La verità rende liberi.
Non attendevamo certamente una replica da parte del Presidente di Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco alle dichiarazioni propagandistiche del Presidente di Save Enrico Marchi apparse in questi giorni sulla stampa, in quanto confidavamo che il saggio Presidente Mazzucco non si sarebbe lasciato indurre nella tentazione di alimentare il fuoco di diatribe tipiche del folklore locale.
Ci permettiamo noi di rispondere alle “pinocchiate” dette dal Presidentissimo Marchi.
Tuttavia, a leggere la propaganda “Savista” (o “Savata”), alcuni dubbi vengono alimentati e quindi, a beneficio dei lettori, cerchiamo di verificare le notizie così strombazzate, supportando o meno il “meno male che Save c’è”, autocelebrante in laguna.
Innanzitutto va detto che il traffico arriva se la destinazione è appetibile, ed è supportato da un territorio dinamico e produttivo proprio come quello Veronese, e non perché qualcuno è convinto di portare a forza i passeggeri/turisti/imprenditori…
Partiamo dall’ingresso di Save in Catullo, come socio di minoranza ma con il controllo, con la famosa operazione “cavallo di troia”, senza una gara pubblica, avvenuto nel 2014.
Nel 2014 il traffico di Verona è stato di 2.775.616 passeggeri. (Venezia 8.475.188, differenza 5,7 milioni di passeggeri).
Con l’arrivo di Save succedono diversi eventi: il più significativo è l’abbandono da parte di Air France dello scalo Veronese con la perdita di un fondamentale collegamento tri-giornaliero con Parigi Charles de Gaulle, e quindi con il mondo in prosecuzione.
Abbandonano successivamente Verona anche Vueling su Barcellona e Wizzair su
Bucarest,e lo scippo del volo giornaliero per Casablanca della Air Maroc.
Il primo anno di completa gestione SAVE è il 2015.
Investimenti al palo e traffico in contrazione a 2.591.255 passeggeri. (Venezia 8.751.028, differenza 6,2 milioni di passeggeri).
Arriviamo ai giorni nostri: Save dichiara che i vettori operativi sono 50 per 90 destinazioni.
50 vettori si contano annoverando anche chi arriva saltuariamente a stagione in corso, e magari per cattivo tempo su un altro scalo.
Sul sito “aeroportoverona.it“, infatti, gestito dalla stessa SAVE, nell’elenco dei vettori che operano sullo scalo si contano 26 operatori.
Un bel numero, ma un po’ diverso dai 50 della propaganda. Per quanto riguarda le destinazioni raggiungibili da Verona, sempre sul sito ufficiale gestito da SAVE sono presenti 8 destinazioni nazionali e 17 internazionali per un totale di 25.
Non crediamo cha tale dato sia effettivamente corretto, ma in ogni casi il numero è ben lontano dalle 90, che probabilmente racchiudono anche quelle operate da voli charter
stagionali che arricchiscono il palmares, ma non arricchiscono molto il territorio.
Il volo per Mosca di Aeroflot era una necessità intrinseca del mercato da quando la Windjet (fallita) aveva cessato le attività su tale importante area geografica, e sicuramente rappresenta un effettivo beneficio per Verona.
I voli stagionali di Volotea sono nel network, ma in molti casi, come per altri collegamenti stagionali di Volotea, si tratta di frequenze mono/bi settimanali solo per i mesi centrali della stagione estiva.
Stessa cosa per i voli Jet2, bisettimanali e solo estivi. Aegean arricchisce il prodotto Italia integrando l’offerta di Volotea, garantendo una migliore copertura stagionale al mercato di Atene con un totale di 4 voli a settimana. Buona la 4^ frequenza di Air Dolomiti su Francoforte, mentre i voli su Londra sono storicamente stati anche più di 5 al giorno, e operati da diverse compagnie tra cui Monach, Ryanair, British Airways, Easyjet, Meridiana ecc.
Le destinazioni stagionali inglesi, per gli sciatori invernali e i villeggianti inglesi estivi, non
sono invece ad appannaggio di Save e nemmeno dei “pre-save” ma sono un retaggio storico che hanno caratterizzato lo sviluppo internazionale dell’aeroporto di Verona da molti anni.
