Aeroporto Catullo – Le parole non sono fatti

 
 

L’esperto risponde

L’aeroporto di Verona Villafranca da sempre è caratterizzato da una forte stagionalità che fa si’ che più del 65% del traffico annuale venga movimentato nel periodo maggio-settembre di ogni anno. Ed in particolare nei fine settimana (sab/dom/lun) estivi. In questo periodo il terminal, i piazzali e la pista di volo sono molto sollecitati, presentano un vero “pienone”, come d’altronde avviene in tutti gli aeroporti Italiani. Cresce il load factor ed il numero dei voli stagionali. Non siamo pienamente d’accordo con quanto scritto dall’ing. Soppani, a commento dell’articolo di ieri, sul fatto che il terminal sia pieno solamente in alcune fasce orarie del weekend e poi deserto. Questo non corrisponde al vero: ci sono sicuramente delle fasce orarie del weekend legate ai charter che fanno registrare dei picchi nel periodo di picco, ma sostanzialmente il Catullo durante l’estate, pur non presentando una crescita strutturata, presenta il suo periodo di picco caratteristico e se il trend sarà confermato, nel 2018, transiteranno circa 3.4 milioni di passeggeri, di cui il 65% in questa estate.

Il problema che Verona News ha voluto evidenziare è che con il traffico attuale, e visto che non si e’ assistito al ridimensionamento della componente leisure a favore di un massiccio incremento dell’attività low cost, molto meno stagionale, il terminal ha da tempo superato il limite di capacità operativa e stiamo scadendo verso livelli di servizio improponibili per un aeroporto. Quindi non si può ovviare a tali carenze rimodulando i turni del personale, o con qualche intervento palliativo, ma si devono fare i conti sul fatto che mancano spazi e sistemi operativi e che quelli che ci sono sono spesso datati. Se l’aeroporto rappresenta il biglietto da visita della città di approdo, l’immagine della città e del territorio ne escono molto danneggiati.

Quello che Verona News ha suggerito è che ENAC ponga un limite oggettivo ai passeggeri, e quindi ai voli, durante i picchi dell’estate per evitare le figure come quella descritta dal passeggero che ha inviato a tute le testate. Non avere il condizionamento che funzioni adeguatamente, avere bagni vecchi e sporchi e file ovunque per mancanza di aree dove gestire le “contingencies” stagionali e’ umiliante per la città e il suo territorio. Non è più possibile continuare così. Il socio SAVE che controlla la Catullo ha dimostrato ben poca intenzione ad investire. Pensare di continuare a crescere in queste condizioni è invero poco intelligente e l’annunciato progetto Romeo, che verosimilmente sarà pronto nel 2024/25, porta pochissimo alla risoluzione dei problemi di spazio per gestire i picchi estivi. Nel frattempo crediamo sia urgente valutare la capacità effettiva e conseguentemente contingentare il traffico al fine di consentire una operatività accettabile per il passeggero, evitando quello che sta succedendo oggi e che si ripete ogni weekend estivo, mettendo a dura prova viaggiatori, addetti e infrastrutture. E siamo solo ai picchi tipici per una capacità annuale di 3.4 milioni.

La cosa che fa comunque rabbia è che gli altri aeroporti, che hanno investito bene, stanno crescendo adeguatamente ed in modo strutturato, Catullo è e rimarrà fanalino di coda degli aeroporti del nord Italia.

Talvolta non è sufficiente il titolo.

 
 

7 COMMENTI

  1. Quest’anno il Catullo farà gli stessi volumi che nel 2011 si sono gestiti senza drammi particolari. Suggerisco al giovane autore che leggo sempre con attenzione e curiosità di verificare le statistiche di Assaeroporti. Se qualcosa è cambiato questo non ha nulla a che fare con le infrastrutture ma con il loro utilizzo derivante dagli accordi commerciali che la Società di Gestione decide di intraprendere con le varie tipologie di Compagnie Aeree (linea o charter). Nel precedente commento mi riferivo esclusivamente al mix di traffico attuale che, se è cosi drammatica la situazione dello scalo, è evidentemente più squilibrato rispetto al 2011. Più che perdere tempo a rispondere al sottoscritto suggerirei al giovane Zanotto di controllare quotidianamente e mese dopo mese il numero di voli/ora in partenza dal Catullo. Scoprirà che per buona parte dell’anno dal Catullo partono meno di 2 (due) voli/ora contro una capacità dichiarata ad Assoclearance (Ente di assegnazione degli slot) dalla Società di Gestione, almeno 5 volte maggiore (totale partenze+arrivi = 20 movimenti ora) https://www.aeroportoverona.it/voli-in-tempo-reale_t8/3408

  2. Prendendo a campione i movimenti di sabato 21 luglio non posso far altro che dare ragione all’Ing. Soppani.
    Eseguendo una banale statistica per orario di partenza dei voli si nota subito come ci sia un buco enorme tra le 7 e le 8.30: 8 partenze 5.45-7.00 -BUCO- 8:35 -BUCO- 9.10-etc. ; una cosa simile accade tra le 13 e le 16 dove ci sono 3/4 partenze ed altrettanti arrivi ogni ora, per arrivare alle 21 dove ci sono rispettivamente 1 partenza ed 1 arrivo (certo si potrà contestare quest’ultimo orario non troppo appetibile ma le low cost volano fino a notte fonda).
    se andiamo ad analizzare gli altri giorni della settimana la storia non cambia anzi, ed il buco mattiniero c’è tutti i giorni.

