Suonerà la campana?
Prendo spunto dalla lettera alla redazione, che per altro non condivido, non per il contenuto, ma per il tono, per spiegare che nel piano di riorganizzazione ENAV 2018-2022, che allego in link, è già stata predisposta la riduzione non tanto e non solo del personale, ma anche delle tecnologie che permettono la rilevazione.
Ciò lo si deve al rinnovo ed all’ammodernamento della strumentazione a tutti i livelli, quindi è già previsto. E’ quindi una finta polemica.
Gino, Aldo e Ardu, che hanno animato i commenti, sono istruiti, ciascuno nel proprio ambito, e forse la sanno lunga.
Veniamo alle note dolenti in attesa che si riunisca la seconda commissione consiliare in Comune e parli con SAVE, il Presidente Arena e qualcun altro.
Nel frattempo, se ne hanno necessità, diamo degli spunti per alcune domande proprio ai successivi interrogati.
- Le linee aeree di bandiera, Lufthansa, Air France, British Airways, Aeroflot, sono sparite da Verona all’arrivo di Save (forse non tutte, perché alcune non c’erano), e sono fatalità approdate con più voli a Venezia. Come mai?
- La vocazione low cost del Catullo, acclarata dalle “compagnie” stanziatesi, ha perso appeal per quasi tutti i vettori, vero è che anche Easy Jet ora decolla per la Sardegna da Bergamo. Chi gestisce le programmazioni ed incentivazioni, chi è e da dove lavora il “Commerciale avaition” per il Catullo?
- Il “Nuovo” aeroporto di Rimini sfodera viaggi “outgoing” a vocazione low cost, non era ciò che la Presidenza aveva sempre sostenuto con le mirabolanti 90 e oltre destinazioni da Verona per il resto del mondo? A che punto è Verona?
- Quali sono gli investimenti (basta parlare del solito progetto Romeo, avete rotto … il disco!) che fanno parte del “Master Plan” generale per Verona e Brescia, (a proposito dov’è?) per gli anni a venire (almeno una decina di solito). Che fine avete fatto fare al precedente che prevedeva più di 140 milioni d’investimento su Verona con i progetti Giulietta, Romeo e Margherita Nord (all’economia il Sottosegretario era L’On. Giorgetti Alberto all’epoca)?
- Come mai i diretti competitori, come Bologna è cresciuto nel medesimo periodo di “lavoro” (ai fianchi) di SAVE, a due cifre raggiungendo ante pandemia gli ottomilioni di passeggeri?
- La situazione interna di SAVE, visto che sarebbe la salvatrice della patria, com’è suddivisa tra fondi (Deutsche Bank e Infravia) e socio privato, e in quali percentuali? Quando i fondi lasceranno il capitale? Quanto hanno messo a budget per gli investimenti su Venezia, e quanto per gli altri aeroporti (prego mostrare dati e non le solite parole)?
- Chi garantirà gli investimenti e come?
- Montichiari è un aeroporto da valorizzare, quali sono gli investimenti per procedere con l’implementazione del settore Cargo, settore che ha perso molto durante il COVID19, e quali quelli per il settore passeggeri?
8 domande buttate lì, così, tanto per vedere l’effetto che fa.
Domande che nessuno ha posto ai soci la scorsa riunione, e alle quali, probabilmente, nemmeno avrebbero saputo rispondere, o magari si sarebbero ben guardati dal farlo per non interrompere lo spettacolo dato dall’Amministratore Unico di Aerogest.
Driiiiiiiiinnnnn!!!
Gerardo Grote
Domande precisissime e tutti ne stiamo aspettando le risposte da troppo tempo. Giusto soprattutto chiedersi che solidità abbia SAVE per pensare anche agli altri. Su “Strade ed Autostrade” c’è la foto delle nuove piste del Marco Polo con addirittura la via di rullaggio allungata a 3300 metri come la pista principale mentre al Catullo hanno (loro) smantellato 240 metri di pista in cemento per fare la RESA (in tutti i sensi). Il Piano Giulietta, contemplava l’utilizzo di quel tratto di pista ed anche la costruzione di una via di rullaggio adeguata. Giusto anche chiedersi ma le domande le girerei agli ex sindaci della città, come si possa immaginare di far entrare in un asset strategico per Verona, il massimo concorrente: neanche il più stupido dei commercianti lo farebbe.
Eppure è accaduto, con grave danno per la città. Se Save prendesse la maggioranza del Catullo, pur con Patti veri e non stracci, avrà tutto l’interesse ad emarginare il Catullo: come sono lontani i tempi in cui si prefiguravano collegamenti con Miami, New York eccetera. Allora c’era almeno il coraggio di pensarci e la temerarietà imprenditoriale che scommetteva sul futuro o almeno lo sognava. Oggi, andiamo a braccetto con varie comparse e nulla più. Che tristezza (e rabbia!!)
