Aeroporto Catullo – Parlare al tempo del Coronavirus

 
 

Qualcuno ha detto qualcosa.

Le situazioni cambiano, ma i personaggi rimangono gli stessi…

Oggi, domenica delle palme, siamo stati graziati di un’intervista del Presidente della CATULLO S.p.A., scomparso per mesi nonostante le ricerche fatte anche dalla trasmissione “Chi l’ha Visto”.

Un’intervista che ci porta in dietro di almeno 5 anni, come se nulla fosse successo in questo periodo di tempo, e soprattutto dai toni da “business as usual”.

Vorremmo adesso rispondere al Presidente Arena e spiegargli che:

1)- Il sistema aeroportuale del Nord-Est non esiste. E’ certificato.

Non esiste per ENAC, non esiste per la UE e soprattutto non esiste da un punto di vista operativo.

Gli aeroporti che il Presidente Arena definisce parte del famigerato sistema del Nord-Est operano sotto l’egida di SAVE che pone il centro di gravità (scomodiamo Gurdjieff) in intorno alle attività dello scalo di Venezia e non certo di Verona o Brescia, che in questi 5 anni non hanno visto nessun investimento se non quelli improcrastinabili legati alla concessione ENAC, altrimenti neanche quelli sarebbero stati fatti.

2)- Oggi, più che mai, con la situazione così grave per il trasporto aereo, che in pratica è stato del tutto azzerato, ci sono delle opportunità importanti da cogliere.

Non c’è concretamente la possibilità di uscire da questa situazione ambigua con un socio partner industriale che ha fatto così poco, piuttosto riprendere una strada diversa con strategie e soluzioni per gli scali del Garda al centro di un progetto di sviluppo di ampio respiro in modo autonomo ed indipendente dalla SAVE, e ovviamente con una governance differente.

3)- Con i patti di stabilità sospesi a livello europeo, e ci si augura a breve anche a livello italiano, i soci pubblici sono – teoricamente – in grado di riprendersi tutta la CATULLO S.p.A. e riparare ad un gravissimo errore che il Presidente ha fatto nel 2014.

Vorremmo ricordare i Patti para sociali, quelli prorogati fino a fine mese (?), completamente a senso unico ed inaccettabili per la Catullo; ricordare che entrambi gli scali di Verona e Brescia sono stati abbandonati e senza un barlume di strategia di sviluppo in questi 5 anni, la costante ed inesauribile riduzione delle professionalità nella Catullo con il crescente spostamento delle attività verso Venezia.

Sono solo alcuni dei regali che Lei ed il Presidente Riello avete lasciato in eredità al Territorio.

4)- Un eventuale ritorno della Catullo S.p.A. sotto il controllo dei soci pubblici consentirebbe di evitare le speculazioni, che sicuramente saranno numerose sugli asset pubblici nei mesi che seguiranno, e consentirebbe ai Soci Pubblici di preparare una gara nel giro di un anno per la ricerca di un vero partner industriale che abbia una visione di sviluppo per il sistema aeroportuale del Garda per il medio-lungo termine, in grado di sodisfare le esigenze del nostro importante territorio.

5)– Il socio SAVE, sotto la Sua Presidenza, abbiamo certificato non sia stato in grado di sviluppare gli aeroporti di Verona e Brescia, e ampia dimostrazione l’abbiamo avuta in questi 5 anni.

Oggi ancor più di prima con l’azzeramento del traffico, e di tutto il sistema, SAVE non sarebbe mai in grado si sviluppare nulla e, come ovvio, l’obiettivo sarebbe invece quello di concentrarsi sul recupero dello scalo di Venezia.

Infatti è ciò che il Doge ha chiaramente fatto intendere nelle recenti uscite, di cui abbiamo dato conto.

Ci sembra un bel redazionale, il Suo intervento sul Corriere, grati aver appreso anche da Lei, finalmente, che stiamo affondando, definitivamente, e che senza una strategia concordata da tutto il territorio non se ne esce.

Si comprende che sia rimasto solo, abbandonato dalla politica e dal Doge.

Gentile Presidente, ci risparmi queste interviste che ormai non ingannano più nessuno. Se vuole proprio fare qualcosa di positivo per la Catullo S.p.A., per Verona e tutto il suo territorio, faccia un passo indietro insieme al Presidente Riello, lasci lavorare il Presidente Mazzucco, che ha dimostrato grande visione, concretezza ed attaccamento alla città.

Un Suo passo indietro sarebbe veramente una cosa importante per tutti noi, e forse la salvarebbe.

Se Vuole può parlare anche qui, ma con tutte le carte sul tavolo.

A buon intenditor…

Gerardo Grote

 

 

 
 

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