La Fanfara
Stucchevole l’intervista al Doge Marchi sul Corriere del Veneto di oggi.
Dopo quattro anni di SAVE, il Presidente annuncia che Verona finalmente decolla… Ci si domanda in città: per dove?
Le poche righe di dichiarazione, rilasciate a margine della faraonica presentazione dei lavori per il nuovo ampliamento del terminal di Venezia, sono un campanello d’allarme.
Venezia ha ricevuto in dote dalla Comunità Europea un finanziamento di 150 milioni di euro (centocinquantamilionidieuro), oltre a quello da 130 milioni di euro (centotrentamilionidieuro) per le piste, per un investimento complessivo di 904 milioni (novecentoquattromilionidieuro).
Numeri iperbolici con cantieri aperti a Venezia, perché le gare le hanno fatte.
Verona decolla, dicevamo.
Il progetto Romeo, che tanto sta a cuore al Doge, e costa circa 60 milioni, è al palo. Ed è meglio che lì rimanga, visto che devasterebbe l’aerostazione e non la farebbe decollare davvero.
E’ proprio questo che vuole Marchi?
Il raddoppio di Venezia impone per forza di cose il ridimensionamento di Verona, e per questo che il progetto Romeo da realizzare è più un obiettivo di SAVE che di Verona. Ridimensionare irrimediabilmente lo scalo di Verona significa dare speranza e fattibilità al progetto di raddoppio di Venezia. SAVE ha lavorato bene in questi anni dal ponte di comando della Catullo, ha ridimensionato i voli ammissibili da 80 a 42 mila per poi imporre il progetto Romeo come soluzione di ogni problema per Verona, che tristezza per Verona, per il futuro del Garda. La politica locale dormiente ha permesso tutto questo. Lascia molto perplessi come il Corriere del Vento non abbia posto qualche domanda su questo show di Marchi e le sue vere finalità, ma questo è un film che vediamo da più di 4 anni.
I numeri del traffico sono impietosi.
Siamo al livello di Treviso che tra città e provincia ha meno della metà della zona di Verona, e se aggiungessimo tutto il bacino del Garda, con il fantasma di Montichiari, Treviso impallidirebbe.
Ma di cosa stiamo parlando? I giornali evidenziano che Verona cresce del 18% a Novembre e poco importa che corrisponda ad una manciata di passeggeri in più in termini di volumi.
Qual è il vero scenario che il Doge vuole aprire?
Una dichiarazione a 36 denti, e con la erre arrotata, non sana il nulla degli ultimi quattro anni, anni in cui, con i patti parasociali in tasca, e la maggioranza di fatto dell’aeroporto, hanno sotterrato Verona e annientato Brescia.
Gli altri competitors hanno corso a due cifre la gara sul traffico, investimenti a go go, sviluppo delle infrastrutture, previsioni rosee.
Verona, la nostra Verona, quella che tutti dicono di amare, da chi la governa a chi presiede il Catullo, o la CCIAA, ha subito il sacco dei lanzichenecchi lagunari.
Brescia ha un traffico da aeroclub, e nessun investimento.
Il famoso partner industriale doveva entrare nel 2014 per sviluppare il piano industriale da 130 milioni su Verona e circa altrettanti su Brescia.
Come mai solo su Venezia cadono dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) dei bei quattrini?
Quale richiesta di finanziamento è stata inoltrata ai canali eroganti per Verona e soprattutto per Brescia?
I famigerati cantieri li apriranno senza gara, visto che ad oggi non ne sono state bandite per quanto declamato sorridendo?
E se mai faranno le gare, a chi affideranno lo sviluppo? Alle solite società che hanno vinto a ripetizione gli appalti in regione?
I trenta cantieri minori indicati da Doge sono uno per ciascuno per ogni banco ceck-in di Verona?
Ma ci faccia il piacere, come diceva Totò!
Quando suonerà la campanella che metterà fine alla ricreazione, visto che la merenda del Sistema del Garda l’avete già mangiata?
Altri 60 milioni buttati nel cesso, se mai partiranno i lavori.
E altrettanti sono finiti nello scarico negli ultimi 20 anni.
Siamo alle solite. Marchi parla così perché di fronte, a Verona, ha degli “utili idioti” che non sono culturalmente ed intellettualmente in grado di valutare quanto sia avvelenato quel boccone. È un problema atavico dei veronesi che solo nel dopoguerra hanno avuto figure illuminate capaci di trainare lo sviluppo. Oggi ci accontentiamo dei Tosi, degli Sboarina, dei Riello ( di chi è la loro azienda, oramai?) degli Arena eccetera. Figure banali e patetiche, autocelebrative e sedicenti. Ma così i veronesi hanno votato e ciascuno ha i politici che merita. Speriamo in un sussulto di dignità. Povera la nostra Verona, decaduta e nostalgica!!
Gli utili idioti di tutto l’arco costituzionale.
Come si dice in Veneto… “pori mona”! Farsi incaprettare dal luminare degli investimenti aeroportuali.
Vabbè.
Buon Natale.