Quando i numeri sono un film
Analizziamo, sconcertati, le dichiarazioni apparse in questi giorni sui giornali, quelle di SAVE.
Le legittime richieste dei soci presenti in Aerogest sono frutto del susseguirsi di annunci di investimenti contenuti in un piano industriale fantasma, e di dichiarazioni di “super traffico”, apparse più volte sui giornali dal 2015 ad oggi.
I bilanci, se corretti, dovrebbero dare nota della reale situazione di una società. In realtà se si anticipano imposte e si posticipano investimenti, che sono parte integrante di un contratto di programma e soprattutto remunerati in tariffa, si riduce drasticamente il personale, i bilanci magicamente sono o in pareggio, o in positivo.
Quanto al Catullo è, quanto meno, strano che dall’ingresso di SAVE o siano in utile o in pareggio, se, per come dichiarato, fino al 2013 erano in “terribile” perdita, tanto da dover andare con il cappello in mano dal Doge e pregarlo di investire nel Catullo.
A agosto 2015 il Presidente Arena dichiarava che con il contratto di programma inviato ad ENAC gli investimenti in quattro anni sarebbero stati di 66 Milioni, con la previsione di traffico di 4 milioni di passeggeri entro il 2018 (https://www.larena.it%2Fterritori%2Fcitt%25C3%25A0%2Fcatullo-ecco-il-piano-di-sviluppo-oltre-66-milioni-in-quattro-anni-1.3327550&usg=AOvVaw0jkgvBIN96sm9vBoKCcDZV).
Il Presidente Riello, in settembre dello stesso anno, seguiva a ruota spostando il “traguardo” passeggeri al 2019 (http://www.veronasera.it/economia/aeroporto-catullo-futuro-roseo-solido-giuseppe-riello-15-settembre-2015.html).
Sulla base del contratto di programma, al fine di “aiutare” gli investimenti, ENAC ha riconosciuto un aumento delle tariffe.
Nel dicembre 2016 SAVE intratteneva i presenti allo Show presso l’Associazione Industriali di Verona, con pirotecnici argomenti d’investimento sulla Catullo, a più di un anno dall’annuncio dei Presidenti Arena e Riello (http://www.veronasera.it/economia/piano-industriale-catullo-save-2-dicembre-2016.html), riproponendo i medesimi 66 milioni, e aggiungendo sul piatto la scommessa di arrivare a 150 milioni, e dichiarando apertamente di voler salire all’80% entro il 2017 (come previsto nei patti parasociali). Noi ci chiediamo, perché? Per meriti?Certamente no. Per aver trasformato il Catullo in un aeroporto futuristico con investimenti mai visti prima? Certamente no. Perché c’è un affare poco chiaro con una parte dei poteri forti della città che risiede in camera di commercio e Confindustria? Certamente si.
Nel dicembre 2017 medesimo refrain e medesima (sic!) presentazione, con le slide dell’anno prima…
Ad oggi, come noto a tutti i Veronesi, investimenti programmati un’infinità, investimenti in cantiere niet ! Gare per gli investimenti niet ! Tempo a disposizione un anno.
Anche correndo, come faranno a spendere tutti i 66 milioni ed a raggiungere, contemporaneamente ai cantieri in corso, i 4 milioni di passeggeri promessi?
Se i soldi non vengono investiti ENAC chiederà la restituzione di quanto anticipato in tariffa per gli investimenti come già fatto per quelli non fatti nel 2016/2017 e sulla promessa dell’aumento del volume dei passeggeri.
A Venezia, forse per la laguna, sono soliti fare “promesse da marinaio”?
Il virus si è diffuso anche a Verona?
Le legittime domande dei soci presenti in Aerogest, che hanno dichiarato di averle elaborate all’unanimità, prendono spunto dalle promesse mancate.
Il traffico è “drogato” dai numeri di Ryanair, che sappiamo non essere stabili, poiché anche domani la Compagnia potrebbe decidere di spostare i voli, quindi di fatto il volume passeggeri, al netto dei passeggeri Ryanair, sarebbe di 2,7 milioni e quindi come il traffico del 2014. Dal 2014 ad oggi nulla è cambiato, solo promesse da marinaio …
Il 18 aprile sul cielo del Catullo tuoneranno roboanti discorsi del Doge, che in ogni caso si guarderà bene dal rispondere puntualmente. Ci dirà che lui vuole investire, ma la burocrazia glielo impedisce, dirà poi che il traffico cresce più della media nazionale, dimenticando che rispetto agli altri aeroporti competitors sul territorio Verona è fanalino di coda e ben lontano dalle previsioni annunciate dai presidenti Arena e Riello, e contenute nel piano industriale tenuto ben nascosto, infatti questo non lo dirà…
A questo punto varrebbe la pena comprarsi un sacchetto di pop-corn ed assistere, come pubblico, allo show.
Ciack si gira…
Ci sarà Qualcuno a proporre un contraddittorio verso Marchi, Arena, Riello( ma serve forza politica, culturale, morale) oppure assisteremo al solito unanimismo che puzza di consociativismo, vero cappio al collo di Verona?