Quando i controllori non controllano il volo.
In tempi non sospetti, si parla dell’ottobre scorso, L’ONLIT del Presidente Balotta, aveva inviato nota al Presidente del Collegio Sindacale Dott. Quirino Cervelini, e a tutti i componenti, oltre che ad ANAC e alla Corte dei conti, e chiedeva lumi circa la volontà dei “Controllori” rispetto alla notizia di aumento di capitale, alla luce della delibera dell’ANAC, della nota dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e alla allora recente sentenza della Corte dei Conti.
Non è stato dato riscontro alla nota, se non con il comportamento assunto all’ultimo C.d.A., ovvero l’assenza del Presidente e del componente dell’ENAC.
Alquanto singolare appare l’omertosa posizione.
Nel frattempo c’è da capire come andare avanti nella Catullo SpA ed evitare il blocco dello sviluppo della società che ormai dura dall’ingresso della SAVE. Le ipotesi al vaglio sono quelle di riorganizzare la società per una gestione autonoma dei soci pubblici, o riscrivere i patti parasociali più “dolci” in sostituzione di quelli che avevano consegnato il macinino al Doge.
Ma nella malaugurata ipotesi di continuare con SAVE azionista di minoranza, anche con patti rivisti e corretti, si rischia di “scompattare” la posizione che coraggiosamente era stata presa in dicembre, e questo, forse per le continue visite in Catullo di chi, nominato in quota SAVE, sarebbe deputato a controllare, ma che appare più come un ufficiale di collegamento, ruolo già ricoperto in passato.
Da fonti della RfI (Ferrovie), si apprende che il fantomatico progetto di realizzazione della linea ferroviaria Catullo-Verona PN, porterebbe alla soppressione della Stazione di Dossobuono.
Scartabellando nella memoria ricordiamo che, nel dicembre 2015, sia il Balotta che il Sen. Bertacco, avevano indicato tra i possibili investimenti cassati da SAVE, anche l’attivazione della linea ferroviaria Dossobuono – Trento, facendo leva sul prolungamento della linea ferroviaria Trento – Ala, che è già attiva ma poco utilizzata.
Questo collegamento attivava, come attiverebbe, un passaggio più rapido da e verso Trento e Bolzano per tutti i fruitori, sia turisti che operatori commerciali, essendo in parte già attivo, ed essendo sufficiente programmare delle navette di collegamento dalla stazione di Dossobuono al Catullo (meno di 5’).
Una porta aperta per il Trentino sia d’inverno che d’estate, con la possibilità di veder transitare e soggiornare milioni di turisti in più, oltre che servire adeguatamente le due provincie autonome con servizi rapidi per l’aerostazione. Un collegamento che avrebbe il vantaggio di vendere bene lo scalo Veronese come porta per le Dolomiti per lo sci invernale e la
Montagna d’estate. Perché rinunciare a questo collegamento ferroviario che costerebbe pochissimo nel renderlo operativo?
E Verona? Verona con il People Mover, come già detto a basso costo, anche ambientale, avrebbe il collegamento rapido e sicuro da e per il Catullo e soprattutto realizzabile in tempi brevi e certi. Per il collegamento ferroviario stiamo parlando di decenni tra progettazione, espropri e realizzazione, e che poi come sempre per questo progetti faraonici si finisce su un binario morto.
Semplice? Certo.
Per qualcuno, probabilmente, troppo.
Allo scalo di Verona servono certezze e cose concrete realizzabili nel breve periodo, e non sogni ed annunci. Suggeriamo di concentrarsi più sulla realizzazione di nuove infrastrutture aeroportuali per Verona che perdersi con i trenini.
Gli aeroporti di Bologna e Pisa insegnano…
Non ho capito niente! Scusatemi.
É ovvio che se si devia la ferrovia al Catullo con nuova stazione, bisogna chiudere quella di Dossobuono, che disterebbe 200-300 metri da quella nuova. Non penso proprio che i cittadini di Dossobuono troverebbero di che lamentarsi; anzi, togliendo le rotaie si riunificherebbero le due parti della frazione.
E poi, che discorsi sono quelli riguardanti la ferrovia Trento Ala? C’è la ferrovia del Brennero con connessione a Porta Nuova! Cosa si sta dicendo? Boh!
Spero si stia scherzando. Comunque, prima della ferrovia, ci vogliono i voli che colleghino Verona col mondo. Con i low cost e la regionalizzazione dell’aeroporto, Verona non potrà certo aspettarsi turismo di pregio ma solo il mordi e fuggi con sacco a pelo . Buono anche questo, per carità ma addio sogni di gloria.
Anche fosse, quanto costa a chilometro fare una nuova linea e spostare la stazione? E i pendolari dovranno andare all’aeroporto per prendere il treno e venire in città? L’alta velocità non si cura delle piccole stazioni, quindi il “pendolarismo” dovrebbe essere dirottato sulla gomma. Domanda: ma quanto è usato il sistema del bus navetta dall’aeroporto a Verona stazione?
In ogni caso credo che pensare a investimenti per i treni prima di quelli per l’aeroporto sia uno scherzo del carnevale appena iniziato.