Dove sono gli investimenti?
Da il giornale cittadino cartaceo di oggi si legge che Air Dolomiti assumerà più di 500 persone per implementare la base di Verona e aprire nuovi voli.
Ottimo!
Si legge anche che l’entusiastico Doge abbia promesso, anche ai teutonici basati a Verona, mirabolanti investimenti di rilancio. Anche i teutonici non sono dei baluba e attendono di vedere la partenza dei cantieri, certamente non la partenza verso altri lidi, ma l’apertura vera e propria dei lavori.
Se sarà confermato il progetto Romeo non si tratterà di rilancio ma di sistemazione, ed i problemi della capacità durante le ore di picco rimarranno gli stessi, e sarà difficile crescere tenuto conto anche del nuovo limite dei 42.000 movimenti.
Va poi ricordato che la Air Dolomiti ha una flotta di Embraer 195 da 120 posti e non i B737 800 di Ryanair con 189 posti e quindi sarà ancor più evidente il gap di movimenti ammissibili per garantire il traffico previsto nel piano presentato.
Ma tutto questo a SAVE non interessa, basta non dar troppo fastidio a Venezia.
SAVE è circa del 90% dei fondi che l’hanno finanziata per unmiliardoeducentomilioni, mentre il rimanente è del Doge, che altro non può fare che cercare disperatamente di sviluppare Venezia per garantirsi tra tre anni circa la vendita della sua società, che controlla anche il Catullo e Montichiari, con il plus promesso, altrimenti sarà in balia di altri fondi speculativi e tristemente si avvierà sulla strada del declino, come tutti gli imperatori amanti della loro immagine.
Quindi caro AD di Air Dolomiti, come noi, se la metta via almeno fino a quando (tra poco) verrà dato il benservito a SAVE ed al Doge, con tutti gli onori per quanto realizzato in questi straordinari quattro anni.
Gli investimenti arriveranno poi, e finalmente avremo quella sinergia che anche Jorg Eberhart si augura tra Aeroporto, città e mondo.
Il pericolo è che Air Dolomiti, splendida compagnia per servizio ed efficienza, concentri il suo piano di sviluppo su aeroporti più affidabili e con capacità maggiore (e ci vuole poco) del Catullo.
L’attuale aerostazione va sostituita completamente, iniziando la nuova costruzione dalla zona del deposito carburanti e rimesse dei Vigili del Fuoco, per poi avanzare verso l’hangar. Il problema della mancanza di stand va risolto costruendo un nuovo piazzale sulla margherita Nord, con imbarco da effettuare con i bus (la distanza è una frazione di quella che si fa, talvolta, in aeroporti tipo Francoforte e Monaco).
Eberhart sogna i finger al Catullo. Che tenerezza….