Aeroporto Catullo – La cangurite

 
 

Virus positivo

La manifestazione d’interesse è arrivata, anche se nessuno lo dice, ma c’è.

Sul tavolo dell’assemblea di Aerogest ci sarà molto da discutere, tra “Progetto Romeo-ino”, aumento di capitale e … manifestazione d’interesse.

Ora non potranno voltarsi dall’altra parte e fare come se nulla fosse.

Dopo la pronuncia della Corte dei Conti che azzera l’operazione d’ingresso di SAVE e spedisce la delibera all’ANAC, alla Procura della Repubblica e all’ENAC, voltarsi dall’altra parte vorrebbe dire guardare a Montorio.

A trescare sotto i tavoli alla fine si viene scoperti, se le tresche non sono lecite.

Contenti? Noi si.

Ora dovrà essere valutata adeguatamente la manifestazione d’interesse dei Canguri, come indicato dall’ONLIT, solo 60 milioni in 10 anni, calcolando che dal 2014 ad oggi nulla è stato investito, a fronte dei più di 400 milioni di Bergamo e degli almeno 200 di Bologna, la pezza che si voleva mettere appare un francobollo fuori corso.

Ora che tutto “è alla luce del sole” (come ripeteva spesso il Presidente del Catullo), si vedono le “magagne”, quelle profonde, di un consociativismo da Prima Repubblica che ha fatto il possibile per salvare il Doge.

Ora dovranno pensare a salvare se stessi, e ci sarà la corsa al “ma io non ho firmato”, “io non c’ero”, “io non sapevo”.

L’ultima settimana è stata davvero intensa di notizie sul fronte Catullo, con l’On.le Businarolo che si appella al Sindaco (sempre più silente …) ed al Presidente della Provincia di evitare di polverizzare la loro partecipazione nella Catullo S.p.A. aderendo ad un aumento di capitale che vedrebbe solo vincitrice la SAVE di Marchi, con l’annuncio (uno dei tanti) della Catullo dell’eminente uscita della gara per la realizzazione del progetto Romeo con un costo complessivo di 60 mln di euro, la Pitispotter Club che anticipa la drastica riduzione del traffico per la stagione invernale ed in fine Presidente dell’ONLIT che evidenzia come i 60 milioni come investimento per sistemare l’esistente terminal partenze siano “quisquilie” rispetto agli investimenti messi in campo dalla SACBO (435 mln) e la SAVE (575 mln).

Decisamente un bel po’ di fatti e cose dette che meritano delle riflessioni.

La notizia più dirompente della settimana è stata il comunicato stampa dell’On.le Businarolo che ha messo in guardia Comune e Provincia di Verona sul pericolo di un eventuale aumento di capitale. Comunicato che ha fatto arrabbiare non poco i soci pubblici, e la stessa SAVE, che non hanno trovato altre risposte che quella del “teatrino della politica”.

Intanto è notizia del 12 Ottobre scorso che la Corte dei Conti (articolo d ieri) smentisce in modo netto ed incontrovertibile il Comune di Villafranca. I magistrati contabili rivolgono, infatti, una durissima requisitoria, con tanto di trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Verona, nei confronti del Comune di Villafranca che, lo ricordiamo, con la cessione delle sue quote della Catullo permise l’entrata di SAVE e del Doge nella Catullo. Il teatrino si sta facendo sempre più interessante a dimostrazione di come tutta la partita SAVE- Catullo sia stata illecita, ed un danno enorme per la città ed il territorio del Garda.

Per quanto riguarda il traffico passeggeri, la stagione invernale vede una riduzione drastica del 50% delle destinazione (da 47 a 25) e le frequenze settimanali passano da 283 a 177 (-40%), un vero disastro. Se poi aggiungiamo che la Ryanair taglia 2 destinazioni da Verona (Berlino subito e Madrid da Marzo) e la SAS non farà più la Stoccolma preferendo di spostarsi ed aprire su Catania, Napoli, Firenze e Roma frequenze per Stoccolma, Copenhagen ed Aarhus. Una situazione, che così stando le cose, comprometterebbe anche la stagione estiva 2019.

Tutto questo è frutto di una politica sciagurata di breve termine messa in atto da SAVE, che forse subodorava la difatta. Da quando è tutto sotto il controllo di SAVE non è stato portato un nuovo vettore con base Verona, solo voli spot di Ryanair con poche frequenze settimanali in orari difficili e quindi poco appetibili al pubblico viaggiante. A questo dobbiamo aggiungere che non c’è un responsabile commerciale Aviation in Catullo, e allora ci chiediamo chi parla e gira l’Europa per portare traffico?

