E non se ne vogliono andare!
Prendo a prestito il titolo di un film, una commedia del 1988, con tra gli altri Massimo Ciavarro, Virna Lisi e Caterine Spaak.
La trama: la vita di una famiglia medioborghese. I figli sono grandi, ma creano ancora problemi ai genitori, che aspirerebbero a stare per conto proprio.
Trasposta nell’argomento Catullo: i soci pubblici e la Fondazione vorrebbero liberarsi del privato, e dei suoi figliocci, che creano ancora problemi.
Svolgimento.
Nonostante il periodo di quarantena il “board” (termine più roboante che altro nel nostro caso) sta cercando di confezionare l’ennesimo problema ai soci pubblici, tentando con un colpo di mano di rinnovare così com’è il C.d.A. che poco o nulla ha fatto negli ultimi 6 anni, se non appiattirsi sulle posizioni di SAVE.
L’interprete principale è il Presidente di Aerogest, società che tiene insieme i soci pubblici, che si è auto incensato alla Conte (il Premier), e si comporta da caudillo arrivando a promettere al socio privato il rinnovo del C.d.A. ed anche dei patti para sociali.
I patti che consegnerebbero a SAVE sia il Catullo che Montichiari, senza colpo ferire e soprattutto senza sborsare quattrini.
Con la crisi data dal Covid-19 tutti gli scenari sono cambiati, e le partite giocate alla “vecchia maniera” ormai sono da considerarsi anticaglia per non dire di peggio.
Non credo sia possibile rinnovare il C.d.A., magari mantenendo lo stesso Presidente, e magari sostituendo un recalcitrante A.D.
Il futuro del Catullo deve necessariamente passare per la città, per lo sviluppo di tutta l’area e coinvolgere tutti gli interpreti pubblici, proprio come ha dichiarato nella sua video intervista il commissario provinciale della Lega Nord Nicolò Zavarise.
Ed infatti l’altolà al caudillo è arrivato dalla Provincia di Verona, che ha messo nero su bianco una lettera di “contestazione disciplinare” che non ammetterebbe giustificazioni di sorta, e che spinge sull’uscio di Aerogest il suo Presidente.
Ora più che mai ci vorrebbe la compattezza della politica, o quanto meno di quella parte della politica che osserva tutte le manovre di Piazza Bra 1, e che attende il momento opportuno per il cambio di passo.
La parte economica veronese ha bisogno di ripartire velocemente, i “tavoli di concertazione” aperti in Camera di Commercio con i buoni auspici del Sindaco (sempre gli stessi giri sono), non possono essere le uniche forme di dialogo con tutte le attività sia economiche che sociali di tutto il territorio.
Servono uomini che non tentennino, o che non si volgano al vento come bandiere, servono persone che abbiano come primo scopo il bene di tutto il territorio e non solo il proprio privato tornaconto futuro, nonostante il periodo di emergenza, visto che le riunioni ed i Consigli Comunali si possono realizzare anche in streaming.
Il cambio di passo deve necessariamente passare dal Catullo, deve essere rinnovato radicalmente il tutto e preso il governo del “mestiere” così da andare finalmente al vedo con il socio privato e capire chi sta dietro di lui se effettivamente ha i quattrini (ne dubito) da mettere sul tavolo per un investimento che non sia il progettino di sei anni fa e che nulla porta al Catullo, e soprattutto uno sviluppo in sinergia con Brescia.
A buon intenditori dico che l’unico “polo aeroportuale” è quello tra Verona e Brescia, il resto è stata solo fuffa a favore di Venezia.
Ripartire dopo il Coronavirus sarà in salita, ci si aspetta al massimo 1 milione di passeggeri per quest’anno, se sarà grassa, ma è adesso che bisogna mettere le basi per il 2021 e per gli anni a venire, con chi è in grado davvero di investire e di portare compagnie aeree.
Ci vogliono i quattrini, non quelli del monopoli della laguna.
E’ necessaria una valutazione prospettica a 20 anni, con investimenti che ammodernino tutto, e che arrivino dal Canada o dall’Australia, è necessario e credo sufficiente stabilire le regole corrette di ingresso, con i vincoli i realizzazione degli investimenti.
Non come accaduto con SAVE, e come vorrebbero procastinare rinnovando senza rinnovare, mantenendo le stesse persone che nulla hanno realizzato.
Aria nuova, mandiamo a lavorare i figli e i figliocci…
Nota in chiusura, mi permetto di citare un bellissimo video che è circolato in questi giorni, e che non avendo autorizzazione da chi lo ha realizzato non allego.
A Verona il primo aeroporto era l’Aeroporto di Verona Tombetta, con i biplani che decollavano durante la prima guerra mondiale e sostennero le truppe Italiane contro gli Austro – Ungarci.
Indico qui il link per i cultori della materia e per i curiosi: https://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_aviazione_di_Verona-Tombetta
Ora, rispolverata la storia, vediamo di non avere la Caporetto in Catullo alla prossima assemblea del 30 aprile.
Gerardo Grote