Chi vince?
In questi giorni c’è stato un tourbillon di voci e grida sul Catullo. Ora qualche riflessione.
Abbiamo letto come i soci Catullo (non tutti, nonostante Riello e Marchi) con i Presidentissimi Bauli, Riello ed Arena abbiano rilasciato dichiarazioni rassicuranti, e come al solito tutto non bene, ma benissimo.
Abbiamo evidenziato come le dichiarazioni del Presidente Bauli, oltre ad essere inesatte, esprimessero un giudizio anche troppo lusinghiero e un po’ azzardato sui risultati di bilancio, concludendo che entro l’anno il cantiere per il nuovo terminal sarebbe partito. Cosa non vera e corretta, infatti il Presidente Arena ha puntualizzato che il cantiere sarà aperto forse nel 2019, e noi aggiungiamo se tutto andrà bene. La precisione non è certo il loro forte, e soprattutto quando si parla di date per giustificare situazioni imbarazzanti, come il volo ormai sospeso (chiuso) per Hong Kong – via Baku – dallo scorso dicembre, sospensione dovuta, secondo il Presidente Arena, per il Capodanno Cinese… Colpa del Dragone, si dirà!
Siamo un può tutti interdetti ed allo stesso tempo sfiduciati sul come riescano a rilasciare dichiarazioni sostanzialmente non veritiere, ed oltre tutto convinti che tutti i Veronesi possano credere. Abbiamo attribuito una buona dose di colpe alla stampa locale (di regime) che non osa contraddire lo stato maggiore, pena la chiusura di contratti di pubblicità fondamentali per la sopravvivenza dei quotidiani.
Allora ci chiediamo: dobbiamo vivere nella menzogna?
Certamente no, ma a Verona è così, ed i personaggi sono quelli che sono. Riello ed Arena, visti e considerati i curicula che li accompagnano, possono rientrare tra i politicanti locali di basso livello. Quello che ci ha sorpreso di più è il Presidente Bauli che si è prestato a questo gioco sul Catullo, dire che “la strada è quella giusta” significa mettersi a livello di Riello ed Arena, non osare criticare i bilanci “positivi” della gestione SAVE, ignorando l’utilizzo di imposte anticipate e gli scarsi accantonamenti del fondo rischi, ci pare deludente. Il bilancio caro Presidente è sano quando è frutto di programmi di investimenti, del chiaro e trasparente aumento dei ricavi dovuti al business e non ad altro, e guidando una multinazionale del dolce dovrebbe saperlo. Il bilancio 2017, come ci segnala il Collegio Sindacale, manca dell’accantonamento per la causa persa con ENAV, e così facendo è in attivo, ma con una manipolazione che potrà costare cara al Catullo. Poi c’è la questione ANAC, che a leggere il dispositivo è sacrosanta per come siano avvenuti i fatti; ricordiamo che in precedenza il Presidente Pitruzzella dell’Antitrust era arrivato alle stesse conclusioni, non le è suonato un campanello d’allarme Presidente Bauli, che magari ci fossero da prendere le distanze da Riello e Arena per quello che avevano fatto, e che ora tentano di portare a termine?
Abbiamo avuto la possibilità di leggere le memorie difensive della Catullo nell’ambito del riscorso al TAR contro il dispositivo ANAC, e abbiamo avuto la conferma che per personaggi come Arena e Riello la prima repubblica non sia finita. Tra l’altro l’avvocato che ha preso la difesa del Catullo è il medesimo che attacca il Comune ed il Sindaco sulla questione Arsenale. Qualche leggero conflitto d’interessi forse potrebbe adombrarsi, essendo il Comune parte di Aerogest e quindi del Catullo. Fermo restando il fatto che Aerogest non ha deliberato il via libera al ricorso, e Riello si sia ben guardato dal porre le domande che aveva incarico di formulare prima della decisone sul bilancio.
