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La conferenza stampa di oggi, indetta da Dario Balotta presidente di Onlit, ha dato nota della situazione attuale e delle previsioni future.
Il Senatore Dal Moro ha sottolineato l’importanza di riprendere in mano le concessioni aeroportuali di Verona e Brescia per trovare un vero investitore industriale, anche internazionale, capace di sviluppare gli aeroporti per accogliere il numero sempre più crescente ed esponenziale di passeggeri che, secondo i dati IATA, saranno via via sempre più numerosi sia verso l’Europa, che verso l’Italia e in particolare nel nostro territorio.
Ha ribadito più volte la necessità che la Fondazione Cariverona, socia in Aerogest, si faccia carico delle quote di SAVE e, coordinatasi con tutti i soci, metta in gara il Catullo con le due concessioni, come era nelle previsioni pre SAVE.
La deputata Businarolo ha sottolineato come la gestione clientelare e affaristica abbia portato sull’orlo della chiusura il Catullo, e ha chiesto a gran voce la testa dei responsabili.
Tra il pubblico era presente anche il Dott. Raucci del Fondo Sixiang Hoding a cui abbiamo chiesto quale fosse la propria opinione in merito all’inchiesta. Molto educatamente ha declinato, invitandoci ad un contatto diretto e non a margine di una conferenza stampa.
Il Dott. Balotta, intervistato da VRN, sulla posizione del Fondo Cinese e sulla possibilità di cessione da parte del Catullo della concessione di Brescia-Montichiari ha risposto: “Se il tutto si svolge in un contesto di disegno pubblico finalizzato al rilancio dell’intero comparto, in questo momento vedo come una notizia positiva il fatto che vi siano dei capitali, anche importanti, in via d’interessamento alla questione Catullo. VR-BS le vedrei bene assieme; sarebbe un’altra occasione per poter venire a capo anche su questo fronte”.
Non era presente il Senatore Bertacco impegnato in Comune a cui chiederemo nota a commento.
Presenti alcune sigle sindacali che appaiono allineate alla necessità di porre in gara l’Aeroporto anche al fine di recuperare tutti i lavoratori che sono stati messi in mobilità con l’ingresso di SAVE.
Il Catullo, con le due concessioni, è molto appetibile a livello internazionale. I bene informati hanno dato nota di più di un possibile investitore nello scenario internazionale degli aeroporti.
Ciò che appare evidente è che i soci pubblici, ormai in minoranza seppur non numerica, sembrano in scacco da parte del Doge Marchi, che a livello internazionale diffonde note circa una sorta di “guerra politica” nei suoi confronti.
In realtà appare evidente che non vi sia una guerra in tal senso, ma che la mancanza ripetuta di investimenti sugli aeroporti, abbia portato il territorio sulla posizione di arrocco rispetto alle pretese del Doge di salire all’80% del Catullo, senza mai aver veramente aperto i cordoni della borsa.
Borsa che, ricordiamo, è in mano per il 91% a Infravia e Deutsche Bank.
Le domande sorgono spontanee: con quali soldi il Dott. Marchi vorrebbe sviluppare il Catullo e Montichiari, posto che fino ad ora, a parte la gestione ordinaria, che si ripaga con i passeggeri, e a parte l’investimento iniziale usato per pagare una banca, soldi non ne ha investiti? Ha le autorizzazioni dei suoi controllanti per agire in tal senso? se per tutto il 2018 non sono previsti investimenti e gare di appalto per lo sviluppo, è necessario attendere un altro anno per veder partire lo sviluppo? Quali ripercussioni su tutto il territorio per l’inerzia di SAVE? Chi ripagherà di tutti i danni?
Le risposte le attendiamo dagli interlocutori “nobili” e assenti.
Lasciare ancora in mano a SAVE il pallino del gioco appare un’operazione alla “Tafazzi”.
beh non si capisce come si siano potute cedere quote di un ente pubblico con trattativa privata. Qualcuno può rispondere ?
LFvM
È quanto ci chiediamo tutti tranne gli attori del disastro e gli attuali rappresentanti politici.