Neos ha scelto di fare base manutenzione a Verona in periodo precedente all’ingresso di SAVE, e in forza di tale decisione strategica alcuni importanti operazioni di lungo raggio si sono consolidate su questo scalo, anche a causa dell’uscita di scena da tale segmento di mercato di Meridiana, Air Italy, Blue Panorama (in parte), e Livingston che già operavano verso tali destinazioni diversi anni fa, e quindi non è certo farina del sacco SAVE.
Tornando ai dati del 2018, dopo 4 anni pieni di gestione SAVE, con un traffico di 3.459.807 (Venezia 11.184.608, differenza 7,7 milioni) e con un incremento complessivo del 24,6% (Venezia 31,2%), evidenziano come non ci sia stato questo exploit atteso mettendo lo scalo nelle mani di un sedicente “primo della classe”.
Ricordiamo che la stessa Save, e il suo Presidente, avevano sbandierato negli anni scorsi il superamento dei 4.3 milioni di passeggeri per il 2018, traguardo completamente disatteso.
Che lo scalo Veronese cresca, noi di Verona non ne avevamo dubbi, che cresca perché c’è la SAVE emerge la certezza del dubbio.
Le tante dichiarazioni, e soprattutto la propaganda fatta in queste ultime settimane dal Presidente Marchi, sono da ricercare nelle prossime decisioni che la Procura prenderà per rimediare ad una “porcata” perpetrata tra gli amici della parocchietta, ed in quel consociativismo così presente ed attivo a Verona.
Il Presidente Marchi parla per nascondere la verità che tutti a Verona conoscono: Verona cresce perché è destinazione importante e non perché c’è SAVE.
Il vero peccato sta nel fatto che, a fronte di questa crescita del traffico, su Verona non ci sono nemmeno gli investimenti necessari per trasformare uno scalo vecchio, datato e poco accattivante in una infrastruttura “world class” che il territorio di Verona, al pari di Venezia, senz’altro merita.
Per dare una mano a Nicola ricordiamo anche l’abbandono di Transavia France su Parigi, Iberia Regional su Madrid, SAS su Stoccolma, l’annosa mancanza di un volo su Barcellona dopo l’abbandono di Vueling di qualche anno fa e la chiusura di tutte le tratte sulla Romania. Senza scordare lo stop dei voli di Ryanair su Madrid dalla stagione estiva attuale e il prossimo abbandono di Siviglia, sempre di Ryanair, in programma per il prossimo inverno. Jet2, per il momento, non ha confermato Edimburgo e East Midlands per la prossima estate.
A marzo i passeggeri internazionali e i relativi movimenti di aeromobili sono calati rispetto al 2018, mentre il numero dei passeggeri nazionali cresce quasi essenzialmente per il maggior numero di passeggeri per movimento.
Mica male, ef?
Bravo Mazzucco, lei è rimasto solo a difendere Verona. Abbia una classe politica locale inesistente, un Sindaco anche lui inesistente, una classe imprenditoriale che si identifica nei vari Riello, Arena e Bauli …
Povera Verona, poveri noi …
Difendere un asset con l’aeroporto dovrebbe essere ovvio, invece l’assessore alle partecipate non interessa molto sia quando era opposizione e tanto meno adesso che governa la città.
Mi chiedo come abbiamo fatto ad eleggerli questi fenomeni ?
L’articolo di oggi è perfetto e scritto in modo divino : bravo Zanotto !
Certo, bravissimo Nicola e ottimo prof. Mazzucco: la classe non è acqua. Peccato che oggigiorno tendano a prevalere i venditori di fumo perché il livello delle menti italiote è decaduto a livello di creduloneria. Manca senso critico; manca ragionamento ed ancora peggio, manca la passione partecipativa. Chiedete al popolino cosa ne sanno di Save, Marchi, di turn pad, di resa: l’unica risposta che si ottiene è: el Catullo l’è belo….e the tanti bei aerei.!!!!
Dei personaggi in questione, ricordano solo i pandori e le caldaie oppure …..l’Aida.
Cosa possiamo aspettarci da una città e da un territorio tanto banale? Loro, i potenti consociati, giocano facile in tanta palude colma di superficialità e ignoranza.
Comunque, forza Veronanews, unica speranza….!