Aeroporto Catullo – Proclami

 
 

Ma quando finisce la campagna elettorale, e si comincia a dire come stanno le cose?

Leggiamo, ormai rassegnati alle sparate che vengono pubblicate, e speriamo solamente che chi parla non creda che i Veronesi siano tanto fessi da crederci.

il tema è l’articolo intervista in cui il presidente Mazzucco illustra gli investimenti che la Fondazione Cariverona intende fare per valorizzare il proprio patrimonio immobiliare e la città, e avrà delle ricadute importanti per Verona.

Il presidente Mazzucco auspica una Verona protagonista con Fiera, Catullo e TAV, in particolare fa riferimento allo scalo di Verona, e puntualizza che “il Catullo diventi l’aeroporto di un territorio ampio come il nord est e che il ruolo di Verona trovi sempre più importanza rispetto a Venezia e deve avere sempre più voli per importanti mete internazionali”.

Una dichiarazione forte, un auspicio per un futuro importante per il nostro tanto bistrattato scalo.

La risposta del Presidente Marchi non si è fatta attendere ed il collega de L’Arena, invece di pubblicare i soliti numeri sbagliati legati alle solite frasi fatte che continua a propinarci il buon Marchi, avrebbe dovuto accorgersi che i numeri non sono quelli ma radicalmente diversi.

Basta leggere i dati.

SAVE entra nel Catullo nel settembre del 2014, l’anno si chiude con circa 2.8 milioni di passeggeri (dato Assaeroporti), quindi non ha inciso sul traffico.

Il 2015 sotto la piena gestione SAVE perde quasi il 7% di traffico e chiude l’anno con circa 2.6 milioni di passeggeri (dato Assaeroporti).

L’anno 2015 ha visto l’inizio del progetto di ridimensionamento del Catullo da parte di SAVE, Air France smette di volare da Verona e incrementa i voli da Venezia. Il volo per Casablanca della Air Maroc viene letteralmente scippatoe portato a Venezia, nonostante il fatto che la Catullo avesse già pagato un importante contributo di marketing.

Il traffico comincia a riprendersi nel 2016 sotto l’effetto del boom di traffico in Europa, anche se con voli low cost in particolare con dei collegamenti Ryanair.

Il 2018 si chiude con il traffico che fa registrare circa 3,5 milioni di passeggeri (dato assoaeroporti), la crescita del traffico nel periodo di gestione SAVE risulta quindi esseredel 24,6%, circa 6,2% all’anno per il periodo 2015-2018.

Non capiamo come si possano scrivere delle inesattezze come quella di dire che nel periodo di riferimento a gestione totale SAVE il traffico sia cresciuto del 34%. Bisognerebbe essere più attenti, non sono particolari da poco ed il senso dei numeri cambia molto la prospettiva delle cose.

Verona in quel periodo a cui fa riferimento il Presidente Marchi è stato lo scalo del Nord Italia che è cresciuto di meno, soprattutto la componente internazionale tanto richiesta dal territorio.

Va poi ricordato che lo scalo di Verona dovrebbe crescere molto di più in quanto in una fase di recupero di traffico, invece cresce sostanzialmente come la
Media nazionale e soprattutto nella componente low cost domestico.

Non possiamo essere contenti, e le sparate (inesatte e distorte) del Presidente Marchi lasciano il tempo che trovano.

Al Presidente Marchi chiediamo di elencarci tutti gli investimenti di rilancio degli scali del Garda che ha fatto. Rispondiamo noi: niente investimenti se non manutenzioni ordinarie assolutamente necessarie per tenere l’aeroporto operativo in sicurezza.

Ci spieghi, visto che parla di risultati eccellenti e che la SAVE ha la capacità di portare il traffico come fatto a Verona, come mai lo scalo Brescia sotto la gestione SAVE sia caduto così in basso?

Abbiamo letto che la Commissione Urbanistica del Comune di Verona, che doveva approvare il Master Plan dello scalo di Verona, è stata rinviata (e tra l’altro tra le carte non c’era nemmeno il Master Plan).

Ci chiediamo se il Sindaco abbia capito che approvando quel Master Plan, da’ il via al definitivo ridimensionamento dell’aeroporto? Nonostante i tanto strombazzati blocchi ai patti parasociali?

Il Master Plan così come scritto prevede 42 mila movimenti per il lungo termine (2030), e che potrà generare circa 5 milioni di passeggeri al massimo.

Un bel ridimensionamento per Verona, che potrebbe arrivare a 8 milioni, tanto nel 2030 non ci saranno Marchi, e tanto meno Sboarina, Riello o Arena.

Tutto bene, allora?

Lasceranno in eredità questi signori un bel problema per il territorio, e soprattutto per le strutture recettive.

Non ha nulla da dire in proposito il riconfermato presidente dell’Associazione Albergatori dott. Cavara?

Ci aspettiamo che gli albergatori e i commercianti si sveglino e cerchino di fermare questo infausto destino che pochi hanno preparato a danni di un territorio intero.

Così come ci aspettiamo la sorpresa nell’uovo della PasquaProcura.

Ora chi voteremo?

 
 

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