Grancassa e orchestra
Leggiamo sgomenti, senza essere stati interpellati, ma appuntandoci una medaglia al petto, che anche a livello nazionale qualcuno si è accorto che Verona scivola nell’oblio da prima Repubblica per quanto concerne “l’affare Aeroporto”!
Essere citati per il malaffare della gestione dell’aeroporto, così bene descritto nell’articolo del Fatto, fa venire rabbia e allo stesso tempo non fa piacere, e soprattutto non lo merita la parte sana di Verona.
L’affare ora s’ingrossa…
Il giornale politico che alleghiamo ha ripreso i contenuti da noi esposti da quasi quattro mesi e, probabilmente, ora qualcuno s’interesserà un po’ di più all’argomento.
Save ha dichiarato che tutti i soci sono con lei e si attiveranno all’unanimità per resistere (resistere, resistere di scalfariana memoria) alla legalità di ANAC.
Peccato che parlino di unanimità dei soci, quando non ci sembra che tutti condividano il percorso che scelleratamente stanno scegliendo, e peccato che vogliano resistere alla legalità invocata da ANAC.
Domanda:
A chi giova la scelta di resistere? Al territorio che attende investimenti da quattro anni? Ai passeggeri in transito veloce, o a quelli che stazionano in attesa del prossimo charter? Al fondo Sixiang Holding che attende la cessione della concessione di Brescia, sperando di pagarlo meno di quanto pretenda il Doge? A Verona che vorrebbe la porta verso il mondo ed invece ha una finestra su Venezia? Giova a chi ha promesso l’80% e ad oggi non ha potuto mantenere la promessa?
Queste domande le rivolgiamo ai colleghi della stampa cittadina, che, pur avendo nel passato fatto da grancassa alle notizie dei Presidenti, ora glissano, edulcorando informazioni oggettive.
Le rivogliamo ai consiglieri del C.d.A. della Catullo che assistono come statue di sale a quanto sta accadendo, e tra questi a chi rappresenta “Gli Industriali” in C.d.A. che tanto hanno osato (nell’accezione dialettale veneta), ma che poi hanno acceso il silenziatore, per non doversi veder attribuite le responsabilità dello “scempio del Catullo”, pur avendone non proprio involontariamente partecipato. Ricordiamo uno tra i nostri articoli (http://www.veronanews.net/il-dito-nellocchio/).
Le rivolgiamo ai soci muti, quelli che ad oggi sembra abbiano l’acqua in bocca, sperando che prima o poi la deglutiscano per far conoscere a tutti il loro pensiero, che ci auguriamo sia molto distante da chi governa l’aeroporto, sia esso di maggioranza o di minoranza (ormai c’è una tale confusione di ruoli che l’affare rischia di infilzare qualcuno).
Fa impressione come l’articolo di oggi faccia una analisi fredda, vista da fuori, e centri il problema vero e si rivolga la domanda sul dove sia l’interesse di Verona in questo affare.
Noi ci permettiamo di adombrare il vizio consociativo di Verona, dai capitani d’industria alla politica locale, che ha fatto sprofondare la città nell’oscurantismo della prima Repubblica.
La melodia che si leva richiama quella del “Va pensiero…”, speriamo che il suono della grancassa nazionale serva da sveglia per ascoltare l’orchestra che suona, come quella del Titanic…