Situazione difficile e imbarazzante per i soci Catullo, senza una strategia di crescita per il medio/lungo termine l’aeroporto non potrà mai crescere. La strategia del low cost imposta da SAVE è fallita per 2 ragioni: 1)- i principali vettori low cost (Ryan ed Easyjet) non “vedono” Verona come aeroporto dove sviluppare traffico, 2)- i limiti di capacità infrastrutturale sono evidenti e la passata stagione sono emersi in tutte le loro sfaccettature, creando problemi al limite del sostenibile per i passeggeri in transito.

Annuncio della prossima gara per appaltare il Progetto Romeo, questo fatto sembra più una risposta all’interessamento del Fondo Australiano, che un evento per lo sviluppo infrastrutturale dell’aeroporto. Il progetto Romeo, se confermato, non porterà capacità e quindi non garantisce al territorio la gestione della domanda di traffico passeggeri per il medio/lungo termine, un vero problema non solo per la città di Verona ma per tutto il territorio del Garda.

Poi va evidenziato come il progetto sia al risparmio, e che sia solo frutto della confusione.

Il progetto Romeo era stato presentato nel 2016 in pompa magna con il presidente Arena che sottolineava la presenza di pontili d’imbarco, come tra l’altro viene indicato anche nel Master Plan approvato dal Ministero dell’ambiente dove ci sono addirittura 6 pontili d’imbarco.

Ora non più, il povero passeggero dovrà scendere e camminare, troppo lusso per Verona avere anche i pontili d’imbarco, ed altro annuncio smentito dai fatti!

Va evidenziato che nel Nord Italia, tutti gli aeroporti con più di 1 milione di passeggeri (Bergamo, Bologna, Trieste, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa e Venezia) hanno terminals con pontili d’imbarco, a Verona si dovrà camminare.

A conferma del ridimensionamento del Sistema del Garda, e soprattutto dello scalo di Verona, basta sfogliare il documento pubblicato a cura dell’ENAC “Stato degli Investimenti Infrastrutturali per gli Aeroporti Nazionali 2017”.

I numeri sono impietosi, Verona si annovera tra gli aeroporti che hanno pianificato di spendere di meno, e non riesce nemmeno a spendere quel poco pianificato. Nel 2017 erano previsti circa 11 milioni di euro di investimenti con solamente 4 spesi.

Anche Dario Balotta, Presidente di ONLIT, ha trattato l’argomento degli investimenti che sono esigui se paragonati con gli scali in diretta concorrenza con Verona che investano milioni di euro nello sviluppo di Infrastrutture aeroportuali (Bergamo 435 mln e 575 mln Venezia), mentre Verona fa investimenti limitatissimi. Ricordiamo il Piano di Sviluppo per Verona al 2030 è di 134 milioni, meno di un terzo di quello che investirà Bergamo.

In conclusione, la situazione è di estrema confusione con tutti i nodi che stanno venendo al pettine. C’è un proverbio Romano che fa al nostro caso “chi la fa sotto la neve presto si scopre”, ormai è tutto scoperto e porre rimedio sarà difficile.

Aspettiamo tutti il pronunciamento definitivo del Ministero dei Trasporti, che ci dicono imminente, che possa mettere fine a tutto questo e magari aprire a soluzioni che oggi bussano alla nostra porta.

Il Fondo Australiano si è manifestato e propone investimenti importanti che con SAVE sarebbero impensabili.

Però va ricordato che questa opportunità passa adesso e rimane disponibile per un po’, poi se ne va…

Non fatevi vaccinare, per una volta NO VAX!

 
 

1 COMMENTO

  1. Per noi tutti, sono notizie confortanti. Facile dire ” lo sapevamo”. Resta la troppa amarezza unita a preoccupazione e sconcerto per l’incapponimento di troppe figure istituzionali ed in particolare per il silenzio disarmante di Re Tentenna, il quale sta dimostrando tutta la propria pochezza politica e il proprio scarsissimo spessore culturale, nonché la totale mancanza di coraggio. Degli altri Attori aerogestiti, non è nemmeno il caso di sprecare considerazioni. Vadano via tutti, insieme a quanti, nelle passate gestioni, hanno contribuito vergognosamente a danneggiare Verona ed il suo territorio. Se lo ricorderanno i veronesi nel 2022????

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