territoriale. Quindi le colpe non sono certamente distribuite equamente tra Verona e Brescia ma poco ci manca.
Va comunque ricordato che le cose non vanno granché bene neanche a Verona, una infrastruttura fatiscente degli anni ‘60, più volte ristrutturata, ma completamente inadeguata a gestire il traffico del medio/lungo termine. L’arrivo del doge di Venezia con la SAVE non ha certo favorito lo scalo Veronese. Pronti via l’aeroporto di Verona viene smantellato del suo traffico ricco e trasformato in aeroporto low cost, proprio l’opposto di quanto annunciato. Niente investimenti e tutto in malora, giusto quello che diceva Del Bono di Brescia. Il consociativismo Veronese ha fatto il resto, la Catullo SpA (purtroppo) è in mano a due personaggi che sono sopravvissuti al cambiamento politico, che come sappiamo, generalmente, non risparmia nessuno. Il Presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello, ed il Presidente della Catullo SpA, Paolo Arena, nonostante siano dei “Tosiani doc” sono sopravvissuti allo tzunami politico delle scorse politiche e amministrative rimanendo in sella per continuare a fare danni. La loro sopravvivenza la devono all’attuale Sindaco di Verona, Federico Sboarina, che nonostante sia stato eletto con una coalizione che non vede di buon occhio i due, continua lo stesso a trattare, ed in città non capiscono il perché. Entrambi hanno avuto la fortuna di porter dare la svolta alla situazione della Catullo SpA, ma hanno tenuto fede alle loro idee di muoversi nell’interesse di pochi a danni di molti come nel caso dell’aeroporto e della Fondazione Arena.
Il Presidente Riello ha avuto la fortuna di ricevere una Manifestazione d’interesse di un importante fondo d’investimento per l’acquisizione del 75% della Catullo SpA, ma non solo ha ignorato l’invito del Fondo a considerare la loro offerta, non l’ha nemmeno condivisa con gli altri soci di Aerogest.
La Manifestazione illustrava come sarebbero stati sviluppati entrambi gli scali con investimenti sottoscritti per diverse centinaia di milioni di euro. Un vero fenomeno il nostro Riello, fedele a quei poteri forti del sistema Veneto che vede nella SAVE di Marchi la soluzione di ogni problema.
Il Presidente dell’aeroporto, Paolo Arena ormai non parla più a ragione veduta, sono anni che ascoltiamo le sue bugie sui risultati brillanti della Catullo, dell’apertura di cantieri tra poche settimane, dei collegamenti con la Cina dello scalo Monteclarese che come abbiamo visto non hanno resistito neanche una stagione piena e poi l’ultima sul vettore Indiano pronto a partire con voli merci per l’India. Balle, balle e balle! Tante balle da riempire una intera valle in Trentino ….
Ma andiamo per ordine, il nostro Presidentissimo si vanta di aver salvato l’aeroporto (fa parte delle balle…), è Presidente dal 2011 (3 mandati e non si sa perché …) e quindi circa 9 anni, con la gestione SAVE non ha deleghe e ha un ruolo puramente politico rappresentativo del socio pubblico, ma percepisce lo stesso una lauta retribuzione e non si sa perché. In passato ha avuto il merito di aver ingaggiato l’ex DG Bassetti, un vero colpo di fortuna per le sorti della Catullo. Con Bassetti la Catullo era stata finalmente ristrutturata e pronta per essere messa in gara, ma qui viene il bello il buon Arena aveva – insieme al territorio che contava su personaggi come Tosi, Miozzi, Bianchi, Dellai e da non dimenticare il Bresciano Molgora – deciso che la SAVE di Enrico Marchi sarebbe stato il tocca sano per rilanciare le sorti del sistema aeroportuale del Garda. Il resto della storia la conosciamo ed oggi si rischia molto più della crisi del 2011 con la Catullo SpA che presentava un bilancio con perdite operative per 26 milioni di euro ed un indebitamento di più di 80 milioni di euro.
Vogliamo concludere dicendo che capiamo bene la posizione del Sindaco Del Bono, ma le responsabilità di quello che è successo in questi ultimi 20 anni è di tutti, compreso il sistema Brescia. Noi da più di un anno diciamo gara come unica soluzione per la Catullo SpA e non solo Brescia. Il sistema Aeroportuale del Garda, se sviluppato con investimenti importanti, sarebbe al servizio della macro regione più ricca e dinamica d’Europa.
Ci appelliamo al Sindaco Del Bono di estendere l’idea di gara a tutta la Catullo SpA per trovare un investitore pronto a sottoscrivere un piano industriale importante, come d’altronde aveva già manifestato le sue intenzioni il Fondo Australiano frettolosamente scartato dal trio Riello, Arena, Sboarina.