Senti che fuori piove…
… E finalmente a furia di spingere e tirare, anche la “Politica” ha preso posizione sul Catullo (e Montichiari).
Non ce n’è uno che stia zitto e lavori sodo a testa bassa, tutti hanno da dire la loro e piantare la bandierina, si sa.. è iniziata la campagna elettorale.
Perfino il Sindaco si è spinto oltre il noto viva SAVE, bravo Giuseppe, grazie Paolo… certamente sbrodolando un po’ troppo per paura di non coprire abbastanza l’argomento.
Sorge spontanea la domanda di “Lubriana” memoria: ma fino ad oggi dov’era rispetto all’argomento? Noi abbiamo ricevuto pressioni per evitare di scrivere e insistere, addirittura incontri con i Presidenti Arena e Riello, risentiti dei soprannomi goliardici (che ricordiamo essere Fracchia e l’Uomo di sale), minacce e ritorsioni sulla raccolta pubblicitaria… E ora?
Cambia il vento e tutti dietro alla bandiera che garrisce.
Così come tutti gli altri che si sperticano, bravi, bene, bis, ma come mai quando si perpetrò lo scempio nell’ormai lontano 2014 nessuno mosse lingua per parlare, ma forse, e diciamo forse, per fare altro?
C’è una commissione comunale in corso, e ne abbiamo dato atto, e nell’ultima scorsa abbiamo assistito alle “buffonate” di Verona con una miriade di panzane fatte passare per verità.
Per esempio l’affermazione che senza SAVE il Catullo sarebbe fallito è una balla, l’abbiamo già scritto e riscritto e lo confermiamo, è una balla. I soci pubblici avevano ricapitalizzato la società nel 2012 (15 milioni suppergiù); il “board” aveva limato costi e spese, oltre a chiudere (con la promessa dell’allora sindaco Tosi di riprenderli) Avio Handling, la società che gestiva tutto il ciclo di monta e smonta bagagli e persone; il bilancio seppur in perdita, aveva chiuso da un -26 a un -8 milioni.
La società nel luglio 2013 aveva approvato un Piano Industriale di sviluppo per complessivi 140 milioni e voleva andare in gara per trovare il partner industriale utile per lo sviluppo.
Ecco arrivare di corsa il Doge e la sua Coorte, e appropriarsi come si sa delle quote.
Fine della breve storia triste episodio del Presidente.
La Dama Bianca ha snocciolato numeri a singhiozzo, più per la connessione, che per i numeri in sé, ma di fatto anche questi non sono diversi da quelli del 2007 senza investimenti. Brava SAVE a tenere in piedi l’aerostazione di cartone svuotandola di tutti i servizi e transitandoli a Venezia.
Fine della breve storia triste episodio della Dama Bianca.
Ora tutti i politici dell’arco costituzionale si parlano addosso, addirittura lo scudiero dell’ex sindaco scende in campo per confermare la bontà dell’operazione del suo mentore…
Cosa si deve fare ora?
Rinserrare le fila in Aerogest, vista anche la volontà del Sindaco di ricapitalizzare, quindi mettere nero su bianco che Aerogest sottoscriva per i suoi soci l’aumento di capitale, obbligando l’Amministratore Unico Giuseppe Riello a sottoscriverlo e ad andare in assemblea a confermare il tutto.
Con questo cosa farà SAVE (non Marchi-Doge che nella società veneziana è circa il 9%), ma gli altri, quelli con il buco in tasca da cui sono scappati più di 800 milioni, davvero sottoscriveranno l’aumento senza questionare?
E poi cosa sarà, il solito progettino Romeo del vecchio Piano Industriale, che sarebbe stato organico ad uno sviluppo infrastrutturale più grande, e quindi non il solo progetto da realizzare?
Mah…
Senti che bel rumore….
Gerardo Grote
Sconcertato dalle “pressioni e minacce” che avete subito: non me lo aspettavo nella nostra Verona consociativista.
Resta intonsa e senza risposta la domanda: a chi ha giovato il disastro? Perché? Perché Aerogest non ha ancora cambiato il “Board”? Non ci sono personaggi per tutte le stagioni!!! Qui ci vuole un Drago che faccia piazza pulita.