Sig. Aldo mi permetta di puntualizzare alcuni punti. La RESA nelle testate deve esserci come da reg. 139/2014. Avere accorciato la pista in testata 04 non ha comportato la riduzione del codice di aeroporto, che è rimasto 4E (quindi nessuna ricaduta in negativo degli aeromobili che possono atterrare). Tanto per fare degli esempi, ad oggi, Treviso ha una pista di circa 2560 m, Bologna 2800 m, mentre Verona di 3068 m. Fare la RESA oltre la pista esistente significava andare oltre sedime quindi con maggiori (e inutili) costi di espropri, progettazione e manutenzione. Inoltre ciò avrebbe comportato lo spostamento di tutto il sentiero di avvicinamento. La via di rullaggio invece a cui lei si riferisce è larga 15 m, più che sufficiente a fare transitare il 95% degli aeromobili che generalmente frequentano lo scalo, mentre i restanti hanno a disposizione la turn pad realizzata appositamente pochi anni fa. Lasciate che la maggioranza dell’aeroporto sia gestita da chi lo fa di mestiere e non dalla politica, vero problema di questi anni. Un gestore non ha interesse a prendere la maggioranza di uno scalo per perderci, anche se ne ha altri vicino (vedi Fiumicino e Ciampino oppure Malpensa e Linate). Chi pensava a New York e Miami probabilmente è lo stesso che si è fatta sfuggire Ryanair prima del 2010, spendendo mezzo milione per un varco di sicurezza per i loro passeggeri, considerati di serie B…non ci potranno mai essere voli di linea a lungo raggio con una realtà molto forte come Malpensa, troppo vicina a Verona.
Gent.mo sig. Gino, apprezzo quanto ci comunica. Prendo atto delle Sue conoscenze tecniche. Resto perplesso che sia Save a gestire il Catullo e non credo che in sei anni di presenza in cda abbia giocato pro Verona, non tanto sull’infrastruttura rimasta obsoleta e provinciale, quanto sulla tipologia di traffico con preponderanza del low cost. Circa la via di rullaggio, speriamo in una nuova lato est….nel prox secolo. Abbiamo tutti letto della volontà di Save di concentrare a Venezia le compagnie di bandiera. È indubbio che avere le grandi compagnie sia motivo di qualità e attrattività e chi viaggia non solo in grandi hub ma anche su scali diciamo di seconda fascia, una volta che si rientra a Verona/Catullo, viene la depressione per l’aria bucolica che tira, già guardando fuori dai finestrini. D’accordissimo invece che la politica se ne deve stare fuori, specialmente quando è di pessimo profilo e incompetente come finora. Grazie del Suo intervento.
Attenzione a quello che legge online, le consiglio di non prendere tutto per vero. Se SAVE volesse portare tutto a Venezia, come mai alcune compagnie volano solo da Verona (es. Neos, S7…)? Collegandomi all’articolo, inoltre, non è vero che British e Aeroflot sono sparite, perché pre pandemia c’erano. Lufthansa a Venezia ha solo il volo per Francoforte che a Verona viene effettuato da Air Dolomiti (ha il quartier generale attaccato all’aeroporto, è normale). Quest’ultima nello scorso e sfortunato anno, ha lanciato due nuove rotte cioè Berlino e Dusseldorf e a marzo 2021 sarebbe stata la volta di Parigi, che per ovvi motivi sarà rimandata. La varietà di rotte e ciò che attrae di più un passeggero. Le grandi compagnie hanno tutto l’interesse ad andare in uno scalo principale e non uno secondario, e questo le persone del veronese dovrebbero capirlo. La tipologia di traffico low cost è quella che Verona, prima del 2010, ha rifiutato per mancanza di lungimiranza e ciò ha comportato anni di stallo. Tanto per fare un esempio, gli ultimi anni a Venezia la compagnia principale per passeggeri trasportata è stata EasyJet, che è una low cost, e quest’anno sarà Volotea, anch’essa low cost. Per finire, la via di rullaggio a sud-est della pista di Verona è nel masterplan 2030. Per realizzarla occorre demolire alcuni edifici, da riproteggere altrove, in modo da ampliare il piazzale come primo passo.
Tutto giustissimo ma….. perchè Verona deve rassegnarsi ad essere scalo secondario? Perchè fa comodo a Venezia? Purtroppo è anche il piano nazionale aeroporti lo relega in secondo piano e questa è grave colpa della politica locale e regionale. Ora si sta ridisegnando quel piano e spero si provveda a ricollocare il Catullo nel suo giusto ruolo;
Perchè Save ha ridimensionato le prospettive future a 4,5 mln di pax/anno, castrando le aspirazioni di un intero territorio, cassando il progetto “Giulietta”? Qui si legge, a mio avviso, anche il motivo del rifacimento minimalista della via di rullaggio adatta al massimo ai 737/800 di Neos. Usare la Turn Pad, implica, lo sappiamo, l’occupazione della pista, dilazionando altri movimenti. Insomma, vedo un gioco al ribasso di SAVE riguardo al futuro del Catullo; non guardiamo al presente, penosissimo ma alle potenzialità inespresse. quanto ai voli per Miami eccetera, possono anche far ridere ma ricordo che sarebbero stati leisure/turistici, senza ambizioni magalomani. In ogni caso, ritengo che appiattirsi sui bassi profili, non porti nessun sviluppo.