Un asino non può fare le feste (Fedro)
Leggiamo con non poca ironia il pezzo sul Corriere di Verona dal titolo “Save è un traffico record, disappunto per la consegna di Trieste a F2i”.
Ci viene da sorridere e ci rendiamo conto che la stampa critica, che si documenta, veramente non esiste più.
Cominciamo col dire che lo scalo di Venezia è il 4 scalo Italiano, l’articolo evidenzia in grassetto 3° Gateway Intercontinentale e chiediamo al collega che cosa vuole dire questo?
Che il fatto che Venezia abbia voli stagionali per gli USA e qualche volo per il medio oriente lo fa diventare un Gateway?
Ci viene da ridere e dobbiamo prendere atto che con la SAVE di Marchi tutto può diventare il contrario di tutto.
Tecnicamente lo scalo di Venezia è un importante aeroporto destinazione. Venezia si vende da sola, non è un Hub e non lo sarà mai. Poi Marchi, che riesce a farsi pubblicare certi articoli, è sicuramente bravo e capace a vendere cose che non stanno proprio così. Che Venezia cresca non ci sono dubbi, bene Treviso con la base low cost e Verona che sta riprendendo il traffico del passato quasi sfiorando quei 3,5 milioni di passeggeri gestiti già nel lontano 2007, ben 12 anni fa.
A Verona la crescita è low cost domestico e dall’arrivo della SAVE la strategia è quella. La componente internazionale ha perso ben 5 punti percentuali passando dal 71% pre SAVE, al 66% sotto la sua gestione.
Risultati positivi? Non proprio considerando che Verona ha un territorio ricco e aveva perso traffico a seguito della crisi Meridiana (1,3 milioni di passeggeri l’anno), la crisi del Nord Africa (soprattutto con il charter per l’Egitto) e la crisi ALITALIA. Una sorte di “perfect storm” che ha lasciato lo scalo Veronese impreparato con i soci che hanno sicuramente reagito in ritardo agli eventi, ma soprattutto dovuto alla gestione clientelare consociativa che ha fatto i danni maggiori.
Il traffico non lo porta Marchi, ma la città e territorio Veronese con i suoi siti Unesco e prelibatezze enogastronomiche. Lo
Stesso vale per lo scalo di Venezia, si vuol far credere che il traffico arrivi per le magie di Marchi, ma non è così; Verona oggi cresce con tassi di crescita molto alti e questo è dovuto ad una base molto piccola e già nel 2019 le cose cambieranno e ci sarà una normalizzazione. Quindi tutto normale e niente di particolarmente speciale per Verona. Il vero disastro sta nella gestione dello scalo di Brescia. Qui SAVE ha mostrato tutta la sua incapacità gestionale. Aeroporto che fa segnare 7 milioni di perdite e nessun traffico passeggeri è imbarazzante. Dire poi che DHL operi da Montichiari è una della tante bugie, DHL ha operato per 3 mesi e sospeso i volo.
Tra l’altro prima dell’ingresso di SAVE, proprio la DHL era interessata allo scalo bresciano con investimenti e traffico. Fatalità, poi, ha virato su Malpensa dove ha messo la propria base, e qualcosa è finito a Venezia.
L’auspicio è che, fuori SAVE, riprenda e usi Montichiari per il potenziale che offre la sua ubicazione strategica, ma questo, se avverrà, non sarà certo Marchi a deciderlo.
In merito alla gara di Trieste, bene ha fatto la società di gestione Triestina a scegliere F2i. Crediamo che quanto successo con la Catullo abbia condizionato moltissimo la scelta. Non aveva fatto una proposta di acquisto, SAVE ha semplicemente dimostrato che lei prende gli aeroporti a prezzi di saldo e non riesce a convincere nessuno delle sue mirabolanti capacità gestionali.
Su L’Arena è intervenuto anche il Presidente Arena che ha fatto l’ennesima capriola carpiata ed ora, dopo lo scontro in C.d.A. di dicembre, si è di nuovo orientato verso il Doge crescente.
La gara è a pararsi il didietro, vista la situazione attuale e gli annunci sugli investimenti disattesi che si sono susseguiti negli anni.
Si vede che il pontiere Dall’Oca il proprio lavoro lo riesce a portare a termine, non a caso avevamo dato nota nei giorni scorsi che ripetutamente si era presentato in presidenza a chiacchierare. Magari avrà ricordato gli “impegni” presi nel 2014.
“La società ha lavorato bene centrando gli obiettivi che si era proposta”.
Epitaffio migliore non poteva stare sulla bocca del presidente che ha consegnato il Catullo al concorrente, e ha verificato che gli investimenti fossero ridiscussi archiviando il Piano Industriale che l’Assemblea, e non il C.d.A., aveva approvato nel 2013, bollandolo lui come una sorta di Master Plan non vincolante.
Ma come, se l’assemblea e il Comune avevano deciso tutto per lo sviluppo del Piano Industriale 2013-2022?
E come mai gli investimenti che la società aveva annunciato non ci sono a tutto il 2019?
Certamente la società (SAVE) ha lavorato bene (su Venezia, con qualche dubbio di tenuta economica) centrando gli obiettivi che si era proposta (ridurre il Catullo ad un aeroporto di terza fascia, e Montichiari a uno zero spaccato).
Con una simile grancassa mediatica, segno inequivocabile di potere politico, cosa dobbiamo aspettarci? Verrebbe da dire: ha da passa’ a nottata…! Tranne gli anni d’oro del dopoguerra, in cui Verona ha gettato le basi per lo sviluppo per merito dei grandi, coraggiosi e lungimiranti Sindaci, ebbene, dalla sconfitta degli Scaligeri ad opera dei venexiani, la città è rimasta sempre soggiogata dai tanti Dogi susseguitisi nei secoli e fino agli anni recenti. Non si dimentichi che la presa di Verona scaligera fu causata da un vigliacco tradimento….!
Se poi, l’attuale Signore è Re Tentenna, stiam freschi…!
articoli perfetto ! Fra poco il corriere ci dirà che Marchi cammina anche sull’acqua e che ha un rapporto diretto con Dio ….
Scherzi a parte, siamo messi malissimo. La politica locale è assente e a Verona non c’e Se non per farsi eleggere. Il Sindaco poi è il prototipo del nulla, incapace di districarsi da faccende complesso, ahimè un errore averlo fatto Sindaco.
Per cambiare le cose serve assolutamente cambiare le persone. Arena ha fatto il suo tempo e molto chiaro a tutti i disastri che ha fatto, Riello è impresentabile ed è troppo legato a Marchi e quel ambiente Consociativo legato al sistema Veneto.
Credo che l’unica strada percorribile sia l’azzeramento del CdA e nomina di un Presidente di garanzia in grado di ricompattare i soci pubblici e le forze produttive della Città. Penose le dichiarazioni di Arena, comunque un indicatore di quanto siamo caduti in basso.
Alvise
Ehilà, leggete il corrierone di oggi 19 gennaio! Hip hip, hurrah!!!!!!
…..o no….!
Tifiamo Cariverona e i canguri.