Aeroporto Catullo – Se fossimo Arena

 
 

Operazione trasparenza

Il pezzo di ieri uscito su “il Fatto Quotidiano” ha segnato uno spartiacque tra un prima ed il dopo.

Il prima è ciò che fino ad oggi ci era stato raccontato dal Presidente Arena e dal Presidente Riello, circa l’ottimo lavoro svolto da SAVE, l’imminenza ripetuta degli investimenti per il rilancio, un traffico in ascesa.

SAVE è entrata in società con manovre degne di un Ari Vatanen dei vecchi tempi rellistici, a tutta birra con curve e contro curve, però nel buio della notte e a fari spenti, visto che la poca chiarezza sull’operazione, che puzzava di accordi sottobanco, è stata svelata dall’Antitrust, dall’ANAC e dalla Corte dei Conti.

E’ in corso un’indagine per l’ipotesi di “abuso d’ufficio”, come aveva annunciato la Procuratrice veronese nel maggio scorso, ma la nebbia avvolge tutto. Forse, dopo la sveglia suonata a quattro colonne ieri, qualcosa si muoverà.

Il dopo è ora, e si sarebbe arrivati ad cambio repentino con inversione di rotta da chi, fino ad oggi, ha portato in palmo di mano SAVE, osannandone i risultati.

Se così fosse realmente, allora alcune considerazioni andrebbero fatte dagli interpreti.

Se fossimo il Presidente Arena, ora che abbiamo capito quanto distruttivo sia stato portare a Verona SAVE, pur con tutti gli onori conferiti, chiederemmo scusa, ci assumeremmo la responsabilità dell’immobilismo di questi ultimi cinque anni, rimetteremmo il mandato e faremmo in modo che un nuovo Consiglio di Amministrazione, senza vincoli di casacche, traghettasse il Catullo intero (compresa Brescia) fuori dalla “melma”.

Racconteremmo come si sono svolti effettivamente i fatti, e quali fossero gli interpreti. Non per delazione o per condividere il male, ma per onestà. (Le porte qui sono aperte a chi intendesse esporsi e parlare).

Lavorando ciascuno di noi può compiere degli errori, magari in buona fede, ma assumersene la responsabilità e ammetterli, passando la mano, non è da tutti.

Questo, allo stato attuale, potrebbe davvero smuovere la situazione incancrenitasi e permettere a un asset strategico per la Città, ed i territori limitrofi, di recuperare il tempo perso in questi quasi cinque anni.

Se tornasse nell’ovile Veronese il Catullo, è necessario che i soci pubblici siano pronti con uomini nuovi e, soprattutto, un Presidente di garanzia in grado di unire le forze politiche ed economiche della città per agevolare il rilancio.

SAVE ci lascerà un sistema aeroportuale lacerato, senza strategia e con una stagione estiva 2019 tutta da inventare. Dai sistemi di assegnazione “slot” si preannuncia una stagione estiva lacrime e sangue.

Poi c’è la questione Brescia, aeroporto fantasma, che continua a macinare perdite (da 19 anni ….), situazione delicata, ma gestibile con le persone giuste al posto giusto.

Se al posto di Arena indicassimo un altro nome, tipo Riello?

Per la proprietà commutativa il risultato non cambierebbe.

 
 

1 COMMENTO

  1. se…… beh, verremmo bruciati definitivamente nelle sue caldaie…..!
    Mi pare semmai, che nessuno, né tra i magnifici 18, né tra i maggiorenti dei vari Enti, voglia o abbia il coraggio di esporsi parlando e muovendosi chiaramente. Il disastro incombe e il temporeggiare, anzi il tentennare come fa d’abitudine il Sindaco , fa assomigliare la vicenda Catullo a quella della Melegatti: per il Natale, appena qualche pandoro mentre al Catullo, per l’estate, saremo semmai in braghe di tela, dato che il traffico aereo non si improvvisa ed inoltre………. non c’è il “lievito madre”!!!
    Mi vien sempre più da dire sconsolato: povera la mia Verona.

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