Possibile che a Verona non esistano avvocati amministrativisti, o che non si potesse affidare il tutto al Prof. Di Porto già realizzatore del parere dei pareri?
Comunque emerge dalla stampa di questi giorni la bontà della nostra inchiesta, la ragion di stato che ha portato SAVE ad entrare in modo illecito nella compagine azionaria della Catullo S.p.A. era per difendere gli interessi di SAVE stessa, controllare il concorrente n.1, ed assicurarsi che non potesse crescere in modo strutturato togliendo traffico a Venezia. Il grande progetto di Venezia prevede che tutto il traffico internazionale entri nel Veneto via Venezia, relegando Verona e Brescia ad una marginalità imbarazzante. Il debito contratto dai soci SAVE (440 milioni di euro) impone una strategia corsara senza guardare in faccia nessuno. Tutto va a Venezia, poi se qualche volo low cost rimane può anche andare Verona. Ci sarebbe da urlare allo scandalo, ma invece li vediamo tutti lì, allineati più che mai. Le uniche voci fuori dal coro sono il Presidente e il DG della Fondazione Cariverona, che invece guardano con particolare interesse al futuro di Verona ed al suo territorio. Dobbiamo essere tutti riconoscenti al Presidente Mazzucco e al DG Marino, e speriamo continuino nella lotta per non far cadere le aspettative di sviluppo di una città che non può che avvenire con un aeroporto all’altezza della situazione. E’ interessante notare che sia Mazzucco che Marino vengano da fuori e non facessero parte del lobbismo e della spartizione locale, e siano quelli che stanno facendo risorgere la Fondazione come evidenziano i giornali locali. Il Dott. Marino, pur essendo Veronese di nascita, si è formato nella dura scuola della City di Londra. Anche l’ex DG di Catullo, l’ing. Bassetti, veniva da fuori, con una esperienza importante, e aveva svolto molto bene il proprio incarico, ristrutturando la Catullo ormai ridotta in default, finché costretto ad andarsene. Questo dovrebbe far riflettere la città, e magari puntando su professionalità di spicco crediamo Verona possa risorgere. Continuando con i Riello, gli Arena e gli altri tromboni di Confindustria e Camera di Commercio non andremo da nessuna parte.
Abbiamo più volte segnalato come la strategia di Marchi parta da lontano, ed in questo dobbiamo riconoscergli grande capacità, sono ormai 2 anni che il Comitato Ambiente Aeroportuale, sotto la regia di SAVE, ha decretato che Verona può crescere solo fino a 44.000 movimenti anno (circa 4.5 milioni di passeggeri) dimezzando di fatto il precedente limite di 80.000 movimenti l’anno (circa 8 milioni di passeggeri anno). Ecco che il gioco è fatto, in ogni caso Verona avrà in futuro una capacità recettiva aeroportuale limitata a 44 mila movimenti anno, considerando che già oggi ne fa 31 mila. Avevamo un bel tesoro in banca per Verona e il suo vasto territorio, purtroppo ormai non c’è più, e ci avviciniamo sempre di più al piano predisposto da Marchi: tutto a Venezia, ci sono 440 milioni di euro di debito da recuperare, solamente raddoppiando il traffico di Venezia questo risultato può essere raggiunto, via tutti gli ostacoli (compresa Verona, senza parlare di Brescia) che rischiano di mettere in pericolo una transazione da 1.162 milionii di euro fatta appena un anno fa.
Poveri noi di Verona, pure il debito di SAVE ci tocca pagare per colpa di Riello ed Arena, incompetenti nel campo aeroportuale e consociativi di natura al punto di infischiarsi degli interessi della Città. Abbiamo in passato fatto cenno a come i francesi siano molto più dediti alla difesa della cosa pubblica, noi Veronesi siamo rimasti consociativi ed ancora dentro la prima repubblica.
Testa o croce?
Il Grande Male di Verona !!!!!!
….e Re Tentenna????