Lava l’anima
Argomento importante è l’innalzamento del livello dei mari.
Checc’entra con l’Aeroporto?
Certamente non con Verona e Brescia, che in pianura padana sono per così dire all’asciutto, anche in termini economici e di investimento.
Quel che bisogna osservare è l’aeroporto di Venezia, un lato del quale è la laguna, con buon pace del Doge che in barca ci arriva veloce.
Stando ai dati che il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea ha diffuso recentemente, l’innalzamento del livello delle acque sarà inevitabile e nel Veneto, così come in molte altre parti d’Italia, e si porterà via una parte di costa delle dimensioni della Liguria, circa 246 chilometri di costa, per circa 5.451chilometri quadrati.
Sarà per Venezia una fine ingloriosa, e di questo ci piange infinitamente il cuore, perché la storia, la cultura, i tesori dell’arte, una città unica al mondo, sembrerebbe destinata a scomparire.
Non vogliamo essere catastrofisti, ma i dati vanno nella direzione di un innalzamento dal minimo dei 30 centimetri al massimo del metro, nell’arco di 30 anni.
Non tutto è perduto per Venezia, il Mose sarà sicuramente in pista tra trent’anni, visti i tempi di realizzazione e collaudo, quel che non sarà proprio in pista sarà il Marco Polo, che soffrirà in ragione dei rischi dovuti ai cambiamenti climatici, ed essendo esposto ad avversità meteorologiche sempre più intense (quest’estate nella costa adriatica ne abbiamo avuto degli esempi).
A questo punto verrebbe da chiedere al Doge se tutta questa sua pervicacia mista ad odio ne confronti del Catullo e di Montichiari, non sia in realtà un boomerang.
Poca lungimiranza rispetto a chi avrebbe potuto effettivamente sviluppare il traffico aereo, considerando che da qui ai prossimi 30/40 anni i passeggeri esploderanno in numero, per come previsto da IATA, ma si sa l’odio acceca.
Meno male che l’acqua laverà l’anima.
Alla salute!
Gerardo Grote
