Aeroporto Catullo – La matematica non è l’opinione del Doge

 
 

Il bilancio e il … bilancino di precisione.

Durante la prossima assemblea Catullo sarà presentato il Bilancio 2017 che, secondo i ben informati, è in attivo.

A prima vista non può che essere un risultato positivo, ma, rispetto alla situazione Catullo nel suo complesso, possiamo dire, senza esagerare, che è disastroso e ben lontano da quello che i soci (SAVE a parte), la città di Verona e tutte le attività produttive del territorio si aspettavano.

Abbiamo più volte scritto che l’ingresso del partner industriale serviva per rilanciare l’aeroporto, ed a circa 4 anni dall’ingresso di SAVE praticamente nulla è stato fatto.

Anzi. La Catullo ha subito un ridimensionamento senza precedenti con una strategia di sviluppo completamente improntata ad aeroporto regionale low cost, e di basso profilo. Catullo è un nulla nella strategia più aggressiva Venezia centrica, improntata intorno allo scalo della laguna.

Quattro anni fa non avremmo mai creduto che sarebbe finito così, gli annunci, le promesse di investimento, addirittura il progetto per la costituzione del “Sistema aeroportuale del Nord-Est”, tutto questo è ormai storia, dimentichiamolo.

La strategia di sviluppo prevista nel piano industriale fantasma, che esiste ci assicurano, ma che non verrà mai attuato, si riflette soprattutto nei bilanci di questi ultimi anni, tutti in attivo. Un’analisi sui danni che si stanno perpetrando alla Catullo va comunque considerata.

Iniziamo con il piano industriale che i ben informati, che hanno avuto la fortuna e la possibilità di vederlo, confermano che contenga una previsione di traffico passeggeri molto aggressiva con 4 milioni di passeggeri entro il 2019. (Leggasi l’articolo di ieri).

Il fatto di aver previsto una crescita di traffico così forte, per poi non essere realizzata, ha posto un problema economico importante che si riflette sul calcolo della tariffa.

Anche i più avulsi possono intuire che più è alto il volume di traffico passeggeri nel periodo di riferimento, più bassa è la tariffa. Nel 2019 il traffico dovrebbe raggiungere verosimilmente i 3.6 milioni di passeggeri, ben 400.000 passeggeri in meno rispetto al piano industriale fantasma.

Se poi consideriamo Brescia (l’aeroporto fantasma), il “piano industriale” indica addirittura 1 milione di passeggeri! Quindi la tariffa concordata dall’ente regolatore risulta calcolata a fronte di un traffico più alto che mai sarà raggiunto a parità di costi operativi. Un danno importante per le casse della Catullo, e di conseguenza ci saranno difficoltà nell’attuare il piano stesso senza avere gravi problemi economici.

Se andiamo a prendere a riferimento gli investimenti previsti e già remunerati in tariffa, si comprende molto chiaramente che non facendo gli investimenti i ricavi sono “drogati” da una tariffa più alta, che puntualmente deve essere restituita ai passeggeri e ai vettori attraverso una riduzione della tariffa stessa nell’anno successivo. Ci è stato indicato che l’impatto della riduzione dei ricavi 2018, per compensare i mancati investimenti non eseguiti nel 2017, è di circa 1.3 milioni di euro (in meno). Si profila anche una riduzione per il 2019, visto che erano previsti più di 30 milioni di euro di investimenti secondo quanto dichiarato l’AD Cazzanti nell’incontro svolto al Comune di Verona in gennaio.

Un’altra riduzione che va a sommarsi ad una tariffa calcolata sulla base di un volume di traffico molto alto, e che non sarà realizzato, è un danno economicamente importante, tenuto conto che le riduzioni della tariffa, per un aeroporto, è una rarità e non accade quasi mai.

Altro aspetto che influisce sul bilancio è la riduzione del personale Catullo che continua a diminuire con dipendenti che vengono agevolati verso l’uscita, o danno le dimissioni per difficoltà ambientale, e funzioni gestite direttamente da Venezia.

Tutti questi fattori, con la tariffa calcolata sulla base di un volume di traffico che non sarà realizzato, investimenti remunerati in tariffa e mai messi in cantiere, riduzione di personale che ormai ha raggiunto livelli minimi, con molte funzioni mancanti per un aeroporto come Verona, l’uso delle imposte anticipate in modo aggressivo senza avere un piano industriale affidabile, e per ultimo l’uso degli accantonamenti del fondo rischi, ha portato a bilanci che ci sorridono, ma che in futuro diventeranno problemi seri.

Il Collegio Sindacale dov’è?

Tutto questo certamente porta ad un bilancio in attivo, ma noi ci chiediamo: era questa la finalità d’ingresso del partner industriale?

Non si doveva rilanciare l’aeroporto con investimenti importanti con lo scopo di generare sviluppo e crescita per Verona, ed il suo territorio, oltre a Brescia-Montichiari, o era necessario lavorare di finanza con lo scopo di portare il bilancio artificialmente in attivo?

Catullo è molto indietro con lo sviluppo, ed aeroporti come Bologna, Bergamo e la stessa Venezia fanno parte di un’altra categoria. Quanto messo in atto da SAVE, fino ad oggi, ha un effetto di breve termine sul bilancio, ma mette il futuro della Catullo in serio pericolo sotto tutti i punti di vista.

Mercoledì il Presidente Arena sarà sicuramente fiero di illustrare il bilancio 2017 in attivo, ma non ci dirà a quale costo per Verona e per Brescia.

Ci viene riferito, da una fonte molto attendibile, che solo una minima parte dei 24 milioni di euro dovuti per la causa persa con ENAV, per i servizi di gestione di traffico aereo per l’aeroporto di Brescia dal 2002 al 2013, sia stata accantonata sulla base del solito parere di un illustre giurista. Questa alchimia rappresenta una grossa criticità e rende “opaco” il bilancio 2017.

Avrebbe avuto più senso e che si fosse accantonato almeno una quota consistente della somma dovuta in attesa del ricorso in appello. Come già indicato, il pagamento di quanto dovuto, e deciso dalla sentenza di 1 grado, è a carico solo dei soci pubblici e non di SAVE, visto che le è stata concessa una manleva sui debiti pregressi, che contempla anche la causa con ENAV.

A sfogliarli, i bilanci, daranno ampio spazio ai dubbi. La situazione Catullo, con tutto quello che abbiamo pubblicato senza smentite, anche rispetto a quanto è stato concesso a SAVE, è molto critica. Il bilancio 2017 è in attivo, ma artificiosamente.

Siamo molto contenti della presa di posizione del Sindaco Sboarina che ha ben inteso quello che sta succedendo, e che ha chiesto conto a SAVE dei numeri passati e futuri con la speranza che questa triste storia abbia un lieto fine.

Concludiamo rilevando che il ricorso al TAR da parte di SAVE, sostenuto forse da alcuni soci pubblici (vedremo quali), sia una follia che difficilmente avrà successo, ma che sicuramente rientra nel modus operandi spregiudicato che ha sempre contraddistinto il Doge nel mondo della finanza.

Chissà quanti grammi peserà?

 
 

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