  3. Trovo curioso i commenti di Soppani, colui che ha fatto danni incredibili alla Catullo. Ho apprezzato molto la nota dell’esperto che ha spiegato bene quello che effettivamente sta accadendo in un aeroporto che non ha visto modifiche o ampliamenti negli ultimi 20 anni. Una sorte di scatoletta di sardine dove se vengono gestiti 4/5 voli in contemporanea non si sa come fare. Il problema sta tutto lì, non ci sono spazi ed il traffico deve essere per forza di cose contingentato altrimenti ….
    Mi ha fatto anche tenerezza il commento di Ralf che deve essere un interno che ha visto solo l’aeroporto di Verona nella sua vita. Verona chiuderà verosimilmente con appena 3.4 milioni di passeggeri il 2018, non stiamo parlando di Heathrow e qualche pause tra voli non può che esserci altrimenti avresti altri livelli di traffico. Il messaggio che dobbiamo cogliere dagli articoli a seguito della lettera del passeggero è che :
    1)- se ci fosse stato un terminal più spazioso oggi a Verona il traffico sarebbe decisamente più alto visto l’appetibilita’ della città con tutto quello che offre;
    2)-la Catullo purtroppo è e rimarrà quella che vediamo, diciamo caso disperato;
    2)- la farsa della vendita a SAVE è costato moltissimo alla città ed il territorio;
    3)- recuperare una situazione incancrenita come questa che stiamo vivendo a Verona sarà difficile se non impossibile;
    P.S.
    i commenti che leggiamo a firma di Soppani stanno facendo ridere tutto il territorio. Incompetente era prima, ed oggi a leggere quello che scrive è ancora più incompetente !

    • ahahaha non avrei mai pensato che qualcuno rispondesse così ad un mio commento, forse perchè non è abbastanza studiato o semplicemente non ha letto gli altri interventi, ma che ci vuoi fare sarò uno che non ha mai messo piede in altro aeroporto… se tu poi credi che io difenda la catullo allora non hai capito un bel niente.
      Quello che io ho scritto è che la capacità assegnata da Assoclearance per la S18 non è stata utilizzata correttamente, perchè se il limite è 16 movimenti/h, il picco massimo di utilizzo (il 21 luglio) è di 14 tra le 10:00 e 10:59 , in totale nel giorno ci sono state solo 8 fasce orarie che hanno superato i 10 movimenti/h.
      Giusto per dire Treviso ha 8 movimenti/h e metà capacità oraria di passeggeri, fa tanti quanti passeggeri del catullo se non di più.

  4. Gentile Redazione,
    Non credo che faccia molto bene a Verona News pubblicare i commenti di Soppani. È stato personaggio molto negativo per la Catullo, mi viene in mente sempre gli ulivi pagati 84 mila euro …. quando vedo il suo nome e credo molte altre persone. L’articolo con il commento dell’esperto è perfetto, facile da leggere e molto comprensibile per tutti. La città di Verona sta veramente nei guai con la storia dell’aeroporto, la mala gestione parte la lontanissimo e culmina con il periodo Soppani-Bortolazzi (camera di commercio ….). Credo l’unica speranza che abbiamo è che arrivi un fondo che abbia una visione di lungo termine e si prenda tutto. Un po’ sogno, ma anche realtà …..

  5. Agli autori degli ultimi due commenti che probabilmente per paura di una querela si nascondono vigliaccamente dietro dei nicknames voglio dire che la verità definitiva sulle vicende del Catullo di questi ultimi sette anni non è ancora stata scritta

  6. Il giovane Zanotto sa il fatto suo e si è documentato abbondantemente per quest’inchiesta che ormai dura da otto mesi. Che il Catullo sia sporco, vecchio e non in grado di soddisfare le esigenze del territorio è cosa nota, altrimenti nel 2013 non avrebbero pensato ad un Piano industriale capace di aumentare il traffico a 8 milioni di passeggeri.
    Certo non devo io difendere chi ha dato prova di sapere e di scrivere con approfondite informazioni.
    Quindi il resto come si usa dire è “fuffa”, o se si preferisce, aria fritta.
    Ciò che di vero c’è è che SAVE ha ucciso lo scalo a favore di Venezia e ha abbandonato definitivamente Brescia Montichiari ad un destino gramo. Miopi, o per meglio dire, con interessi di bottega, gli attuali gestori. Non saranno superati i 3.4 milioni di passeggeri, e speriamo che non calino, altrimenti i bravi interpreti cosa ci diranno a dicembre?

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